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Rapporto Confartigianato, da 2008 persi 1,2 mln occupati

06 maggio 2014 | 18.32
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Rapporto Confartigianato, da 2008 persi 1,2 mln occupati

Roma, 6 mag. (Labitalia) - L'Italia è sempre maglia nera in Europa per l'emergenza occupazione: tra aprile 2008 e marzo 2014 il nostro Paese ha perso 1.201.500 occupati, pari a 556 posti di lavoro in meno al giorno. E' quanto emerge dal Rapporto sul mercato del lavoro realizzato da Confartigianato, in vista della firma del protocollo d'intesa 'Garanzia per i giovani' che avverrà domani 7 maggio, tra la Confederazione, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali e il ministero dell'Istruzione, università e ricerca.

Una tendenza confermata anche nell’ultimo anno: da marzo 2013 a marzo 2014 sono stati bruciati 124.200 posti di lavoro ad un ritmo di 340 al giorno. Il tasso di disoccupazione italiano si attesta così al 12,7%, rispetto alla media europea dell'11,8%. La situazione peggiora per i giovani under 25: a marzo il tasso dei disoccupati in questa fascia d'età è pari al 42,7%, vale a dire il doppio del 23,7% registrato nell'area euro.

Secondo il Rapporto 3.247.700 italiani sono disoccupati, ai quali si aggiungono 1.703.500 inattivi scoraggiati (vale a dire che non cercano lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo) e 330.900 cassintegrati, per un totale di 5.282.100 persone che vivono gravi difficoltà nel mercato del lavoro.

"L'emergenza occupazionale è influenzata - si legge nel Rapporto Confartigianato - anche dai problemi del sistema formativo e dal mancato dialogo tra scuola e lavoro. In Italia, la percentuale di under 25 che studiano e lavorano è appena del 2,2%, a fronte della media del 14% dei Paesi dell'Ue a 27. E sono 2.434.700 i giovani under 30 che non studiano e non lavorano. Inoltre, il 17,1% dei ragazzi italiani tra 18 e 24 anni abbandona prematuramente percorsi di istruzione e formazione, a fronte della media del 12,8% dell'eurozona".

"Le opportunità di trovare lavoro -si precisa- sono ostacolate dalla crisi ma anche da interventi normativi che hanno penalizzato un contratto a valenza formativa come l'apprendistato che, nel 2013, ha consentito l’11,5% delle assunzioni effettuate dalle imprese artigiane, a fronte dell’8,7% di apprendisti assunti dal totale delle imprese.

"Ma la vocazione dell'artigianato ad utilizzare l'apprendistato - sottolinea il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti - è stata frenata dai maggiori costi e vincoli introdotti nel 2012 dalla riforma Fornero e dalle incertezze applicative provocate dalle tre riforme dell’apprendistato succedutesi nel triennio 2011-2013. Risultato: tra il 2012 e il 2013 le assunzioni di apprendisti nell’artigianato sono crollate del 33,8%, a fronte di una diminuzione del 16% per il totale delle imprese".

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