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Privacy, allarme del Garante: “Giganti del web assumono potere politico senza regole”

10 giugno 2014 | 15.08
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Soro alla presentazione a Palazzo Madama della relazione annuale dell’Authority: “Tendono ad occupare, in modo sempre più esclusivo, ogni spazio di intermediazione tra produttori e consumatori”. E avverte: “Maturano in Rete nuove forme criminali, dal furto di identità fino alla più organizzata criminalità cibernetica”

(Infophoto) - INFOPHOTO
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“I giganti di Internet tendono ad occupare, in modo sempre più esclusivo, ogni spazio di intermediazione tra produttori e consumatori, assumendo un potere che si traduce anche in un enorme potere politico, sottratto a qualunque regola democratica”. A lanciare l’allarme è il Garante per la privacy Antonello Soro, presentando nella sala Koch di palazzo Madama, davanti al presidente del Senato Pietro Grasso, la Relazione annuale.

Osserva Soro: “La delicatezza dei dati raccolti e archiviati in giganteschi server e la capacità di analizzare comportamenti individuali e collettivi, elaborando miliardi di informazioni, è tanto più evidente se si riflette sull’intreccio pericoloso che il ‘Datagate’ ha portato alla luce e che può realizzarsi ogni giorno tra aziende digitali e spionaggio”.

Inoltre, “l’offerta di servizi gratuiti in cambio di un prelievo massiccio di informazioni consegna a un numero sempre più esiguo di operatori della rete la possibilità di predire e insieme indirizzare le decisioni di ogni individuo, offrendo i prodotti di una sofisticata pubblicità mirata sul percorso di navigazione degli utenti”.

Maturano in Rete nuove forme criminali, dal furto di identità fino alla più organizzata criminalità cibernetica: è una emorragia stimata in 500 miliardi di dollari l’anno tra identità violate, segreti aziendali razziati, portali messi fuori uso e moneta virtuale sottratta”, sottolinea.

“Le violazioni - avverte Soro - troppo spesso coinvolgono sistemi vulnerabili perché non aggiornati e siti programmati senza i migliori standard di sicurezza: esistono sistemi di vulnerabilità sottostimati”. E cita come esemplare “la recente falla di ‘Heartbleed’ che ha messo a rischio le informazioni personali di milioni di navigatori, inclusi password, credit card, account bancari; e che ha compromesso i servizi Internet utilizzati quotidianamente, dalla posta elettronica ai social network”.

“Quanti hanno responsabilità e poteri, hanno anche il dovere di mettere in campo impegno e determinazione per contrastare le distorsioni del sistema”, prosegue il Garante per la privacy, chiedendo di “assicurare il necessario equilibrio tra autorità e libertà, vita privata e informazione, riservatezza e sicurezza, fisco, libero mercato e trasparenza”.

La relazione - Nel rapporto, il Garante traccia il bilancio del lavoro svolto e indica le prospettive di azione verso le quali occorre muoversi nell’obiettivo di costruire una autentica ed effettiva protezione dei dati personali, in particolare per quanto riguarda l’uso delle nuove forme di comunicazione e dei sistemi tecnologici.

Come sempre, una particolare importanza ha assunto il lavoro svolto dall’Autorità riguardo al mondo della Rete. Nel corso del 2013, si ricorda nella relazione, il Garante ha sanzionato Google per un milione di euro per il servizio Street View e ha intrapreso un’azione, in coordinamento con le altre Autorità europee, nei confronti di Mountain View per le nuove regole privacy adottate. E’ intervenuto per garantire maggiore trasparenza agli utenti dei servizi di messaggistica, anche vocale. E ha dettato regole per proteggere la privacy su smartphone e tablet.

E’ stato anche definito un modello di consenso per l’uso dei ‘cookie’ da parte degli utenti e ulteriormente rafforzato il diritto delle persone interessate a vedere aggiornati gli archivi giornalistici on line.

Il Garante per la Privacy ha poi fissato le regole sull’obbligo per le società di tlc di comunicare agli utenti e all’Autorità le violazioni subite dai data-base in caso di attacchi informatici, eventi avversi o calamità, i cosiddetti ‘data breach’. Sono state anche adottate linee guida in materia di attività promozionale e contrasto allo spam e fatti interventi per regolare l’uso della firma biometrica nelle banche e l’uso delle impronte digitali sul posto di lavoro.

Rilevante anche l’impegno nel dettare regole per la tutela dei cittadini nei confronti dei call center delocalizzati nei Paesi extra Ue; per la tutela degli abbonati telefonici contro il telemarketing aggressivo e contro le cosiddette ‘telefonate mute’; per la tutela della privacy nel condominio.

Nella relazione annuale compaiono le cifre più significative, a bilancio dell’attività del Garante per la Privacy. Le violazioni amministrative contestate sono state 850, in aumento rispetto all’anno precedente quando risultarono in totale 578. Le sanzioni amministrative riscosse ammontano a oltre 4 milioni di euro.

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