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Quando il cuore va in montagna. Check della pressione in 7 rifugi

19 agosto 2016 | 11.52
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(foto: Fotogramma)
(foto: Fotogramma)

Quando il cuore va in montagna deve fare i conti con l'ipossia: la ridotta disponibilità di ossigeno tipica dell'alta quota può far impennare la pressione arteriosa, sia negli ipertesi sia nei sani, esponendo il sistema cardiovascolare al pericolo di attacchi. Per sensibilizzare alpinisti o semplici escursionisti impegnati nelle passeggiate estive sui monti, domenica 21 agosto in 7 rifugi sarà possibile sottoporsi a un controllo dei livelli pressori alla presenza degli esperti. Le misurazioni continueranno dalle 10 alle 17; per ognuna verrà compilato un questionario e se possibile sarà eseguita un'ossimetria, per dosare la percentuale di ossigeno nel sangue e intercettare eventuali rischi. L'iniziativa è organizzata dalla Commissione medica del Clup alpino italiano (Cai) e dalla Società italiana dell'ipertensione arteriosa (Siia).

Il progetto nasce dai risultati di una ricerca sugli effetti cardiovascolari dell'esposizione acuta all'alta quota, in gran parte basati su una serie di studi condotti nell'ambito dei programmi 'Highcare' sull'Everest, sulle Ande e sulle Alpi dall'Istituto auxologico italiano di Milano e dall'università Milano-Bicocca. Queste indagini - ricorda una nota - hanno dimostrato che ritrovarsi in condizioni di ipossia può far salire la pressione arteriosa in modo significativo, sia in chi solitamente ha una pressione normale sia nelle persone che già soffrono di ipertensione, con differenze legate ad alcune caratteristiche individuali fra cui l'età.

"Conoscere il comportamento della pressione in quota - spiegano i promotori dell'iniziativa - può consentire a chi ama la montagna di effettuare ascensioni con maggiore sicurezza, mettendo in atto semplici misure protettive adeguate, in collaborazione con il proprio medico e/o presso ambulatori specializzati coordinati da Siia e Cai".

Nella parte logistica e organizzativa sul campo il progetto è stato curato in prima persona dal presidente della Commissione medica del Cai, Luigi Fiorenzo Festi. Coinvolto anche il Club alpino svizzero (Cas) Ticino, come preludio a una più stretta collaborazione con il Cas nazionale e la Società svizzera di medicina di montagna. "Il progetto è assolutamente sperimentale - si precisa - ed è funzionale a un più ampio interessamento del Cai e del Cas, con la prospettiva di arrivare a pubblicazioni scientifiche di rilevanza internazionale, sfruttando la numerosità di casi e misurazioni, in collaborazione con Siia". Partecipano all'iniziativa anche i Club alpini regionali Alto Adige e Lazio, e la Commissione medica di Cai Lombardia e Lazio.

"Eventi come quello in programma questa domenica si pongono nella prospettiva di far acquisire una sempre maggiore consapevolezza nelle modalità di frequentazione della montagna - afferma Vincenzo Torti, presidente generale del Cai - La prestigiosa collaborazione di oggi tra la nostra Commissione medica e la Società italiana dell'ipertensione arteriosa e il suo presidente, Gianfranco Parati, consente di confidare in ulteriori momenti di collaborazione di alta valenza scientifica, di sicura utilità per alpinisti ed escursionisti".

Ecco l'elenco dei rifugi che per un giorno diventeranno 'ambulatori' di prevenzione: Rifugio Curò, Orobie Bergamasche; Rifugio Michela Motterascio, Canton Ticino; Rifugio Kostner al Vallon in Alto Adige; Rifugio Città di Milano in Alto Adige-Val Solda; Rifugio Martello in Alto Adige; Rifugio Rinaldi, Monte Terminilletto; Rifugio Duca degli Abruzzi, Monte Portella, L'Aquila.

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