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Politica fiscale e politica monetaria, confronto a Bologna tra Cottarelli e Masciandaro

22 novembre 2017 | 10.49
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'Politica fiscale e politica monetaria: quale soluzione per tornare a crescere': è il titolo del dibattito organizzato a Bologna ieri sera, all'hotel Majestic, da Bper Banca, in collaborazione con Arca Sgr. A confrontarsi sul tema nomi d'eccezione: il professor Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del Fondo Monetario internazionale e il professor Donato Masciandaro, direttore del dipartimento di Economia della Bocconi. Hanno fatto gli onori di casa, Pierpio Cerfogli, vicedirettore generale di Bper Banca e Simone Bini Smaghi, vicedirettore generale di Arca Sgr. A moderare la serata, piuttosto affollata, il capo della redazione politico-economica del Qn, Davide Nitrosi.

Il professor Cottarelli, nel suo intervento, ha evidenziato che "c'è una relazione tra livello di crescita e debito pubblico. Giappone, Grecia e Italia sono tre dei paesi che recentemente sono cresciuti meno e, guarda caso, hanno il debito pubblico maggiore". "Per pareggiare i conti – ha sottolineato – dobbiamo congelare la spesa per 3 anni, così il debito pubblico inizia a scendere". "Ogni 6 mesi – ha proseguito l'economista – l'Italia ha promesso qualcosa all'Europa e ogni 6 mesi abbiamo spostato l'obiettivo e chiesto 'un aiutino'".

"E' necessario che il debito pubblico cali, vado in giro per l'Italia a predicarlo" ha aggiunto Cottarelli che sta facendo un tour del Paese per presentare il suo libro 'Il macigno-Perché il debito pubblico ci schiaccia e come si fa a liberarsene', edito da Feltrinelli.

"E' vero che dobbiamo essere ottimisti – ha spiegato l'economista – , questo anche per una questione di orgoglio nazionale, sono stanco di andare all'estero e sentire che l'Italia è considerata il fanalino di coda dell'economia. Però è ora di fare davvero le cose non solo di prometterle e di renderci conto che il debito deve diminuire". "Il debito pubblico – spiega Cottarelli – in Italia è un problema poco sentito rispetto ad altri Paesi del nord Europa o anche agli Usa. Tutti vogliono tagliare le spese ma quelle di qualcun'altro, non le proprie".

Per Cottarelli, inoltre, mentre gli 80 euro di Renzi erano "una detassazione", i "vari bonus bebè o nonni mi sembrano, al meglio, misure improvvisate, al peggio, buttate via".

"Abbiamo avuto in passato, negli ultimi anni, una difficile situazione perché l'economia invece di crescere si riduceva e in questa situazione è inevitabile che le banche ne risentano e che si accumulino i 'non performing loans' cioè le sofferenze bancarie e i crediti che è difficile riscuotere".

"Credo che stiamo facendo degli importanti passi avanti nel ridurre queste sofferenze - ha proseguito Cottarelli –. Da questo punto di vista siamo sulla strada giusta. E' un fatto molto importante e credo ci debba essere riconosciuto, più di quanto è stato fatto finora, anche a livello internazionale.

Ha preso poi la parola il professor Masciandaro che ha parlato di politica monetaria, sottolineando che "nel mondo sta cambiando, sta finendo per esempio il 'quantitative easing', quindi la politica di tassi bassi di cui l'Italia ha beneficiato recentemente". "Quale sarà quindi la 'nuova normalità'?" è il quesito posto dal professore. "C'è una progressiva tendenza a trattenere la liquidità, nessuno la reinveste, ne gli Stati né le imprese né le famiglie – ha spiegato -: è l'effetto spugna che c'è stato finora. Tutte le banche centrali, oggi, stanno studiando tassi d'interesse negativi, hanno già acquistato tutti i titoli acquistabili".

"I tassi – ha sottolineato il direttore del dipartimento di Economia della Bocconi - saranno bassi anche nel prossimo futuro: continueremo a stampare moneta finché serve, cioè fin quando le famiglie consumeranno e le aziende riprenderanno a investire". "Questa è la strada che stanno percorrendo le banche centrali ma non è detto che sia quella giusta – ha avvertito - anche se può essere che finché stampiamo moneta il sistema ringrazierà e metterà da parte senza investire. Smettiamola con le politiche espansive".

"Occorre pensare anche a ridisegnare il ruolo del banking, quindi un po' il business model delle banche. Un business model che è stato di grande trascinamento, di grande motore di crescita in questi anni: è un motore che, però, probabilmente non riesce più a offrire un contributo come negli anni passati". E' l'analisi di Pierpio Cerfogli, vicedirettore generale di Bper Banca che ha fatto gli onori di casa al dibattito 'Politica fiscale e politica monetaria: quale soluzione per tornare a crescere'.

"L'auspicio – ha spiegato Cerfogli - è quello di poter dare, con questo dibattito, qualche punto di riferimento preciso in un momento in cui la precarietà e la discontinuità la fanno da padrone. Proveremo attraverso il percorso monetario fiscale e bancario a capire quale tipo di sviluppo, contributo e percorso possiamo avviare per una crescita duratura. Non sarà semplice ma avere qualche buon punto di riferimento potrà essere una partenza interessante per avere una visione nitida del percorso da realizzare e del modo in cui riuscire a farlo".

"Come investitori istituzionali investiamo moltissimo nel debito dello Stato e, quindi, le prospettive e la sostenibilità del debito italiano sono per noi cruciali per orientare i nostri investimenti e cercare di tutelare, al massimo, il risparmio che numerose famiglie che ci hanno affidato attraverso una banca come la Bper". A sottolinearlo è Simone Bini Smaghi, vicedirettore generale di Arca Sgr che ha organizzato, insieme a Bper Banca, il dibattito. Bini Smaghi – che ha fatto gli onori di casa insieme a Pierpio Cerfogli, vicedirettore generale di Bper Banca - ha definito l'appuntamento "importante" sul fronte del tema del debito pubblico "perché il professor Cottarelli ha una grandissima conoscenza delle problematiche della spesa pubblica e della gestione del debito che, in questo Paese, è un elemento critico della spesa. Inoltre è molto chiaro nel proporre delle soluzioni facilmente e concretamente realizzabili".

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