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Proporzionale e preferenze “negative”, la legge elettorale del M5S

15 giugno 2014 | 14.11
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Il cittadino può scegliere uno o due candidati preferiti e anche cancellarne altrettanti, tracciando una riga sui loro nomi, se li ritiene “impresentabili”

La proposta di legge elettorale depositata dal Movimento Cinque Stelle, sulla quale Grillo e Casaleggio hanno aperto al confronto con Matteo Renzi, è il frutto di un laborioso lavoro sulla rete (otto consultazioni a cui hanno partecipato 220mila persone). Il risultato, per quel che riguarda la Camera, è un proporzionale articolato su 42 collegi di media grandezza, poco più ampi delle attuali Province, con la possibilità di esprimere preferenze ma anche di “cancellare” candidati sgraditi. Per le preferenze, è previsto il panachage: si possono votare candidati di partiti diversi da quello a cui si dà il voto di lista, mentre sono vietate le candidature plurime in più circoscrizioni o rami del Parlamento.

All’elettore, in pratica, sarebbero consegnate due schede elettorali: una per il voto di lista e una per il voto di preferenza. Da questa seconda scheda il cittadino può scegliere uno o due candidati preferiti (a seconda delle circoscrizioni) e anche cancellarne altrettanti, tracciando una riga sui loro nomi, se li ritiene “impresentabili”. Il voto negativo sui candidati comporta anche una penalizzazione della lista di appartenenza il che, secondo i grillini, dovrebbe spingere i partiti a non candidare personaggi discutibili. Il sistema votato dagli attivisti M5S prevede anche un meccanismo di soglie di sbarramento “naturale” frutto di calcoli piuttosto complessi: in pratica sarebbe intorno al 5% nelle 33 circoscrizioni che assegnano il 60% dei seggi e inferiore al 5% nelle restanti circoscrizioni che assegnano il 40% dei seggi della Camera.

Le 42 circoscrizioni sono composte da 3 circoscrizioni (Milano, Roma, Napoli) che indicano da 32 a 42 seggi, dalla Valle d’Aosta che ha un seggio, dal Molise che ha tre seggi, da altre 13 circoscrizioni che hanno da 5 a 9 seggi, da 19 circoscrizioni che hanno da 21 a 24 seggi.Le circoscrizioni più grandi vengono a loro volta suddivise al loro interno in collegi plurinominali da 9 a 13 seggi, in modo da restringere il numero dei candidati il lista. La proposta elettorale del M5S, a differenza del cosiddetto Italicum, non è legata a riforme costituzionali del bicameralismo e quindi prevede anche un metodo per l’elezione del Senato . Qui, in rispetto dell’art. 57 della Costituzione, le circoscrizioni sono regionali ma è prevista una loro ripartizione che coincide con quella della Camera. In questo modo è possibile l’applicazione dello stesso metodo di «correzione» del proporzionale usato per Montecitorio. Annunciando la presentazione della proposta di legge, all’inizio dell’anno, Beppe Grillo aveva specificato che la posizione ufficiale del M5S sarebbe stata discussa in Parlamento soltanto quando «un Parlamento legittimo sarà insediato». Fin dalla sentenza della Consulta contro il cosiddetto Porcellum e il premio di maggioranza, infatti, Grillo aveva sostenuto l’incostituzionalità delle attuali Camere, composte da “eletti abusivi”. Un atteggiamento, questo, che è stato rivisto oggi con la richiesta di incontro a Renzi.

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