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Ponte Morandi, ministero Ambiente risponde a Salvini

15 giugno 2019 | 17.52
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“Stupisce sentir parlare di lungaggini in riferimento ai procedimenti autorizzativi per quanto riguarda la demolizione e rimozione delle macerie"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Stupisce sentir parlare di lungaggini in riferimento ai procedimenti autorizzativi per quanto riguarda la demolizione e rimozione delle macerie del ponte di Genova. Ricordiamo che proprio per velocizzare, è stata predisposta una Via, valutazione di impatto ambientale, accelerata, che ha portato da circa 6-9 mesi a 30 giorni il periodo del rilascio". A sottolinearlo è il ministero dell'Ambiente in una nota. "Uno staff dedicato presso il ministero dell’Ambiente ha incessantemente dialogato con le istituzioni locali, dialogo mai cessato".

Ieri era stato il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a parlare di lungaggini. "Pare che dal ministero dell'Ambiente ci siano lungaggini che mettono in discussione la tempistica preventivata - aveva detto il vicepremier al termine del consiglio federale della Lega a Milano - Visto che stiamo approvando lo sblocca cantieri se qualcuno pensa di rallentare l'opera di demolizione del Ponte Morandi ha sbagliato a capire, quindi può essere che domani sia in Liguria perché abbiamo dato una parola e non può esserci qualche burocrate a Roma che rallenta la promessa fatta ai genovesi e agli italiani".

"Lo staff - spiega oggi il ministero guidato da Sergio Costa - ha ripetutamente incontrato la Struttura Commissariale, e lo stesso Bucci, lavorando in sinergia per coniugare la velocità del processo di demolizione e ricostruzione con la massima tutela ambientale. I risultati sinora raggiunti sono il frutto di questa sinergia, e anche della necessaria interlocuzione con le istituzioni comunitarie curata proprio dallo staff del ministero dell’Ambiente". "Chiaramente nel momento in cui nelle macerie è stato trovato amianto, è stato necessario chiedere un parere a Ispra e predisporre il percorso più sicuro, per gli operai e per i cittadini. Non si confondano - evidenzia infine il ministero - i tempi dilazionati, che assolutamente non corrispondono a questo caso, con le necessarie precauzioni per la salute pubblica”.

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