cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 12:10
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Previdenza e debito pubblico nel libro 'Le due facce della luna'

10 aprile 2014 | 10.06
LETTURA: 4 minuti

Previdenza e debito pubblico nel libro 'Le due facce della luna'

Roma, 10 apr. (Labitalia) - E' stato presentato, presso la Sala Mancini della direzione generale dell’Inps, il libro 'Le due facce della luna' di Giuseppe Vitaletti, economista, membro del Collegio sindacale dell'Inps e docente all'Università 'La Tuscia' di Viterbo. Il volume analizza l'attuale situazione del Paese alla luce delle teorie economiche che hanno guidato le scelte operate negli ultimi anni e offre il proprio contributo in merito alle prospettive di sviluppo economico nel breve, nel medio e lungo termine. "Se 30 anni fa -ha spiegato Vitaletti- avessimo detto si taglia l'Irpef e contestualmente si taglia la spesa pubblica, senza considerare che la disoccupazione è a livelli altissimi, questa ricetta sarebbe stata considerata semplicemente ridicola. Allora si faceva deficit, era un deficit che non aveva però molto debito pubblico come accade oggi. Oggi si dice che bisogna ridurre il debito pubblico perché -osserva Vitaletti- gli interessi sono alti. Ma se si riduce il saggio di interesse si può continuare a fare il debito. E si ridurre il saggio di interesse si può".

Alla discussione sul libro "provocatorio" di Vitaletti (come lo ha definito lo stesso autore) sono intervenuti anche Mauro Nori, direttore generale dell'Inps, Giampietro Brunello, ad della Sose (società che elabora per l'Agenzia delle Entrate le metodologie statistiche per gli studi di settore), l'economista Guido Salerno, Antonio Gallioni, del collegio sindacale Inps, Pietro Iocca, presidente del Civ dell'Inps. A moderare Marco Barbieri, direttore della Comunicazione dell'Inps.

"Ho trovato particolarmente stimolante -ha detto il commissario straordinario dell'Inps, Vittorio Conti, concludendo l’incontro- il libro del professor Vitaletti. E' uno strumento utile per leggere il presente, guardando alla storia che abbiamo vissuto". Già dagli anni '90, ha detto Conti, "l'Italia si è impoverita e si è deindustrializzata, fino ad arrivare in tempi recenti a trovarci senza grande industria e senza un progetto alternativo". Sul ruolo dell'euro, Conti ha spiegato che la moneta unica "ha protetto i vasi di coccio dell'Europa, i paesi più deboli, ma alla lunga qualche dubbio ci sta venendo perché in Europa ci sono ancora le cicale e le formiche, e nella crisi è più difficile convincere le formiche a dare alle cicale". "Nella crisi -ha concluso- si abbassa la tolleranza sui disallineamenti alle virtù". "E' doveroso chiedere all'Ue di allentare i vicnoli che ci vengono imposti, ma è altrettanto credibile che l'Europa questo ce lo conceda solo se noi contribuiamo a costruire il nostro futuro".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza