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Processo Impastato, pm: "Qualcuno ha tentato di scimmiottarlo senza riuscirci"

09 maggio 2016 | 13.02
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Peppino Impastato fu ucciso 38 anni fa
Peppino Impastato fu ucciso 38 anni fa

"Molti hanno seguito le orme di Peppino Impastato nella lotta alla mafia, qualcuno ha cercato, invece, di scimmiottare Impastato, diventando solo una pallida figurina lui ispirata. La cosa migliore da fare è di lasciarlo collocato nel suo ruolo storico". Lo ha detto all'Adnkronos Franca Imbergamo, oggi pm presso la Direzione nazionale antimafia, che ha rappresentato l'accusa nel processo pdi primo grado per l'omicidio di Peppino Impastato, ucciso il 9 maggio del 1978 da Cosa nostra, finito nel 2002 con l'ergastolo per l'unico imputato, il boss Tanto Badalamenti, morto prima della sentenza definitiva. "E' stato un processo difficile, difficilissimo, perché bisognava superare una serie di ostacoli, dovuti alla mancanza di consenso dell'estradizione di Tanto Badalamenti - racconta oggi Franca Imbergamo - e poi perché le prove raccolte fino a quell'epoca, fino a quando abbiamo ripreso in mano l'inchiesta, con l'allora capo della Procura Gian Carlo Caselli, non erano sufficienti. Avevano portato solo a due archiviazioni, e comunque la sola parola del pentito Palazzolo non era sufficiente a sostenere l'accusa in giudizio, quindi abbiamo dovuto fare una ricerca scrupolosa per trovare nuove fonti di prova e siamo riusciti a comporre un panorama indiziario che, per fortuna, è andato in porto. Questa è stata la difficoltà principale del processo, non era un processo già scritto, come qualcuno tenta di dire adesso. Ora è facile parlare così. E' opportuno rimettere le cose come stanno".

"D'altra parte, avevamo anche una legislazione sui collaboratori che ci consentiva di interrogarli anche su fatti successivi e diversi riferiti all'inizio della loro collaborazione". Impastato venne trovato morto, con il cadavere fatto a pezzi da una esplosione, a Cinisi, nello stesso giorno in venne ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro a Roma. L'ipotesi investigativa dei carabinieri era quella di un attentato andato male del quale Impastato, militante di Democrazia proletaria, era rimasto vittima. Il giorno in cui è stata emessa la sentenza, don Tanto Badalamenti, non ascoltò neppure il dispositivo in videoconferenza, negli Stati Uniti, dove era detenuto per un traffico di droga.

Oggi, Franca Imbergamo ricorda con particolare emozione il momento della testimonianza di Felicia Impastato, l'anziana madre di Peppino Impastato, che si è sempre battuta per la ricerca della verità, nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. "Era un momento storico perché abbiamo assistito al riconoscimento da parte di una madre coraggio e la capacità delle istituzioni di darle una risposta .- dice oggi il magistrato - Era commovente ed emozionante perché Felicia portava con se il dolore più grande per una donna, quello di avere ucciso un figlio. E poi c'era in collegamento dagli Stati Uniti, in video, Gaetano Badalamenti, che la osservava. Insomma, abbiamo scritto secondo me una pagina di storia, della storia della lotta alla mafia". L'anziana donna subito dopo la condanna di Badalamenti disse: "Non ho mai perdonato Badalamenti né lo perdonerò mai, come si fa a perdonare l' uomo che ti ha ammazzato un figlio? Però una cosa la posso dire: oggi per la prima volta posso affermare di credere nella giustizia italiana".

Franca Imbergamo ha anche qualcosa da ridire sull'antimafia 'di facciata': "Bisogna stare attenti a quello che si dice e si fa, ma soprattutto, a mio avviso, la cartina di tornasole del movimento antimafia non è quello che dice ma quello che fa, e soprattutto bisognerebbe avere anche la capacità di affrontare la critica senza guardare in faccia nessuno e senza creare miti o icone - spiega - Credo che il ruolo della stampa sia essenziale, deve essere cane di guardia della democrazia. E l'antimafia, nel suo piccolo rappresenta un potere". E sui depistaggi effettuati dagli stessi inquirenti, subito dopo l'omicidio, oggi dice: "Era il 1978 ed eravamo in un clima che ben si prestava, è stata un'opera abile di depistaggio. Impastato non era un terrorista. Vergognosi i depistaggi operati durante le indagini".

Franca Imbergamo ha già visto in anteprima la fiction che andrà in onda domani sera e che racconta la storia di Impastato: "Ho visto in anteprima anche la sceneggiatura - dice - il film è serio, è una ricostruzione seria, asciutta e efficace di quello che è successo. Gli attori sono strepitosi, Lunetta Savino è brava e credibile. Ero preoccupata perché si potesse storcere una storia che merita di essere raccontata come storia di paese, invece Gianfranco Albano e gli sceneggiatori hanno fatto un lavoro da rispettare".

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