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Pop Bari, Bellanova: "Italia Viva c'è, ma non ad occhi bendati"

14 dicembre 2019 | 10.02
LETTURA: 4 minuti

La ministra spiega come si è giunti alla posizione di IV emersa ieri sera: "Non si può convocare un Cdm per approvare un provvedimento non concordato in qualche modo"

(Foto Fotogramma/Ipa)
(Foto Fotogramma/Ipa)

"No, non ci sto alle cose che leggo stamani su alcuni giornali a proposito del Consiglio dei Ministri su Banca Popolare di Bari. No, ItaliaViva non è diventata irresponsabile. Italia Viva c'è. Ma non a occhi bendati". Lo scrive su Twitter il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova che su Facebook spiega come si è giunti alla posizione di IV emersa ieri sera sulla Banca Popolare di Bari.

"Sono stata avvisata del Consiglio dei Ministri ieri sera mezz'ora prima dell'inizio - rivela - mentre ero in viaggio e nonostante fossi rimasta a Roma fino all'ultimo, disdicendo anche una iniziativa programmata in Puglia in serata". "All'ordine del giorno - spiega la ministra - c'era un provvedimento delicatissimo, che riguardava il salvataggio della Banca Popolare di Bari, su cui peraltro nel pomeriggio avevo letto dichiarazioni che non lasciavano presagire una particolare ed urgente necessità per il governo di intervenire". Per Bellanova "nel metodo c'è quindi un problema: non si può convocare un Consiglio dei Ministri per approvare un provvedimento non concordato in qualche modo, prima che peraltro fosse uscita la notizia che la Banca d'Italia aveva commissariato l'Istituto, cosa della quale nessuno ci aveva informato: le banche e i relativi risparmi per Italia Viva vanno salvati, ma non senza accertare le responsabilità che hanno portato gli istituti a quella situazione".

"Nel merito - continua il post - trovo paradossale aver fatto e non aver purtroppo vinto (per ora...) una battaglia per togliere una tassa insulsa come è quella della sugar tax, la tassa sulla dolcezza, che a regime vale 200 milioni all'anno, ed improvvisamente si trova un miliardo per salvare un istituto di credito. So bene che i due importi non sono tecnicamente la stessa cosa, ma so altrettanto che parliamo comunque di denari pubblici, di tutti noi, e che un minimo di riflessione in più in queste circostanze non guasta. Quanto meno si informano i partner di governo e si concorda un provvedimento".

Italia viva - spiega la ministra - è pronta "a salvare gli istituti di credito insieme ai risparmiatori e ai posti di lavoro, ma non senza avere accertato le responsabilità che li hanno portati a quella situazione e non senza aver condiviso una strategia complessiva, che eviti misure tampone ed emergenziali. E no, Italia Viva non ha trovato l'ennesima scusa per creare problemi al governo e fare notizia: se siamo in una coalizione ci si tiene informati, ci si aggiorna sull'evoluzione delle situazioni, specie di quelle di emergenza, si concordano un minimo di provvedimenti, non si convocano i ministri per un Consiglio last minute e con urgenza dopo che nel pomeriggio si erano lette dichiarazioni di tutt'altro segno".

"Votare a scatola chiusa un decreto così importante è ingiusto e pericoloso”, hanno dichiarato il coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato e la ministra Teresa Bellanova, capo delegazione di Italia Viva al governo.

"Non tocca a noi scoprire chi sia responsabile dei problemi di gestione e/o vigilanza della Banca Popolare di Bari. Siamo disponibili a sostenere i risparmiatori come abbiamo fatto, in modo molto più soft, nel 2015 e nel 2017. La procedura che viene immaginata per Bari, tuttavia, è per larghi tratti inedita. E dovendo impiegare un miliardo del contribuente appena qualche ora dopo l’assicurazione del premier che negava ogni ipotesi di interventi, ci pare giusto capire meglio di che cosa stiamo parlando". “Salvare i risparmiatori - proseguono Rosato e Bellanova - è una priorità. Aiutare i lavoratori un dovere. Decidere come farlo riguarda tutti. A meno che non ci sia qualcuno che deve nascondere qualcosa”.

“Rimane la curiosità intellettuale di sapere che cosa sia accaduto a chi ha costruito la propria campagna elettorale insultandoci come amici delle banche e oggi non solo mette centinaia di milioni del contribuente per una banca, ma addirittura ci accusa di irresponsabilità solo perché abbiamo chiesto di avere qualche ora per vedere un decreto che, a differenza di ciò che facemmo noi, stanzia un miliardo dei cittadini per rimediare agli errori di chi ha gestito la Popolare di Bari. Anche sulle banche il tempo è stato e sarà galantuomo”, concludono.

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