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Gas e petrolio Russia, Putin: "Con tetto al prezzo, stop forniture"

07 settembre 2022 | 09.27
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"Se le decisioni politiche contraddicono gli accordi, non li rispetteremo". Gazprom: Ue ha ridotto acquisti gas del 48%

 - (Afp
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La Russia minaccia lo stop alla fornitura di gas e petrolio se verranno imposti tetti ai prezzi. "Ci sono obblighi contrattuali e accordi per la fornitura. Ma se vengono adottate decisioni politiche che contraddicono i contratti, noi non li rispetteremo. Non forniremo nulla se è contro i nostri interessi", le parole del presidente Vladimir Putin all'Eastern Economic Forum di Vladivostok.

Dall'inizio dell'anno, intanto, i paesi dell'Unione Europea hanno ridotto del 48% le loro forniture di gas russo, secondo i dati diffusi da Gazprom in un comunicato. Tenendo conto anche dal Regno Unito la percentuale sale del 49%.

Putin ha accusato i paesi occidentali di condurre politiche che "minano le fondamenta del sistema economico globale" nel quadro caratterizzato dalle sanzioni adottate nei confronti di Mosca. Il numero 1 del Cremlino, come riferiscono i media russi, sostiene che "l'inflazione in Russia è in calo, mentre è in aumento nei paesi occidentali". Nella sua accusa ai Paesi occidentali, Putin ha sostenuto che le sanzioni contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina siano una "minaccia per il mondo intero" e, ha detto, dopo la minaccia rappresentata dalla pandemia di coronavirus ora il mondo fa i conti con nuovi rischi. "Mi riferisco - ha incalzato - all'entusiasmo per le sanzioni in Occidente e ai suoi tentativi aggressivi di costringere altri Paesi verso il suo modello di comportamento, di derubarli della loro sovranità e imporre loro la sua volontà".

Per Putin, quindi, la Russia sta resistendo bene "alle aggressioni economica, finanziaria e tecnologica" dell'Occidente, mentre i Paesi occidentali - ha spiegato - stanno soffrendo più di Mosca a causa delle sanzioni.

"Posso affermare che il vantaggio principale è stato il rafforzamento della nostra sovranità e questo è un risultato evidente", ha poi detto ancora il presidente russo commentando l'invasione dell'Ucraina. "Non abbiamo perso nulla e non perderemo nulla", ha aggiunto il leader russo da Vladivostok di quella per il Cremlino è una "operazione militare speciale".

Intanto, il presidente russo si prepara ad aprire un nuovo fronte economico: dopo il gas, il grano. Il presidente russo ha annunciato l'intenzione di discutere con il leader turco Recep Tayyip Erdogan la possibilità di limitare l'esportazione di grano e cibo dall'Ucraina all'Europa, "poiché non viene inviato ai paesi più poveri che ne hanno bisogno".

"Abbiamo fatto di tutto per garantire che il grano ucraino venisse esportato - ha detto Putin alla sessione plenaria dell'Eastern Economic Forum (Wef) a Vladivostok - Lo abbiamo fatto insieme alla Turchia. Se escludiamo la Turchia come paese intermediario, quasi tutto il grano esportato dall'Ucraina non viene inviato ai paesi in via di sviluppo più poveri, ma ai paesi dell'Ue".

Putin ha sottolineato che "solo due navi su ottantasette" sono state caricate nell'ambito del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. "E sono state esportate 60mila tonnellate di cibo su 2 milioni di tonnellate. Voglio dire che, come molti paesi europei negli ultimi decenni e secoli, hanno agito come colonialisti, e continuano ad agire oggi. Ancora una volta, i paesi in via di sviluppo sono stati ingannati e li continuano a ingannare. Ovviamente, con questo approccio - ha aggiunto - la portata dei problemi alimentari nel mondo non potrà che crescere, purtroppo. Il che può portare a una catastrofe umanitaria senza precedenti. Forse dovremmo pensare di limitare l'esportazione di grano e cibo commerciale lungo questa rotta. Di questo parlerò con il presidente della Turchia Erdogan".

INCONTRO CON XI LA PROSSIMA SETTIMANA - E' previsto intanto un incontro tra Xi Jinping e Putin a margine di un summit che si terrà la prossima settimana in Uzbekistan. Lo riporta l'agenzia russa Tass che cita l'ambasciatore russo a Pechino, Andrey Denisov. L'incontro a Samarcanda, in occasione del summit dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) del 15 e 16 settembre, sarebbe il primo faccia a faccia tra i leader di Cina e Russia dall'invasione russa dell'Ucraina. I due presidenti si erano incontrati pochi giorni prima che Putin annunciasse quella che per il Cremlino è una "operazione militare speciale".

Sarebbe anche il primo viaggio fuori dai territori cinesi di Xi dall'inizio della pandemia di coronavirus. "Si terrà a Samarcanda una riunione dei nostri leader della Sco. Questo vertice si preannuncia interessante perché sarà il primo vero e proprio summit dall'inizio della pandemia - ha detto Denisov - Ci saranno sessioni plenarie e vari tipi di incontri di gruppo e stiamo preparando un incontro dei nostri leader con un'agenda dettagliata su cui stiamo lavorando con i partner cinesi".

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