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Premio Felder, la chimica al servizio della medicina di precisione

25 febbraio 2019 | 18.54
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Premio Felder, la chimica al servizio della medicina di precisione

Mettere le basi per "una rivoluzione nel modo di produrre farmaci, in linea con le esigenze della nuova era della medicina di precisione". E' una delle missioni che si potrà coltivare seguendo il filone di ricerca su cui investirà il premio Ernst Felder, lanciato oggi a Milano da Fondazione Bracco e Bracco Imaging, in collaborazione con il Politecnico di Milano e la Fondazione Politecnico di Milano. E' il responsabile scientifico del premio, Maurizio Masi, a spiegare le possibili ricadute pratiche di scommettere un milione di euro sul rientro in Italia di un giovane e brillante ricercatore oggi attivo all'estero e sulla sua capacità di generare innovazione nel settore della 'chimica in flusso'. Il tutto nel nome di uno scienziato, Felder, che con le sue scoperte ha rivoluzionato negli anni '70 la diagnostica per immagini.

Da "un ricercatore visionario", come lo definisce chi lo ha conosciuto, il seme per un futuro altrettanto innovativo. "Il mondo moderno - spiega Masi, direttore del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria chimica Giulio Natta del Politecnico - va verso una produzione che è molto dedicata alla persona, con farmaci disegnati non per tutti. Mi aspetto dunque che in futuro si passerà da grandi impianti a produzioni molto piccole e mirate, in strutture compatte, ridotte a qualcosa di simile a un frigorifero". Micro impianti "che avranno grandi vantaggi in termini di sicurezza, saranno fortemente digitalizzati in collegamento con quella che è l'industria 4.0, in un significativo avanzamento di processi. Il primo germe viene dal Dipartimento della Difesa americano che per fare i farmaci in zona di operazione aveva bisogno di impianti snelli e da lì sono nate varie applicazioni. Parliamo di un filone che negli Usa è iniziato dopo il Duemila, quindi recente".

La call internazionale presentata oggi è rivolta a studiosi che hanno concentrato i loro studi sulla "trasformazione dei processi di sintesi chimica da modalità discontinua a continua". "E' un bando di alto profilo - sottolinea Gaela Bernini, segretario generale della Fondazione Bracco - che punta anche alla nascita di un centro di competenza che possa a sua volta attirare fondi internazionali, facendo da moltiplicatore". Le aspettative, continua Masi, riguardano "la process intensification. Penso a impianti che lavorano sempre vicino alle condizioni di ottimo. Questo permette di sprecare pochissimo prodotto. Quindi si inizia una chimica che quasi non fa sottoprodotti e con un'intensità energetica molto più modesta". E più ecologica.

"Questi impianti piccoli e personalizzati possono fare in prospettiva farmaci in piccolissima quantità e quindi può essere conveniente fare prodotti per il singolo paziente, cosa che oggi nessuna azienda fa", prosegue l'esperto. Una svolta che avrebbe ricadute per esempio per il mondo delle malattie rare. "Io - immagina Masi - potrò fare l'impiantino per il singolo e questa inizia a essere una rivoluzione. C'è un trend nell'industria chimica che guarda a questo nuovo modo di fare. Ma anche il settore alimentare potrà beneficiare di impianti piccoli che vanno 24 ore su 24 e tutto l'anno fanno ognuno un determinato tipo di prodotto, riducendo le esigenze di pulizia e quindi l'impatto ambientale. I guadagni potrebbero essere tanti".

Ne è convinto anche Fulvio Renoldi Bracco, amministratore delegato di Bracco Imaging, che delinea il futuro su cui l'azienda sta puntando: "Guardiamo alla medicina di precisione come una delle leve per poter dare ai pazienti soluzioni migliori sia in termini di diagnostica ma soprattutto per facilitare il medico nella scelta di quella che è la terapia. Le aree su cui puntiamo sono la combinazione tra medical device, mezzi di contrasto di precisione e utilizzo della parte analitica. Ma dal premio Felder mi aspetto una ricaduta che possa servire a tutto il Paese, spero dia un contributo scientifico per mantenere la leadership che l'Italia ha nella farmaceutica".

Per Diana Bracco, presidente della Fondazione e del Gruppo Bracco, il valore del premio è anche quello di un percorso "nel segno della forza del passato con cui continuare a costruire un futuro". Il pensiero va al contributo di Ernst Felder, per anni a capo della Ricerca del Gruppo. Classe 1920, il chimico di Zurigo, una volta approdato a Milano, ha dovuto nuovamente laurearsi all'università di Pavia, "ha costruito l'istituto di ricerca di Bracco e l'ha animato per anni. Di lui conservo molti ricordi. Ripenso a momenti che mi fanno sorridere, come quando abbiamo salvato 8 beagle dai laboratori, ma anche alla sua visione molto precisa e rigorosa. Scriveva tutto in maniera perfetta e oggi abbiamo un suo ricco archivio storico. A me piace mantenere la memoria. E come Bracco, tra l'altro, oggi stiamo costruendo l'archivio Bracco e il museo d'impresa".

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