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Pompei: Franceschini a stampa estera, non date rappresentazione tragica

21 novembre 2014 | 16.36
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Pompei: Franceschini a stampa estera, non date rappresentazione tragica

"Bisogna stare attenti a non dare una rappresentazione sbagliata di Pompei. Io ho incontrato turisti andati a Pompei convinti di avere poche settimane per vedere gli scavi prima che crolli tutto, tale è stata la rappresentazione mediatica". Lo ha detto il ministro per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo, Dario Franceschini parlando stamane con i giornalisti della stampa estera in Italia, che gli avevano rivolto un invito per un colloquio a tutto campo.

"Su Pompei è vero il contrario, come ha spiegato in Parlamento la scorsa settimana il generale Nistri: stiamo lavorando a testa bassa per rispettare i tempi dell'Unione Europea per l'utilizzo dei 105 milioni di fondi. Ma vorrei che fosse chiaro - e per capirlo bisognerebbe vederla Pompei - che non è che spesi quei 105 milioni di euro abbiamo risolto il problema Pompei e inauguriamo gli scavi come fossero un museo: Pompei si estende su decine e decine di ettari che richiedono una manutenzione perenne e quindi il cantiere sarà un cantiere sempre aperto, di manutenzione e di restauro. Ed è quello che sta avvenendo: a Pompei, rispetto all'action plan siglato con l'Ue che prevedeva di rendicontare a fine 2014 2.300.000 euro, ne sono stati rendicontati 3 milioni, il valore dei lavori in corso è fissato a 50 milioni e siamo già a 46. Dei 55 progetti originari, 25 sono già stati banditi. Ci sono attualmente 11 cantieri attivi per le opere ma a breve saranno 13. Certo ci sono anni di ritardi ma stiamo lavorando con dei risultati anche in termini di presenze in continua crescita", ha sottolineato il ministro.

Quanto alle assemblee sindacali, che hanno fatto trovare chiusi gli scavi in più di un'occasione a turisti arrivati anche da molto lontano, Franceschini aggiunge: "Vorrei che anche qui non si generalizzasse e nessun turista arrivasse a pensare: 'Non vado a Pompei perché è sempre chiuso'. È capitato due mattine per delle assemblee, dalle 8.30 alle 11.30, e il terzo giorno, per la pressione mediatica che si era generata, hanno rinunciato all'assemblea"

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