"La riflessione sulle trattative commerciali deve essere profonda e meditata". Ad affermarlo è Romano Prodi, ex presidente del Consiglio, durante il convegno intitolato 'The Global (Dis)order, can trade agreement revive growth?', organizzato dalla rivista 'East' in collaborazione con UniCredit questa mattina a Roma. Al centro del dibattito, gli effetti sull'economia europea del Ttip, il trattato di libero scambio in discussione tra Stati Uniti e Unione Europea.
Secondo Prodi, la discussione sul Ttip avviene in un momento complicato, nel quale le grandi potenze occidentali fanno fatica a "inquadrare il disordine che ci circonda. Sul tavolo ci sono temi che avvelenano la situazione, come l'Ucraina, che rappresenta un punto fondamentale per il futuro. Non si può trovare la pace senza un accordo tra Russia e Stati Uniti". Le preoccupazioni del professore sono dirette anche alla UE. "Questa Europa è un'Europa delle minoranze. In questa fase, o si riottimizza l'intero sistema, o non si va avanti. Mi stupisce che la Germania abbia concluso da sola un accordo con la Russia per la costruzione di un grande oleodotto. Serve chiarezza".
"Gli effetti del Ttip si vedranno nel lungo periodo", ha continuato Prodi. "Sono però preoccupato dall'esclusione dei Brics che, secondo l'Fmi, rallenteranno la loro crescita. Dobbiamo evitare che si apra un solco drammatico tra i paesi sviluppati e le economie emergenti, accompagnando questi trattati con una grande apertura verso i paesi in via di sviluppo", ha concluso il professore.