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"Raggi vittima di raggiro ordito dai fratelli Marra"

08 maggio 2019 | 20.10
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E’ quanto si legge nelle motivazioni della sentenza che lo scorso 10 novembre ha assolto la sindaca di Roma dall'accusa di falso documentale

(Fotogramma)
(Fotogramma)

La sindaca Raggi "è stata vittima di un raggiro ordito dai fratelli Marra in suo danno, che si è svolto con la compartecipazione incolpevole dell’assessore Meloni e dell’avvocato De Santis". E' quanto si legge nelle motivazioni della sentenza che lo scorso 10 novembre ha assolto la sindaca di Roma Virginia Raggi dall'accusa di falso documentale per la nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Comune di Roma. La Procura aveva chiesto una condanna a 10 mesi con la concessione delle attenuanti generiche. "Non v’è dubbio alcuno che la nomina di Renato Marra sia stata pianificata dai due fratelli Marra molti mesi prima, già dalla prima metà di luglio 2016 - si legge - quale alternativa al diniego del sindaco Raggi per la nomina di Renato Marra come Capo o Vice Capo della Polizia Locale di Roma Capitale (oggetto di separato e parallelo atto di interpello). I Marra, infatti, come vedremo meglio attraverso l’analisi della messaggistica, hanno operato al fine di eludere il predetto diniego del sindaco Raggi, strumentalizzando l’assessore Meloni, con cui Renato Marra (su consiglio del fratello), in qualità di responsabile del GSSU, aveva opportunamente intrapreso una fattiva collaborazione nella lotta all’abusivismo commerciale". "I fratelli Marra - si sottolinea nelle motivazioni - come appare evidente dagli sms del periodo antecedente e successivo alla nomina in questione, hanno chiaramente agito all’insaputa del sindaco, allo scopo di ottenere per Renato Marra un ruolo da dirigente di fascia stipendiale superiore alla fascia".  

"La sentenza ribadisce, con puntuali considerazioni in fatto e in diritto, che la sindaca di Roma, nell’esercizio della sua funzione, non ha reso alcuna dichiarazione mendace ed, in particolare, non ha in alcun modo inteso nascondere alcunché all’Anac in relazione alla nomina di Renato Marra presso l’assessorato al Turismo né in ordine al ruolo svolto in tale contesto dal fratello Raffaele, dimostrando, attraverso una dettagliata analisi delle testimonianze e dei documenti acquisiti in giudizio, anche l’assenza di ogni possibile movente" affermano in una nota i legali di Virginia Raggi, gli avvocati Emiliano Fasulo, Alessandro Mancori e Pierfrancesco Bruno. "Tutto ciò - aggiungono i penalisti - in linea con quanto rivendicato dalla stessa sindaca sin dall’inizio di questa parentesi giudiziaria".

"A Testa Alta. Questo ho detto il giorno in cui il Tribunale di Roma ha chiuso il processo nei miei confronti attestando che ho agito sempre correttamente e nell’esclusivo interesse di Roma, che non ho mai mentito ai cittadini e alle istituzioni tanto meno nell’esercizio delle mie funzioni’’ ha scritto Raggi in un post su Facebook. "Le motivazioni della sentenza che ha sancito la mia assoluzione sono state depositate presso il Tribunale di Roma. Confermano l’onestà e la trasparenza del mio operato. Confermano che, per due anni, ho subito attacchi politici e mediatici violenti e ingiustificati’’. "Per tutto questo tempo - ha concluso Raggi - ho proseguito il mio lavoro. Ero certa della mia innocenza e ho sempre avuto fiducia nel lavoro della magistratura. Mi ha sostenuto l’affetto di tanti miei concittadini. L’unico modo che ho per ripagarli è invece quello di continuare a lavorare per loro e con loro. Cambieremo questa città insieme. Faremo rinascere Roma con il nostro impegno, la nostra determinazione, il nostro amore. Grazie’’.

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