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Rifiuti: da discarica a oasi, succede nelle Marche/Focus

08 ottobre 2015 | 16.28
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Rifiuti: da discarica a oasi, succede nelle Marche/Focus

Da discarica a oasi, con tanto di visite guidate aperte a tutti, grazie a un modello di gestione ecosostenibile. Succede nelle Marche, nella discarica controllata “La Cornacchia” di proprietà del Comune di Maiolati Spontini, utilizzata da oltre 20 anni per lo smaltimento di Rifiuti Solidi Urbani e di Rifiuti Speciali.

Gestita da Sogenus, società a totale capitale pubblico, che ha come soci diretti i 12 Comuni marchigiani della Vallesina riuniti nel Consorzio Intercomunale Servizi, all’interno dell’impianto è stata inaugurata l'Oasi della Biodiversità, uno dei più interessanti progetti in Italia di riqualificazione del territorio e di recupero della biodiversità autoctona.

Il progetto di miglioramento della qualità ambientale e della biodiversità nell’area della discarica è stato realizzato da Sogenus in collaborazione con l’Orto Botanico “Selva di Gallignano” e con C.Re.Ha. Nature Soc. Coop., spin off dell’Università Politecnica delle Marche.

Come primo intervento è stato ridotto l’impatto ambientale della discarica ripristinando gli equilibri strutturali e funzionali dell'ecosistema. Sono state, poi, piantumate in 104 aiuole 13.956 piantine tipiche dell’ambiente autoctono, di notevole interesse mellifero e paesaggistico, per creare un vero e proprio giardino didattico. Nel 2014 è stata elaborata una Cartografia della Vegetazione informatizzata, strumento di monitoraggio della vegetazione e di interpretazione dei dati provenienti dai biomonitoraggi condotti attraverso bio-indicatori (ad esempio il lichene, il carabide e l’anellide).

Per segnalare eventuale stress ambientale da inquinamento chimico (prodotti fitosanitari, metalli pesanti e radionuclidi) vengono impiegate le api: all’interno dell’Oasi, infatti, è stata realizzata una stazione di biomonitoraggio composta da 4 arnie.

“La presenza in discarica delle api, controllate da anni seguendo uno specifico protocollo - spiega Nunzio Isidoro, professore Ordinario dell’Università Politecnica delle Marche - è la dimostrazione scientifica che l’impianto non ha alcun effetto sull’ambiente circostante, sull’aria, sulla nostra salute. Attraverso analisi cliniche sulle api e sul miele prodotto, finora non è stata rilevata alcuna presenza di inquinamento da fitofarmaci e non si è mai verificato il superamento dei valori di riferimento di metalli pesanti per le aree industrializzate”.

“Per garantire la massima sicurezza - spiega Mauro Ragaini, direttore generale di Sogenus - vengono effettuati nel sito monitoraggi constanti che hanno sempre certificato la totale assenza di impatto sulla salute dei cittadini e sull'ambiente circostante".

Dati che "sono disponibili sul sito della società. Solo grazie al nostro impegno e al supporto dei cittadini arriveremo in circa 8 anni alla chiusura dell'impianto, per cui è in corso di esame per l’approvazione il progetto di completamento dell'ampliamento, come deliberato dal Comune di Maiolati Spontini. Questo si rende necessario per lo smaltimento dei rifiuti speciali e in minima parte di Rsu, comunque trattati, che non possono essere in alcun modo recuperati”.

L’impianto si trova in un contesto morfologico e ambientale ottimale: grazie agli elevati valori di impermeabilità del suolo, localizzato su terreni argillosi con spessori superiori ai 2mila metri, si garantisce la massima sicurezza rispetto a eventuali perdite o fuoriuscite di liquidi. Non sono presenti, inoltre, falde acquifere e circolazioni idriche sottostanti la struttura, che consta di 2 vasche di smaltimento impermeabilizzate: nella prima vengono conferiti i Rifiuti Solidi Urbani e nella seconda i Rifiuti Speciali, categoria che include quelli “non pericolosi”, assimilabili agli Rsu, e quelli “pericolosi” gestiti solo in minima parte e nella massima sicurezza.

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