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Polo Museale Firenze: fare multe a chi usa immagine del David senza permesso

12 marzo 2014 | 15.42
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Polo Museale Firenze: fare multe a chi usa immagine del David senza permesso

E' necessario modificare le leggi attualmente in vigore prevedendo ''sanzioni, almeno in Italia'', per chi usa in modo distorto a fini pubblicitari immagini dei capolavori dell'arte universale, come ad esempio la 'Nascita di Venere' di Botticelli e il David di Michelangelo. A sollecitare l'introduzione di multe per chi compie operazioni di marketing con ''manipolazioni e deformazioni'', magari ''con l'introduzione di accessori estranei (prodotti commerciali)'', è Cristina Acidini, soprintendente del Polo Museale di Firenze.

DAVID CON IL MITRA - Acidini interviene così nel dibattito suscitato dal fotomontaggio del David di Michelangelo utilizzato da parte della società produttrice di armi Arma.Lite.Inc. (Illinois). Nei giorni scorsi il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha sollecitato il ritiro della pubblicità in cui la statua marmorea, indiscusso simbolo dell'arte rinascimentale italiana, imbraccia una potente arma da fuoco.

MORAL SUASION - ''Le armi a nostra disposizione sono spuntate - spiega Acidini - perché non sono previste sanzioni per chi contravviene'' all'uso non autorizzato delle immagini ''e tanto più fuori d'Italia, nel quadro di una complessa normativa internazionale''. Per questo, ''con l'auspicio che una modifica della legge preveda l'inserimento di sanzioni almeno in Italia, la nostra risorsa più efficace - sostiene Acidini - resta una moral suasion, che non di rado convince il diretto interessato a non insistere con un'iniziativa che, a fronte di un'attrattiva epidermica e effimera, svilisce il capolavoro originale che è patrimonio dell'umanità. E' questa la strada che mi parrebbe di dover percorrere anche con l'azienda statunitense''.

NESSUNA TOLLERANZA - La soprintendente del Polo museale fiorentino, Cristina Acidini, prende decisamente le distanze dalla discussa pubblicità con il David che imbraccia un fucile mitragliatore e respinge l'ipotesi di ''un atteggiamento di tolleranza della Soprintendenza'' in casi precedenti di utilizzo dell'immagine del David come testimonial di questo o quel prodotto. A partire dalla Legge Ronchey, ricorda Acidini, la normativa italiana prevede anche che l'utilizzo delle immagini sia autorizzato dopo ''una attenta valutazione della idoneità della proposta. Gli accostamenti con i prodotti devono essere rispettosi dell'integrità e dignità culturale delle opere e quindi le immagini non devono essere manipolate e le suggestioni devono essere, per così dire, sostenibili entro una sfera di rispetto dei valori delle opere stesse''.

L'AUTORIZZAZZIONE - A seconda dei casi, quando è interpellata, la Soprintendenza fiorentina ''concede o meno l'autorizzazione o chiede modifiche. Quando non è interpellata (e succede spesso), se viene a conoscenza di un uso non autorizzato, interviene col soggetto commerciale - rileva Acidini - chiedendo la rimozione di immagini ritenute lesive o la regolarizzazione a norma di legge se invece gli usi sono ritenuti consoni. Naturalmente nella società dell'immagine è pressoché impossibile che tutto ciò che compare possa venire a conoscenza dei nostri uffici, perciò volentieri accogliamo segnalazioni''.

RIMOSSA DAI BAGNI CHIMICI - A proposito dell'uso dell'immagine del David di Michelangelo, custodito alla Galleria dell'Accademia di Firenze, tra i tanti 'interventi' effettuati negli anni più recenti, Acidini ricorda che è stata fatta rimuovere dall'esterno dei bagni chimici mobili dei cantieri stradali (''dov'era in compagnia della solita Venere e di altri capolavori''). E si raggiunse un accordo con un soggetto produttore di prosciutti, che accolse l'invito di togliere dalla spalla della statua l'insaccato portato a mo' di zaino e di escogitare un accostamento più sostenibile tra il prodotto e l'immagine. Poi Acidini conclude: ''Si continua a dissuadere nei confronti degli utilizzi (non autorizzati) in cui al David vengono 'fatti indossare' capi di abbigliamento, occhiali, copricapo, gioielli e quant'altro, non senza maliziosa enfasi sulle parti intime''.

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