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Salvini-Trenta, scontro totale

21 agosto 2019 | 15.46
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Viminale "contesta l’utilizzo delle navi militari come taxi del mare al servizio delle Ong". La ministra: "Inqualificabile screditare la Difesa, rispetto per le istituzioni"

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Nuovo scontro tra Viminale e ministero della Difesa. "Sono le prime prove tecniche di inciuci Pd-5Stelle sulla pelle degli italiani?" afferma il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in merito all'operazione 'Mare Sicuro'. "La Difesa cambia l'operazione Mare Sicuro. Il ministero guidato da Elisabetta Trenta ha modificato unilateralmente i compiti affidati a coloro che intervengono nell'ambito delle operazioni di pattugliamento". Lo si legge in una nota del Viminale aggiungendo che "le nuove indicazioni operative (formalizzate ieri, le precedenti erano del 9 agosto scorso) per gli assetti militari in azione nel Mediterraneo contrale denotano un chirurgico ma significativo arretramento rispetto a quanto concordato per il contrasto dell'immigrazione clandestina". "L'impostazione depotenzia pesantemente alcune forme di collaborazione tra gli assetti militari e gli apparati dello Stato - prosegue la nota - in primis l'Interno, finalizzate all'azione di contrasto e di repressione nei confronti dei trafficanti di esseri umani e dei loro complici".

Ma fonti della Difesa fanno sapere che non c'è "nessun indebolimento nell’operazione Mare Sicuro" e assicurano che "il ministro della Difesa Elisabetta Trenta non ha mai dato alcuna disposizione o indicazione di riduzione delle attività della Marina Militare". "Lo scorso 17 luglio - spiegano le stesse fonti - il ministro Trenta ha inviato al capo di stato maggiore della difesa Enzo Vecchiarelli una lettera in cui tra l’altro dispone di intensificare le attività di polizia marittima da parte delle unità della Marina Militare nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro".

LA LETTERA POSTATA DA M5S - Il M5S su Facebook posta la lettera del Viminale. "Salvini oggi dice che è stata modificata l'operazione Mare Sicuro e che questa sarebbe l'ennesima prova di chissà quale inciucio per far sbarcare più migranti in Italia. Come sapete, le bugie hanno le gambe corte... È stato proprio il Viminale - sottolinea il M5S - in una lettera alla Difesa (che vedete!), a dire che un eventuale incremento del pattugliamento aeromarittimo svolto da Mare Sicuro avrebbe provocato un fattore di attrazione per i migranti. Dunque Salvini in questa lettera intimava di non incrementare Mare Sicuro. Nemmeno un mese dopo, però, si lamenta del fatto che Mare Sicuro non sia stato incrementato e parla di inciucio. La verità, signori. La verità è tutto". "Caro Matteo, di figuracce negli ultimi giorni ne hai fatte già abbastanza. Ti consigliamo di fermarti, ti vediamo un po' nervosetto, un po' insicuro. Magari altre due settimane al Papeete ti fanno bene. Ti rilassano. Ciao, ciao", concludono i pentastellati.

Nella lettera inviata il mese scorso dal capo di Gabinetto del Viminale al suo omologo della Difesa, pubblicata sulla pagina Facebook del Movimento 5Stelle, si legge: "Mi corre l'obbligo, inoltre, di trasmetterti la preoccupazione, condivisa anche dalle Forze di polizia competenti, che l'ipotizzato incremento del pattugliamento aeromarittimo in acque internazionali possa fungere da fattore di attrazione, piuttosto che di deterrenza, per le partenze dalle coste libiche, qualora non risulti consolidata la possibilità di sbarchi in quel Paese con il rischio che i migranti tentino in ogni modo di raggiungere le navi della nostra Marina Militare per chiedere loro soccorso, rendendo così inevitabile lo sbarco sul territorio italiano, analogamente a quanto verificatosi, lo scorso mese di giugno, con la nave ‘Cigala Fulgosi’ o, più in generale, in passato, nell’ambito di strutturate operazioni di contrasto”.

LA REPLICA DEL VIMINALE - Fonti del Viminale precisano in replica: "Ringraziamo il Movimento 5Stelle che conferma il cambio di linea del dicastero di Elisabetta Trenta a proposito di controllo dei confini, e che quindi smentisce quanto fatto filtrare dallo Stato Maggiore di Difesa che si è affrettato a dire che tutto è rimasto come prima. Però nulla c’entra la lettera del Viminale del 19 luglio con le determinazioni della Difesa ufficializzate ieri, 20 agosto". Le fonti sottolineano che "un conto è contestare l’utilizzo delle navi militari come veri e propri taxi del mare al servizio delle Ong (da qui l’esigenza di un approccio diverso, sollecitato dal ministero dell’Interno), un altro modificare il tipo di attività delle navi della Marina. Infatti la Difesa ha cambiato le regole di ingaggio, confermate il 2 agosto e trasformate unilateralmente il 20". Il Viminale, spiegano le stesse fonti, "conferma coerentemente la sua linea: le navi militari devono controllare i confini e difendere gli interessi nazionali. Ammorbidire la lotta agli scafisti e non supportare eventuali approfondimenti contro i trafficanti di esseri umani è completamente scollegato al tema della presenza di navi militari nel Mediterraneo. Ricordiamo, a proposito di linea più morbida e di 'tutela dei confini come priorità', che il ministro della Difesa ha ordinato alle navi militari italiane di accompagnare verso Lampedusa la Open Arms: c’è qualcuno che vuole negare anche questo?".

IL DURO POST DI TRENTA - La reazione della ministra Trenta non si fa attendere. ''Caro Matteo, il tuo tentativo di screditare non solo me ma l'intera Difesa è inqualificabile - replica Trenta su Facebook - Ricordati che le istituzioni non sono le nostre e che noi diamo solo l'indirizzo. In una riunione in cui eri presente ho disposto di intensificare l'attività di polizia marittima''. ''Le navi della Marina Militare non hanno scortato la nave Ong 'Open Arms' per far sbarcare a Lampedusa i migranti; bensì come da sollecitazione del Tribunale dei minori di Palermo erano pronte a intervenire in favore dei minori a bordo, il mare era forza quattro in aumento e la nostra Marina era predisposta eventualmente a prestare loro soccorso''. ''Sei stato bravo a piegare ogni cosa a tuo vantaggio ma questo metodo non funziona più. Ho rispedito sempre ogni attacco al mittente e lo faccio oggi con ancor più convinzione, quando ormai hai rivelato i tuoi veri obiettivi. La difesa dei confini è un compito dello Stato che deve essere esercitato dai ministri competenti con rigore, e nel rispetto delle leggi e delle competenze delle Forze Armate e di Polizia che vi sono impegnate. Impara a rispettare il ruolo delle istituzioni e a non appropriartene''.

LE REAZIONI - Il generale Mario Arpino, ex capo di stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica, ricorda con l'Adnkronos che "Mare Nostrum era un'operazione umanitaria, mentre Mare Sicuro era un'operazione di sicurezza, di difesa. Se torniamo indietro, cioè, alle condizioni di Mare Nostrum e quindi di fatto ad andare a pesca dei migranti nel Mediterraneo, faremo una bellissima figura con Papa Francesco e con tante anime belle ma non faremo certo gli interessi dell'Italia. La missione Mare Sicuro era stata messa in cantiere per una questione di sicurezza". "Nessuna delle missioni Nato ed Europee avevano lo scopo diretto di andare a prendere i migranti, lo scopo era difendere i confini ma alla fine si sono trasformate tutte in una sorta di Mare Nostrum, anche Sofia era così - spiega il generale Arpino - La terza fase delle operazioni, che doveva impedire la partenza dei barconi dalle coste libiche, non è mai stata attuata. Perché l'avvio dipendeva dall'approvazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che si è sempre opposto a queste operazioni e dipendeva anche dagli accordi con la Libia che non sono mai stati accettati". "Dal punto di vista politico è chiaro ci sono delle forze che hanno favorito tutto questo sin dall'inizio, come i governi Renzi e Gentiloni hanno sempre favorito questo trasporto di massa in Italia e solo in Italia - conclude il generale Arpino - Sono accordi presi dai nostri ministri prima dell'arrivo di Salvini e se torniamo indietro Mare Sicuro farà la fine di Mare Nostrum ma non faremo certo gli interessi dell'Italia".

Sulla polemica nata tra il ministero dell'Interno e quello della Difesa sull'operazione Mare Sicuro interviene anche il generale Leonardo Tricarico, già capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e presidente della fondazione Icsa. Per Tricarico, "la sicurezza di uno Stato così come quella che riguarda i mari va sottratta dalla polemica politica. Diverso è il confronto tecnico, che è doveroso, ma quello politico è sconsigliabile soprattutto in un momento delicato come quello che sta attraverso la politica italiana" dice all'Adnkronos. "Mare Sicuro è la trasposizione sui mari dell'operazione Strade Sicure - spiega - che però davanti a un'attività rilevante e ricorrente di barconi in difficoltà diventa una risposta inadeguata perché si tratta di attività che rientrano nelle competenze della Capitaneria di Porto. L'equivoco - osserva Tricarico - nasce dai tempi di Mare Nostrum, madre di tutti gli equivoci le cui conseguenze stiamo ancora pagando oggi. Bisogna rifare ordine nelle competenze e suddividere i compiti militari da quelli che non sono militari con tutto quello che ne consegue". "Bisognerebbe quindi uscire fuori dalla tattica quotidiana e accidentale per pensare a provvedimenti strutturali con i quali si riesca a dare una regolamentazione più certa ed efficace e soprattutto coerente - rimarca Tricarico - con gli accordi sottoscritti dall'Italia in ambito internazionale che la porterebbero ad essere il Paese guida, essendo il Paese più attrezzato e quello più capace per guidare una ristrutturazione delle operazioni di ricerca e soccorso in mare".

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