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Ambiente: potature e manutenzione inadeguate, così soffrono gli alberi urbani

09 marzo 2015 | 17.45
LETTURA: 3 minuti

Eppure gli alberi sono un patrimonio prezioso che andrebbe difeso, per l'ambiente e per la salute. Con una cura del verde fatta in modo professionale e anche sostituendo le piante non più adeguate al contesto urbano.

(Infophoto)
(Infophoto)

Potature inadeguate, manutenzione carente, una gestione del verde approssimativa ma anche specie non più adatte all'ambiente urbano. Gli alberi nelle nostre città soffrono, non solo il cemento e gli eventi climatici estremi, ma anche l'incuria di chi dovrebbe prendersi cura di questo patrimonio.

Insomma “esiste un problema storico di gestione del verde urbano che riguarda potature e manutenzione”, spiega all'Adnkronos Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente. Prendiamo ad esempio i pini solitari, “alberi molto alti che vengono potati in maniera non adeguata indebolendo il tronco tagliando i rami più bassi che lo tengono in equilibrio”. Il problema è che spesso nella gestione del verde si fanno appalti al massimo ribasso affidandola a gente incompetente”.

La stabilità degli alberi è poi minacciata dai lavori stradali. I pini, ad esempio, hanno la particolarità di avere radici molto superficiali che finiscono per essere tagliate durante i lavori stradali.

Eppure gli alberi rappresentano un patrimonio prezioso per l'ambiente, la salute e anche di contrasto al clima impazzito. Tra le grandi capitali mondiali, Roma è una delle città più verdi. Le sue ville e i suoi giardini sono dei veri e propri polmoni verdi. Curiosità: la vegetazione arborea romana è alloctona mentre le specie autoctone non ci sono quasi più, rimpiazzate da alberi 'importati' per motivi paesaggistici o ambientali.

Il 'quasi' è d'obbligo perché, per immaginarsi come doveva presentarsi l'area su cui sorge la città, quando era ancora tutta campagna romana, basta fare una passeggiata a Villa Borghese, dove resistono alcuni nuclei di farnie, cerri, lecci che componevano il tipico querceto misto della zona.

Villa Borghese a parte, al bosco misto si sono sostituiti i numerosi giardini all'italiana o all'inglese che si possono ammirare un po' ovunque nella Capitale, ma le cui specie sono state introdotte. Alberi d'importazione, insomma, che sono arrivati in città non solo per motivi decorativi e paesaggistici ma anche, per esempio, per arginare l'inquinamento e purificare gli ambienti: a questo servono principalmente i platani che si trovano lungo i percorsi stradali.

Nella Città Eterna non potevano mancare le piante antiche, e alcune sono così antiche da meritarsi l'appellativo di 'fossili viventi'. E' il caso del ginkgo biloba e della cycas presenti sul pianeta prima ancora che l'uomo e i mammiferi facessero la loro comparsa.

Il ginko biloba oggi si trova facilmente a Roma, costeggia ad esempio un lungo viale del quartiere Quadraro, ma fino a 2-3 secoli fa i suoi esemplari si contavano sulle dita di una mano e si trovavano solo in Cina. E' stato grazie ai monaci, che custodivano questi rari esemplari, che la pianta si è propagata e diffusa anche in altre aree del mondo.

La cycas, sorta di bassa palma, si trova facilmente in molti giardini. Ha una veneranda età anche la roverella che si può vedere al Bioparco, una quercia secolare nonchè pianta autoctona che ha il primato di essere l'organismo più antico del Bioparco.

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