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Contratti: quasi 7 su 10 firmati al Nord, Cgil e Cisl sigle più ricorrenti

18 marzo 2015 | 12.24
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Rapporto Adapt sulla contrattazione collettiva in Italia.

Contratti: quasi 7 su 10 firmati al Nord, Cgil e Cisl sigle più ricorrenti

La maggior parte dei 24 contratti collettivi nazionali di lavoro e degli 800 contratti collettivi di secondo livello (di cui 600 integrativi aziendali e duecento contratti collettivi territoriali), sottoscritti nel triennio 2012-2014 in ventiquattro settori dell’economia privata, sono stati siglati nelle regioni del Nord Italia (67%), seguiti dalle intese sottoscritte nelle regioni del Centro (24,5%), e nella macro area Sud e Isole (8,5%). E a firmare il maggior numero di contratti sono state Cgil e Cisl.

Emerge dal 'Rapporto sulla contrattazione collettiva in Italia' stilato dai ricercatori di Adapt, la scuola fondata da Marco Biagi, e che sarà presentato domani al Senato in occasione del convegno organizzato in ricordo del giuslavorista assassinato dalle Brigate Rosse.

Seppur con variazioni significative, si legge nel Rapporto, il dato disaggregato rispecchia quello complessivo, sia per quanto riguarda le intese di rilevanza territoriale (Nord Italia: 59,5%; Centro: 22%; Sud e Isole: 18,5%), che gli accordi aziendali (Nord Italia: 69,4%; Centro: 25,4%; Sud e Isole: 5,2%).

Le organizzazioni sindacali che hanno siglato il maggior numero di accordi sono, nel complesso, le federazioni di categoria della Cgil e la Cisl, firmatarie rispettivamente dell’84% e dell’85% dei contratti collettivi considerati. Le federazioni di settore della Uil risultano firmatarie del 68,8% delle intese, mentre le categorie dell’Ugl approssimativamente del 9,6%. Se si esclude la porzione di contratti collettivi territoriali, circa il 25% dei contratti integrativi aziendali risulta siglato con l’assistenza dell’associazione datoriale di riferimento.

Sul versante sindacale, invece, le organizzazioni che hanno sottoscritto il maggior numero d’intese aziendali sono le categorie della Cgil e la Cisl, entrambe firmatarie dell’81% dei contratti collettivi considerati. Le federazioni della Uil risultano firmatarie del 59% delle intese, mentre le categorie dell’Ugl approssimativamente del 13%. Anche in tempo di crisi, il rapporto Adapt conferma il ruolo del contratto collettivo "quale architrave del mercato del lavoro".

"Ad ogni latitudine negoziale -spiegano i ricercatori- i rinnovi contrattuali sono stati occasione per sottolineare gli sforzi compiuti dalle parti verso un punto di equilibrio capace di dare certezze ai mercati e conciliare le diverse esigenze di imprese e lavoratori". Tenendo però presente che, come hanno evidenziato le parti del settore chimico nel loro rinnovo, che mai come in questa fase "il presente e il futuro delle imprese e delle singole persone sono stati tanto condizionati dal contesto macroeconomico, cioè da variabili al di fuori del loro controllo".

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