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Prezzi, Accademia Tartufo: "Bianco come oro fino a 5mila euro al chilo"

06 novembre 2022 | 16.11
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L'allarme di Giuseppe Cristini: "la siccità fa salire le quotazioni e c'è anche il rischio che a breve non avremo più il tartufo bianco"

Giuseppe Cristini  direttore Accademia Tartufo nel mondo
Giuseppe Cristini direttore Accademia Tartufo nel mondo

Tartufo come oro, prezzi alle stelle per le pepite del pregiato tartufo bianco e anche per quelle meno ricercate di tartufo nero. Quest’anno la caccia è più che mai ardua per i circa 200mila cavatori italiani che accompagnati dai loro cani, sono disperati a causa della siccità che, di conseguenza, ha fatto lievitare i prezzi (più del solito). Ed è così che da Alba ad Acqualagna, dalle Langhe alle zone appenniniche dell’Emilia Romagna, dell’Umbria e delle Marche ma anche del Lazio fino in Abruzzo e Molise, in questo periodo si va cercando il tuber uncinatum che oggi costa 900-1.000 euro al chilo, niente rispetto agli oltre 4-5000 euro che si devono spendere per un chilo di tuber magnatum, il tartufo bianco di Alba.

"L’andamento della raccolta è in chiaroscuro, anche se puntiamo su produzioni più copiose magari verso la fine del mese di novembre e dicembre", afferma Giuseppe Cristini, direttore artistico dell’Accademia del tartufo nel mondo, nel delineare il quadro della situazione all’Adnkronos.

Una raccolta "altalenante - spiega Cristini - "con una caratura delle pepite media, infatti raramente troviamo pezzature sopra i cento grammi. I prezzi ovviamente sono molto alti tali da arrivare anche a quattromila, cinquemila euro nei mercati più importanti". Per il proseguo della stagione tartufigena, "confidiamo sulle spore del tartufo, le ife e quindi il micelio che vuole nascere e progredire. Perché l’obiettivo di ogni fungo è portare alla luce un carpoforo meraviglioso che diventa diamante", aggiunge Cristini da vero esperto del settore, narratore e giornalista del tartufo italiano. "Naturalmente ci affidiamo anche a madre terra che possa dare un sussulto e portare copioso tartufo nonostante la siccità. Ci affidiamo anche alla resistenza del tartufo che non muore mai, resta in incubazione per mesi e per anni. Un gesto d’amore verso la cucina italiana nel mondo".

Molti Maestri cavatori, come Giuseppe Cristini, lanciano un grido d’allarme: il tartufo bianco è a rischio. "Siamo molto preoccupati per il futuro del tartufo bianco. Ci stiamo perdendo il tartufo: l’errore è aver stravolto l’ambiente senza averlo rispettato. Ed il rischio è che a breve il tartufo non lo avremo più. Le tartufaie naturali sono praticamente scomparse e l’habitat del tartufo è stato sconfitto dall’agricoltura moderna" osserva Giuseppe Cristini, direttore artistico dell’Accademia del tartufo nel mondo.

Migliaia di chilometri di strade, boschi tagliati, mezzi meccanici enormi e così le tartufaie sono diminuite a dismisura, "abbiamo solo una chance: salvaguardare quel poco che ci è rimasto, tutelare l’ambiente e mettere a dimora le nuove piante tartufigene" afferma. "Il proprietario del terreno, se non è un tartufaio, magari lavora il campo con un trattore ed il tartufo è perso per sempre" lamenta Cristini.

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