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Lavoro: Randstad, stipendio primo fattore ricercato in un datore

19 marzo 2015 | 17.45
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Indagine condotta in occasione del Randstad Award 2015.

Lavoro: Randstad, stipendio primo fattore ricercato in un datore

Il fattore più importante ricercato in un datore di lavoro dai potenziali dipendenti è rappresentato da retribuzione e benefits, indicati dal 56% degli intervistati, che quest'anno supera la sicurezza del posto di lavoro (55%) nelle priorità degli italiani. E' quanto emerge dalla più grande indagine globale sull'employer branding realizzata da Randstad in occasione del Randstad Award 2015, il riconoscimento assegnato questa sera, a Milano, nella sede di Palazzo Mezzanotte, dal secondo player al mondo nei servizi per le risorse umane.

Subito dopo, nella classifica delle priorità, vengono la richiesta di un'atmosfera di lavoro piacevole (48%), la solidità finanziaria e il work-life balance (41%), le opportunità di carriera (37%).

Le donne porgono più attenzione alla sicurezza del lavoro, all'atmosfera piacevole e all'equilibrio vita privata-lavoro rispetto agli uomini, che danno maggiore importanza alle prospettive di carriera. Ma sono evidenti anche le differenze per età: i potenziali dipendenti più giovani si concentrano su carriera, lavoro e atmosfera piacevole, mentre quelli di età più avanzata su sicurezza del lavoro e stabilità finanziaria. Inoltre, chi ha un livello di istruzione superiore non sottovaluta carriera e equilibrio vita-lavoro.

Una conferma dell'importanza delle condizioni economiche nelle scelte degli italiani viene dalle principali motivazioni per cui i dipendenti decidono di lasciare il proprio datore di lavoro, che ai primi posti vedono l'assenza di prospettive di carriera (nel 33% dei casi, specialmente tra gli uomini) e lo stipendio troppo basso (32%, soprattutto per le donne).

L'assenza di riconoscimenti e di equilibrio vita-lavoro sono le motivazioni più frequenti per lasciare il posto attuale per i giovani, mentre l'assenza di stabilità e di formazione sono cruciali per chi ha più di 45 anni.

Se lo stipendio rappresenta la motivazione principale nella scelta o nel cambiamento di un datore di lavoro, l'equilibro tra vita privata-lavoro è invece la prima ragione per restare con il datore di lavoro attuale, espressa dal 44% degli italiani, seguita dall'apprezzamento del lavoro attuale (36%) e dalle buone condizioni economiche (26%).

Ma sono in particolare le donne e i dipendenti di oltre 45 anni a dare importanza all'equilibrio vita privata-lavoro nella scelta di rimanere in azienda, mentre emerge l'importanza delle opportunità di flessibilità nella decisione dei dipendenti con un titolo di studio inferiore.

E la formula del successo lavorativo? Per la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani (il 70%), consiste nello svolgere un lavoro in linea con le proprie attitudini. Solo per un quinto è lo stipendio elevato e per un decimo l'alta riconoscibilità sociale della professione.

Il livello retributivo è considerato più spesso come indicatore di una carriera di successo tra gli uomini e tra i lavoratori giovani. Mentre i manager sono la categoria che più di tutte le altre pone più attenzione al riconoscimento sociale del proprio lavoro.

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