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Roma

"Qui sto bene, voglio restare": al centro di Torre Maura anche un italiano

04 aprile 2019 | 22.10
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A Carmine, 55 anni, il sostegno dei residenti del quartiere: "Mandino via i rom e lascino lui qui, gli porteremo noi da mangiare"

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

di Silvia Mancinelli
Carmine è un italiano di 55 anni che entra ed esce dal centro di accoglienza di via dei Codirossoni, a Torre Maura, da quando martedì pomeriggio sono iniziate le prime proteste contro i rom trasferiti da Torre Angela. C’è chi lo ha scambiato per dipendente della cooperativa che gestisce la struttura, chi per assistente sociale. Ma lui, capelli lunghi e camminata ciondolante, è un ospite dello Sprar. Unico italiano tra i 70 rom che nessuno ha mai voluto, si è ritrovato a vivere come "nomade tra i nomadi" da quando, rinchiuso in carcere, fu costretto a disertare l’assegnazione di una casa popolare.

Tornato in libertà e senza un lavoro, è con i rom che ha iniziato a vivere, trasferito da un insediamento a un altro. Fino a Torre Angela e, martedì scorso, in via dei Codirossoni. "Voglio rimanere qui - dice - non voglio andare via perché mi sento a casa, è pulito e mi trovo bene".

Pronti a sostenerlo i residenti del quartiere, tra i quali anche la nipote Dora: "Se lo lasceranno nella struttura, penseremo noi a portargli da mangiare, senza che gravi sulle casse del Comune. Siamo una comunità, ma gli zingari no, non li vogliamo".

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