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Quarta dose vaccino Covid per tutti o solo fragili? Cosa dicono Ricciardi, Galli, Andreoni e Bassetti

21 febbraio 2022 | 15.19
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Il parere degli esperti dopo il via libera alla quarta dose per i fragili

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Al via dal primo marzo la quarta dose di vaccino anti Covid per i fragili. Lo ha annunciato oggi il generale Francesco Paolo Figliuolo. Ma in futuro è ipotizzabile una quarta dose per tutti? Ecco cosa pensano gli esperti intervenuti sull'argomento.

"Per ciò che riguarda la quarta dose di vaccino anti Covid stiamo per dare le disposizioni attuative perché con il ministero della Salute e le Regioni stiamo ben individuando le platee. Ovviamente sarà abbastanza estensiva" per le categorie di persone più fragili "e la mia indicazione è quella che partiremo il primo marzo: quindi sicuramente continueremo a tenere l'organizzazione che c'è ora in atto" ha detto Figliuolo, oggi a Firenze, al termine della visita all'ospedale pediatrico Meyer.

"E' probabile che in autunno" la quarta dose di vaccino anti Covid "sarà utile a tutti", è il quadro che delinea Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, Roberto Speranza. La quarta dose ai fragili, dice a La Stampa, "è un inizio alla luce dell'esperienza israeliana, ma è probabile che in autunno sarà utile a tutti. L'immunità anticorpale cala, ma quella cellulare potrebbe durare più a lungo. Si vedrà".

"La quarta dose di vaccino anti Covid, se fatta con i prodotti disponibili, vista anche la situazione epidemiologica, con numerosi vaccinati e una quantità importante di persone guarite da Omicron, non avrebbe senso se non in una chiave medica: in alcune categorie particolari di popolazione, ovvero negli immunodepressi e nei grandi anziani in cui può essere sospettata una insufficiente risposta alle precedenti dosi" spiega all'Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano.

Galli invita a valutare anche un'altra alternativa, "costituita dalla somministrazione di alcuni anticorpi monoclonali a fini preventivi in quelle persone che non sono in grado di rispondere al vaccino. Alcuni di questi farmaci sono stati testati in questa direzione. Si tratta quindi di un discorso che potrebbe aprirsi per pazienti del tutto incapaci di difesa e a cui si potrebbe dare una protezione transitoria per la malattia grave. E' un'ipotesi che merita considerazione ".

La quarta dose di vaccino anti Covid ai fragili e immunodepressi "va benissimo perché permetterà a queste persone di avere una risposta più efficace", mentre allargarla al resto della popolazione iniziando magari dai più anziani "mi pare prematuro stabilirlo oggi" afferma all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).

"L'autunno sarà un periodo in cui potrà esserci una maggior circolazione del virus - ricorda Andreoni - ma programmare già una quarta dose è presto. E poi c'è la necessità di avere un vaccino aggiornato, o rispetto alle varianti oggi in circolazione, o uno a largo spettro. E' chiaro che non possiamo escludere però che si dovrà fare una dose di richiamo. Dovremmo usare questi mesi che ci separano dall'autunno per arrivare ad una nuova formulazione degli attuali vaccini che possano avere una cross reattività, ovvero di agire contro virus differenti ma molto somiglianti".

Per Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'Policlinico San Martino di Genova, "parlare oggi di quarta dose a tutti a ottobre è presto, è una fuga in avanti di cui avremmo fatto volentieri a meno". "Io questa mattina ho ricevuto in reparto tante telefonate di persone che mi chiedono già informazioni sulla quarta dose, alla domanda - racconta l'infettivologo all'Adnkronos Salute - se avevano fatto la terza mi hanno risposto di no. Ecco, prima corriamo con le terze dosi. Per la quarta c'è la necessità di un ragionamento tra esperti e non lanciare messaggi confusi ai cittadini".

Bassetti è invece d'accordo sulla quarta dose ai fragili e agli immunodepressi che partirà dal primo marzo. "Sapevamo che sarebbe stata necessaria - osserva - occorre infatti rivaccinare queste persone perché perdono più facilmente anticorpi. Dopo di che dire oggi che tutti dovremmo fare quarta dose per vaccino è presto, aspettiamo. Ho sentito Marco Cavaleri dell'Ema e non era così convinto che si dovesse fare la quarta dose con questi vaccini. Aspettiamo un attimo - ribadisce Bassetti - e capiamo cosa succede soprattutto con i vaccini orientati a coprire anche Omicron, i dati non mi sembrano così straordinari".

Claudio Mastroianni, presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all'Università Sapienza di Roma, sottolinea all'Adnkronos Salute che è "bene partire ora con quarta dose ai più fragili perché è la fascia di popolazione più delicata e che va protetta, mentre credo sia troppo presto per programmare questo richiamo per tutti. Aspettiamo". "Presto avremo anche un nuovo monoclonale da usare in fase preventiva, come profilassi, proprio per i più fragili e per chi non risponde al vaccino anti Covid", aggiunge Mastroianni.

Che sia con un vaccino anti Covid aggiornato o con lo stesso che abbiamo già fatto, comunque un richiamo in autunno si farà secondo il target e la strategia antinfluenzale. Ne è convinto il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano. "Il vaccino aggiornato risulta già predisposto - dice l'esperto all'Adnkronos Salute - alcune aziende hanno detto che servono 100 giorni per averlo disponibile. I dati di efficacia - sottolinea però Pregliasco - evidenziano non grossissime differenze rispetto a quello attuale. Quindi bisognerà vedere. E' una questione io credo di disponibilità di prodotto, di produzione e di validazione perché come per il vaccino antinfluenzale - dice il medico - ogni anno si percorre una prassi semplificata ma comunque necessaria di revisione e di registrazione dell'efficacia". Insomma dobbiamo capire "se e quando ci sarà la disponibilità di dosi" del nuovo prodotto "o se comunque - afferma - in autunno si farà questo che abbiamo con la stessa strategia e il target della vaccinazione antinfluenzale".

Quindi una quarta dose con il vaccino basato sul virus di Wuhan? "E' possibile ma non parlerei di quarta dose - risponde il medico - ma di un richiamo vaccinale che come per l'antitetanica usa sempre lo stesso farmaco". Del resto il vaccino che abbiamo "ha una cross reattività quindi l'efficacia c'è: un 63% di evitare l'infezione e un 93% di evitare le forme gravi. E come abbiamo visto da esperienze su altri vaccini - conclude il medico - il fatto di fare una somministrazione meno ravvicinata potrebbe dare una risposta immunitaria più che buona".

"Oggi sappiamo che la copertura vaccinale sul contagio declina rapidamente. Contro la malattia grave, il vaccino consente, dopo 3-4 mesi dal booster, una protezione del 90%. L’Ema ha chiesto, già il 18 gennaio, ai Paesi europei di prendere in considerazione una dose ulteriore per gli immunodepressi. Ad oggi per la popolazione generale non ci sono evidenze scientifiche che dicano che serve la quarta dose" dice Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto a 'L’Italia s’è desta' su Radio Cusano Campus.

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