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Premio Viareggio Repaci sismografo vita culturale e civile

21 agosto 2019 | 18.12
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Simona Costa, presidente del Premio Viareggio Repaci.
Simona Costa, presidente del Premio Viareggio Repaci.

di Rossella Guadagnini

Lo definisce così la presidente Simona Costa, docente all'Università di Roma Tre di Letteratura Italiana contemporanea: "un sismografo della vita culturale e civile del Paese". E' il premio letterario Viareggio Repaci, nato nel 1929 'sotto l'ombrellone' della spiaggia viareggina ad opera di Leonida Rèpaci e dei suoi amici Alberto Colantuoni e Carlo Salsa, che compie ora 90 anni e li festeggia in grande stile. "Sono novant'anni non solo di vita letteraria, ma anche civile e politica del nostro Paese -sottolinea Costa all'Adnkronos, senza celare una nota di orgoglio nella voce- Difeso nel periodo fascista dalle ingerenze del regime dal suo fondatore, che se ne allontanò pur di non prendere la tessera del Pnf; risorto nel dopoguerra più battagliero che mai, con l’assegnazione - tra l’altro - nel 1947 del Premio alle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, nonostante fosse, contro il regolamento in quanto riconoscimento postumo. Insomma si è sempre più affermato, grazie anche alle prestigiose giurie, come premio destinato a onorare una carriera o, al contrario, a scoprire - per primo - un astro nascente della nostra vita culturale".

Cosa avete in programma per questa edizione 'storica'? "I nostri primi 90 anni li festeggeremo in maniera speciale: ai premi tradizionali delle tre sezioni, Narrativa, Poesia e Saggistica e al consueto Premio Internazionale 'Viareggio-Versilia', dedicato a illustri personalità che si sono contraddistinte a livello internazionale per la diffusione della cultura italiana nel mondo (e per favorire l’intesa tra i popoli, il progresso e la pace), si accompagnano altri premi di rilievo".La conduzione è affidata allo scrittore Paolo Di Paolo, mentre nel corso della serata interverrà Walter Veltroni, appassionato da sempre di letteratura e cinema.

"Oltre al grande regista Marco Bellocchio, infatti, cui sarà assegnato il Premio Internazionale, proprio nell’anno di un suo importante compleanno e dell’uscita del nuovo bellissimo film ("Il traditore" ndr), saliranno sul palco del Principino, applauditi da una città che si riconosce fortemente nella tradizione culturale legata a questo storico riconoscimento, il Maestro Riccardo Muti, che ha diffuso nel mondo la nostra cultura musicale, il giurista Sabino Cassese, il musicista e cantautore Gino Paoli, che ben rappresenta un filone fondamentale della musica italiana. Tramite un’intervista resa a Walter Veltroni, sarà inoltre con noi -anche se non potrà esser presente di persona- il fondatore di 'Repubblica', Eugenio Scalfari, cui sarà assegnato il Premio Speciale per il Giornalismo, per la straordinaria carriera che lo ha reso un caposcuola indiscusso del giornalismo italiano ed europeo".

"Con questi premi -prosegue poi Costa- abbiamo voluto rendere omaggio alla tradizione culturale del nostro Paese, scegliendo personalità che l’hanno altamente rappresentata e onorata in diversi campi. E questo ci è parso rientrasse appieno nello spirito del Viareggio, che si contraddistingue da altri riconoscimenti per la sua ambizione: non s'intende infatti solo attribuire un premio estivo a un singolo libro, ma si cerca di individuare (proprio attraverso le sue tre sezioni, narrativa, poesia, saggistica e i suoi premi speciali) i nuovi fermenti culturali via via emergenti, di individuare le voci nuove che si fanno spazio, talora con difficoltà, nelle pieghe del presente, di essere anno dopo anno il palcoscenico di un ininterrotto aggiornamento culturale".

In questo senso era stato istituito già dal suo fondatore Leonida Répaci il premio "Opera-prima", da assegnare ad un testo di narrativa, poesia o saggistica: "quest’anno abbiamo voluto ripristinarlo, con l’assegnazione alla poetessa transessuale Giovanna Cristina Vivinetto per la sua raccolta lirica 'Dolore minimo'. Se il Viareggio è un sismografo della vita culturale del Paese, i suoi giurati somigliano un po' ai cavalieri erranti in cerca dei testi più originali, intensi e persuasivi che sono espressione della nostra cultura". Ci sono stati, però, momenti e anni difficili. "Era successo pure al tempo della lunga presidenza di Rèpaci, scomparso nel 1985. In novant’anni accadono anche incidenti di percorso e tante sono le vicende, anche avventurose, anche litigiose, che ritroviamo sfogliando le pagine dei vari libri dedicati alla storia del Viareggio. In ogni modo è riuscito a sopravvivere, mantenendo intatto il suo prestigio di premio libero e indipendente, sia dal mondo editoriale che da quello politico, secondo il motto 'liber et immunis' voluto da Rèpaci, pugnace intellettuale e organizzatore culturale".

"Negli ultimi, difficili anni per il Comune di Viareggio, passato per più commissariamenti -ricorda la presidente- la città non ha comunque lasciato che il suo storico Premio morisse o anche solo tacesse, come durante gli anni della guerra: le sue istituzioni si sono mobilitate affinché potesse proseguire, benché faticosamente, la sua strada. Ora, ripristinata una situazione di normalità, con il Comune in grado di offrire un maggior sostegno, riparte e guarda al futuro ben deciso a mantenere intatte le sue peculiarità, a far valere quelle antenne culturali che ne hanno fatto un 'unicum' nella nostra storia novecentesca e che continuano a imprimergli un volto personalissimo nei flutti del nuovo millennio. Perché, come amava dire Rèpaci, 'con il vento il barco si alleona'".

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