
"Quello di ieri è solo un primo passo per il ristabilimento dell'ordine internazionale, si potrebbe dire quasi un atto dovuto"
“Con il mandato di cattura spiccato dalla Corte Penale Internazionale comincia la fine di Putin. Ripercorriamo i momenti nella nostra ormai ultra trentennale storia radicale in cui abbiamo provato una pari emozione e ci vengono in mente l’incriminazione di Milosevic, la moratoria della pena di morte, l’assoluzione di Markiv. Possiamo rivendicare di aver visto giusto, anche questa volta”. Lo dichiarano all'Adnkronos Igor Boni e Silvja Manzi, presidente e membro di direzione di Radicali Italiani.
“La nostra posizione da sempre - spiegano i Radicali - è che non c'è pace e non ci può essere pace senza che ci sia chi si oppone e resiste - come ha fatto, sta facendo e deve poter continuare a fare l'Ucraina - all'aggressore fintantoché chi ne ha l'obbligo - a carte, trattati e regole internazionali vigenti che tutti i paesi si sono vincolati a rispettare e far rispettare - fermi, incrimini, arresti e condanni l'aggressore e tutti i suoi complici. Quello di ieri è solo un primo passo per il ristabilimento dell'ordine internazionale, si potrebbe dire quasi un atto dovuto. Continueremo a batterci con le tante iniziative che abbiamo attivato fin dall’inizio dell’aggressione russa ai danni dell’Ucraina. In primis con la nostra petizione ‘Putin all’Aja’ che ha raggiunto le 10mila firme inviate in sostegno al procuratore Khan e alla Corte Penale Internazionale proprio una manciata di giorni prima dello storico mandato di cattura per Putin e che si può tuttora firmare sul sito radicali.it".
"La mobilitazione continua perché questo è solo il primo tassello e perché le regole, i principi ed i diritti hanno valore e senso se si affermano e valgono per tutti. In questo momento storico ci piace ricordare le parole della giornalista Anna Politkovskaja che, alla vigilia del suo assassinio il 5 ottobre 2006, ai microfoni di Radio Svodoba affermava: ‘Adesso, sul mio tavolo, ci sono due fotografie. Sto conducendo un’inchiesta. Riguarda le torture perpetrate nelle prigioni segrete di Kadyrov oggi e nel passato. Persone che sono state sequestrate dagli uomini di Kadyrov senza alcuna giustificazione. Ho un solo sogno personale nel giorno del compleanno di Kadyrov. Sogno che sieda sul banco degli imputati’. Con lei e con tutti i coraggiosi dissidenti condividiamo lo stesso sogno”.