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Tentata truffa a Foa, Usigrai chiede chiarezza

09 maggio 2020 | 11.42
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Così l'Esecutivo dell'Usigrai, riferendosi all'articolo odierno di Repubblica che riprende uno scoop dell'Adnkronos del 14 dicembre scorso: "Vigilanza approfondisca, serve convocazione urgente del Cda". Barachini: "Attendiamo esito indagini". Foa si difende: "Da Repubblica gravi imprecisioni, agirò legalmente"

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"Finalmente dopo mesi di silenzio e di tentativi di far cadere tutto nel dimenticatoio, una inchiesta giornalistica comincia a fare luce sulla mail truffa alla quale ha abboccato il Presidente della Rai Marcello Foa. Una truffa sventabile con una sola, semplice, banale telefonata. Perché Foa non la fece?". Lo chiede, in una nota, l'Esecutivo dell'Usigrai, riferendosi all'articolo odierno di Repubblica che riprende uno scoop dell'Adnkronos del 14 dicembre scorso.

"Se confermate le notizie pubblicate oggi da La Repubblica, la storia si fa sempre più inquietante. Serve una convocazione urgente del CdA per fare chiarezza su quanto avvenuto. E anche la Vigilanza Rai ha il dovere di approfondire la questione se è vero, come emerge da articoli di stampa, che le ricostruzioni effettuate in audizione da Foa e l'Ad Fabrizio Salini sono divergenti. Di certo ci aspettiamo una convocazione da parte dell'azionista, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Oggi come mesi fa ci domandiamo se CdA e Vigilanza riconoscono ancora a Marcello Foa la 'riconosciuta onorabilità', prestigio e competenza" per essere il Presidente della Rai, e se l'azionista lo ritiene ancora come proprio rappresentante in CdA", conclude l'esecutivo dell'Usigrai.

Foa si difende: "Da Repubblica gravi imprecisioni, agirò legalmente"

BARACHINI - Per il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, "non fa che confermare l'azione corretta e tempestiva della Commissione di Vigilanza" l'articolo odierno di Repubblica che riprende uno scoop dell'Adnkronos. La Vigilanza, argomenta Barachini, "a dicembre scorso ha convocato il Presidente e l'Ad della Rai per due audizioni secretate poi trasmesse alla procura di Milano. Sono ovviamente disponibile ad affrontare la questione nel prossimo Ufficio di Presidenza ove emergessero nuovi elementi, ma ritengo opportuno attendere l'esito delle indagini in corso senza interferire con il lavoro della magistratura".

"Il compito della Commissione è quello di garantire la correttezza dell'operato dei vertici del servizio pubblico e non quello di seguire le indiscrezioni giornalistiche, che peraltro non rivelano al momento nessuna ipotesi di reato da parte del Presidente o dell'Ad, che invece sarebbero vittime di una tentata truffa", conclude Barchini.

LAGANA' E BORIONI - "Alla luce delle notizie apparse oggi sugli organi di stampa relativi al tentativo di truffa nei confronti della Rai avvenuta un anno fa, teniamo a chiarire che le prime notizie si ebbero solo in ragione delle reiterate richieste di chiarimenti sulla sicurezza informatica dei sistemi Rai fatte dai sottoscritti. A seguito di quella richiesta l'AD diede in cda alcune frammentarie notizie di quel tentativo di truffa". Lo sottolineano all’Adnkronos i consiglieri Rai Riccardo Laganà e Rita Borioni.

"Questo solo per sottolineare che i chiarimenti sulla questione non avvennero per iniziativa del Presidente, ma solo perché dopo le prime sommarie informazioni, chiedemmo ulteriori informazioni su una vicenda che appare, ancora oggi, dopo un anno, piuttosto nebulosa e inquietante", aggiungono.

"A ogni richiesta di approfondimenti, avvenuta anche i giorni successivi l' audizione in vigilanza sul tema, il Presidente ha sempre opposto gli obblighi di riservatezza imposti dal segreto istruttorio. Per queste ragioni, come Consiglieri di Amministrazione dell'azienda vittima del tentativo di truffa, siamo ancora qui ad aspettare i prossimi scoop giornalistici per poterci fare un'idea della vicenda", concludono.

M5S - “Alla luce degli articoli di stampa sulla tentata truffa alla Rai attraverso una mail recapitata al presidente Foa, riteniamo necessario e urgente che il presidente sia convocato per un’audizione in Commissione di Vigilanza Rai. Emergono infatti degli elementi che sarà necessario chiarire”. Lo annunciano in una nota i componenti del MoVimento 5 Stelle della Commissione di Vigilanza Rai.

ITALIA VIVA - "Il caso della tentata truffa alla Rai per 1 milione di euro che ha coinvolto il presidente del Cda Marcello Foa assume contorni inquietanti e gravissimi". Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. Per Anzaldi "dopo le rivelazioni" sulla "Rai finita vittima di truffatori organizzati, è evidente che Foa debba rassegnare immediatamente le dimissioni, oppure il Cda, la commissione di Vigilanza e il Governo dovranno intervenire per revocare il suo incarico".

"Chi può assicurare che oltre al caso dell’email finto Tria non ci siano stati altri episodi analoghi che abbiano coinvolto Foa, che si sarebbe dimostrato permeabile ai truffatori stando alle rivelazioni giornalistiche? Ora il Cda ha il dovere di avviare un’immediata verifica su tutte le spese, di qualsiasi importo, autorizzate da Foa o da lui richieste all’amministratore delegato", prosegue Anzaldi.

"Il caso dell’email del finto Tria, che qualcuno aveva tentato di derubricare a ‘inutile perdita di tempo’, nasconderebbe una tentata truffa organizzata, nella quale Foa, stando a quanto emerge dall’inchiesta giornalistica che si basa sulle indagini in corso dei magistrati prima di Roma e poi di Milano, sarebbe caduto in pieno", aggiunge Anzaldi.

"Ci sono interrogativi ai quali ancora oggi Foa rifiuta di rispondere: perché - chiede Anzaldi - ha informato il Cda solo 7 mesi dopo i fatti e dopo un lunghissimo silenzio? Perché non ha mai mostrato né a Salini, né al Cda la lettera del finto ministro Tria? Perché un presidente della Rai dà corso alla richiesta assolutamente fuori da qualsiasi regola di un ministro che chiederebbe un pagamento diretto ad un’azienda, dopo essersi confidenzialmente firmato ‘Giovanni’?"

E, ancora, "perché Foa non ha denunciato subito la richiesta di soldi da uno sconosciuto, quale sarebbe stato l’avvocato con studio a Ginevra, ma anzi si è rivolto all’amministratore delegato Salini chiedendo di saldare? Perché Foa non ha mai chiarito se la telefonata del presunto avvocato di affari gli sia arrivata sul telefonino personale o su quello di servizio?"

"E’ un fatto che la prima denuncia ai carabinieri della tentata truffa sia stata presentata dall’amministratore delegato Salini e non da Foa, che anzi invece di effettuare le dovute verifiche pensò bene di lasciar detto di pagare e andarsene in vacanza. Quale altro amministratore di azienda si comporterebbe così? In mano a chi è il servizio pubblico radiotelevisivo che amministra quasi 2 miliardi di euro di canone degli italiani? Chi di fronte a questo scandalo non si adopererà per liberare la Rai dal un amministratore così inadeguato sarà pienamente complice e corresponsabile", conclude Anzaldi.

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