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Poveri e migranti, nuovo richiamo del Papa

31 maggio 2019 | 12.59
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Francesco in Romania: "Occorre far crescere la positiva collaborazione delle forze politiche, economiche, sociali e spirituali"

(Afp)
(Afp)

di Enzo Bonaiuto

Per affrontare il fenomeno dell’immigrazione, è necessario l’impegno di tutte le forze in campo, politiche e sociali, economiche e religiose, sul terreno nazionale e globale. E’ il richiamo di Papa Francesco, che nel suo primo giorno di visita apostolica in Romania, presidente di turno del Consiglio Europeo, e a pochi giorni dalle elezioni per il Parlamento Ue, torna a porre con forza al centro dell’attenzione internazionale il tema dei migranti.

"Le trasformazioni rese necessarie dalla apertura di una nuova era hanno comportato, insieme a positive conquiste, il sorgere di inevitabili scogli da superare e di conseguenza non sempre facili da gestire per la stabilità sociale e per la stessa amministrazione del territorio: in primo luogo, il fenomeno dell’emigrazione - sottolinea il Pontefice - che ha coinvolto diversi milioni di persone che hanno lasciato la casa e la propria patria per cercare nuove opportunità di lavoro e di vita dignitosa". Il Papa afferma che "per affrontare i problemi di questa nuova fase storica, per individuare soluzioni efficaci e per trovare la forza di applicarle, occorre far crescere la positiva collaborazione delle forze politiche, economiche, sociali e spirituali. E’ necessario camminare insieme e riproporsi tutti con la convinzione di non rinunciare alla vocazione più nobile a cui uno Stato deve aspirare: farsi carico del bene comune del suo popolo".

Il Papa sottolinea che una società può dirsi davvero civile soltanto se si prende cura degli ultimi, di coloro che occupano gli scalini più bassi della scala sociale, migranti compresi. Francesco esorta a "camminare insieme, con la nobiltà di rinunciare a qualcosa della propria visione o del proprio specifico interesse, a favore di un disegno più ampio, in modo da procedere sicuri verso mete condivise", tenendo sempre presente che "quanto più una società si prende a cuore la sorte dei più svantaggiati, tanto più può dirsi veramente civile".

Occorre allora "costruire una società inclusiva - chiede il Pontefice - nella quale ciascuno, mettendo a disposizione le proprie doti e competenze con un lavoro creativo, partecipativo e solidale, diventi protagonista del bene comune". Costruire "una società dove i più deboli, i più poveri e gli ultimi non siano visti come indesiderati, come intralci che impediscono alla ‘macchina’ di camminare, ma come cittadini e fratelli da inserire a pieno titolo nella vita civile, come la migliore verifica della reale bontà del modello di società che si va costruendo".

Per il Papa "occorre che tutto questo abbia una chiara direzione di marcia, non imposta da considerazioni estrinseche o dal dilagante potere dei centri dell’alta finanza, ma dalla consapevolezza della centralità della persona umana e dei suoi diritti inalienabili, per un armonioso sviluppo sostenibile e per la concreta attivazione della solidarietà, per le quali serve la sensibilizzazione di tutte le forze sociali, civili e politiche verso il bene comune".

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