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Lavoro: Randstad, al Nord-Est piace ‘flessibile’, 49% cambierebbe orario ogni giorno

22 settembre 2016 | 18.43
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Lavoro: Randstad, al Nord-Est piace ‘flessibile’, 49% cambierebbe orario ogni giorno

Smart working e flessibilità oraria piacciono ai lavoratori del Nord-Est. Tanto che quasi la metà dei dipendenti (il 49%) preferirebbe lavorare con un orario diverso ogni giorno. E’ quanto emerge dall’indagine condotta da Randstad, secondo player al mondo nei servizi per le risorse umane, in occasione dell’assegnazione del Regional Randstad Award Nord-Est, che ha approfondito anche il tema della flessibilità del posto di lavoro e dello smart working tra i lavoratori di questa area del paese.

Sempre guardando all’orario, il 15% degli addetti del Nord-Est preferirebbe lavorare per più ore al giorno per meno giorni alla settimana e l’8% vorrebbe lavorare più giorni una data settimana e meno giorni quella successiva; soltanto il 27% degli intervistati resta affezionato alla settimana di lavoro standard.

Per quanto riguarda lo smart working, invece, il 42% del campione preferirebbe lavorare a distanza occasionalmente, il 20% lavorerebbe a distanza un numero fisso di giorni alla settimana, mentre il 9% vorrebbe addirittura lavorare sempre a distanza. Solo il 27% preferirebbe restare in ufficio.

In ogni caso, circa la metà degli intervistati (il 48%) è soddisfatta del proprio attuale orario di lavoro, mentre il 42% è disposto a lavorare di più a fronte di una retribuzione maggiore. Solo l’1% accetterebbe di lavorare di più senza ricevere un aumento, mentre il 9% accetterebbe una riduzione dello stipendio, se accompagnata da una riduzione dell’orario di lavoro.

La prospettiva di un aumento o di una riduzione della retribuzione si conferma in cima ai pensieri: un maggiore stipendio (84%) è il principale motivo che spinge a lavorare di più, seguito a distanza dalle opportunità di carriera (38%), di sviluppo personale (25%) e maggiore influenza all’interno dell’ambiente di lavoro (15%). Solo una piccola parte aumenterebbe le ore di lavoro per migliorare la propria autostima (9%) e per fuggire dalla routine domestica (3%).

Invece, le principali motivazioni per diminuire l’orario di lavoro sono il bisogno di ridurre le stress e di avere più tempo a disposizione per dedicarsi alle proprie passioni o alla famiglia. Nel dettaglio, il 70% dei lavoratori lo farebbe per una vita più sana e meno stressante, il 67% per avere più tempo libero in generale. Segue un 47% che sfrutterebbe un minore impegno lavorativo per dedicarsi allo sport e coltivare un hobby, un 44% che lavorerebbe di meno per passare più tempo con i figli.

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