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Preparavano ingresso in Italia di 'pericolosi clandestini', due arresti

16 agosto 2021 | 07.33
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Sequestrato anche un veliero di 17 metri battente bandiera olandese

Preparavano ingresso in Italia di 'pericolosi clandestini', due arresti

Due uomini ai vertici di un’organizzazione transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione, che preparavano l’ingresso in Italia di 'pericolosi' clandestini sono stati arrestati dalla Polizia di Cagliari, che ha sequestrato anche un veliero di 17 metri battente bandiera olandese. L’operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Cagliari, è stata diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia.

L’esecuzione delle misure cautelari - a carico un tunisino 62enne, e di un tedesco 26enne, indagati per aver partecipato a un’associazione a delinquere transnazionale finalizzata a far entrare in Italia stranieri privi di titoli di soggiorno - si è resa necessaria perché era emerso che nei piani dell’associazione criminale vi era l’imminente trasporto sul territorio italiano di alcuni migranti di origine maghrebina definiti 'uomini di potere' e 'bombe per l’Europa'. Tenuto conto della gravità del progetto, la Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia, ha dato ordine di eseguire le misure cautelari emesse dal Gip non appena il veliero avesse di nuovo raggiunto le coste italiane.

Per le attività di localizzazione e di abbordaggio del veliero è stato fondamentale l’impiego di mezzi aerei e navali della Guardia Costiera, con il coordinamento del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo (Imrcc) di Roma.

Dopo diverse missioni di ricerca protratte per giorni, un velivolo Atr42 della Guardia Costiera ha individuato il veliero a 50 miglia a sud della Sardegna, quest’ultimo era monitorato anche da una microspia Gps/Gsm installata dagli uomini della Sezione Criminalità Straniera della Squadra Mobile. L’abbordaggio è scattato quando due motovedette della Guardia Costiera, con a bordo anche personale della Squadra Mobile, hanno intimato all’equipaggio di fermare la barca. L’area era sorvegliata da un elicottero e da un velivolo Art42 della Guardia Costiera. Il veliero era all’ancora nel golfo di Piscinni, dove era giunto circa due ore prima dopo aver fatto scalo un giorno in Tunisia e due giorni a largo delle coste algerine.

Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari, sono iniziate il 30 agosto 2020, dopo lo sbarco a Capo Malfatano, in provincia di Cagliari, di cinque tunisini e due tibetani. I migranti furono avvistati da alcuni bagnanti mentre scendevano a terra dal tender partito dal veliero. Furono poi fermati dai Carabinieri, chiamati dal gestore di un chiosco, e portati nel centro di accoglienza di Monastir (Cagliari).

La ricostruzione di quello sbarco ha permesso agli uomini della Squadra Mobile di avviare una complessa indagine e di attivare numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, attraverso le quali sono stati raccolti gravissimi indizi di colpevolezza a carico degli indagati sull’esistenza di un’associazione a delinquere, con ramificazioni internazionali, in grado di trasportare in Italia decine di stranieri provenienti dal nord Africa e dai paesi asiatici (Tunisia, Algeria, India, Cina, Taiwan, Vietnam).

L’organizzazione si faceva pagare dai 3000 ai 6000 euro a persona, per il viaggio in Italia con il veliero e il successivo trasporto in auto verso altri paesi dell’Unione Europea. Gli stranieri venivano prelevati dalla Grecia o dalle coste della Tunisia e dell’Algeria, “da dove si poteva partire senza subire controlli”, come gli stessi indagati affermano nei dialoghi intercettati. L’organizzazione era in grado di mettere a disposizione dei migranti documenti falsi, qualora servissero. Alcuni viaggiavano anche con documenti autentici. Le indagini hanno anche documentato che il 29 novembre 2020 gli arrestati hanno trasportato sulle coste siciliane 19 stranieri, di origine vietnamita e di Taiwan, che prima erano stati fatti transitare attraverso la Turchia e poi imbarcati in Grecia.

In quella occasione, il veliero aveva stazionato nella rada del porto di Siracusa per tre giorni. La segnalazione della Squadra Mobile di Cagliari, sotto il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia, aveva consentito alla Questura di Siracusa di intervenire e di bloccare tutti i clandestini, dopo il loro sbarco in una parte nascosta dello scalo marittimo. Il veliero veniva gestito dal cittadino tunisino, che è anche l’armatore, mentre il cittadino tedesco svolgeva le mansioni di “manager di bordo”, come lui stesso si definiva con i migranti, e organizzava gli sbarchi. Sul veliero sono stati trasportati sino a trenta migranti.

Durante la perquisizione dell’imbarcazione i poliziotti hanno rinvenuto un foglio, appeso in diverse parti della barca, nel quale si davano precise istruzioni ai clandestini, per “facilitare” la convivenza a bordo durante le lunghe traversate sino alla Sardegna o alla Sicilia. Ai migranti veniva dato ordine in inglese, di: “non parlare mai con il Capitano”; “non entrare nella stanza del Capitano e nel bagno dell’equipaggio”; “non fare nessuna foto”; “non gettare in mare la spazzatura”; “non salire mai in coperta durante le ore del giorno”; “non prendere cibo se non autorizzati ma solo acqua”; “pulire ciò che viene sporcato”; “non fumare nelle cabine”. Le istruzioni terminavano con un quasi ironico “benvenuti a bordo”. All’operazione ha partecipato anche personale della Digos e del Commissariato di Iglesias. Il veliero è stato sottoposto a sequestro preventivo e condotto nel porto di Cagliari. I due arrestati si trovano ora nel carcere di Uta (Cagliari).

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