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Rara Aquila di Bonelli uccisa in Sardegna dai bracconieri

02 ottobre 2019 | 16.48
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Rara Aquila di Bonelli uccisa in Sardegna dai bracconieri

Un atto di bracconaggio, penalmente rilevante, che mette a rischio l’esito di un progetto internazionale di conservazione della specie. Si attendono gli esiti delle attività investigative in corso sull'uccisione di Tepilora, l’aquila di Bonelli trovata morta vicino al lago di Monte Pranu nel Sulcis.

"Questo gravissimo atto di bracconaggio è un torto fatto alla società civile, vanifica il lavoro di moltissime persone dedicate alla conservazione della specie e i cospicui investimenti in termini di fondi pubblici che la stessa Commissione Europea ha destinato alla Sardegna attraverso il progetto Aquila a-Life, valorizzando enti e realtà sarde anche a livello internazionale", denuncia l'Ispra.

Tepilora era una delle prime aquile di Bonelli reintrodotte nell'isola grazie al progetto europeo “Aquila a-Life” che vede coinvolti Commissione Europea, Regione Sardegna, Ispra, Forestas, Corpo Forestale Regionale, Grefa Spagna, Parco Regionale di Tepilora. Proveniva dal centro di riproduzione in cattività di Vandée in Francia ed era stata rilasciata, insieme ad altre quattro, nell’agosto 2018 all’interno del Parco Regionale di Tepilora.

L’esemplare aveva sorpreso i ricercatori quando, all’apertura della gabbia, spiccò per prima un volo sicuro verso i cieli della Sardegna. A settembre dello stesso anno, però, era stata ricatturata a Muravera, poiché le posizioni fornite dal trasmettitore Gps, di cui era dotata, avevano indicato movimenti troppo limitati. Dopo aver trascorso dieci giorni nella voliera nel parco di Tepilora, era tornata di nuovo in libertà.

L'aquila aveva scelto i dintorni del Lago di Monte Pranu, dove stazionava per lunghi periodi. Qui aveva trascorso anche l’ultimo inverno e da qui partiva anche per lunghi viaggi: a maggio si era spinta fino in Corsica per poi fare ritorno nel Sulcis dove è stata volutamente uccisa da una fucilata.

L’uccisione dell’aquila è un delitto che, oltre a costituire un reato ai sensi della normativa nazionale e comunitaria, causa un grave danno di immagine alla Sardegna davanti alla comunità nazionale ed internazionale. I ricercatori impegnati nel progetto, però, si dicono certi che la comunità dell’isola si farà custode delle altre aquile.

L’uccisione a fucilate di Tepilora, una giovane femmina di aquila di Bonelli liberata nel 2018 in un’area protetta in provincia di Nuoro nell’ambito del progetto internazionale Aquila A-Life, è un crimine ai danni della biodiversità nazionale ed europea.

Nella vicenda interviene anche il Wwf Italia, capofila del progetto Life ConRaSi (Conservazione Rapaci in Sicilia), che collabora con il progetto Aquila A-Life per riportare in Sardegna entro il 2024 almeno 25 individui di aquila di Bonelli. L'associazione sta predisponendo, attraverso il suo ufficio legale, "ogni azione necessaria al fine di collaborare con la magistratura e con gli organi inquirenti per assicurare alla giustizia chi si è reso autore di un reato così grave", fa sapere.

"Oggi come allora, gli stessi odiosi fenomeni rischiano di vanificare lo sforzo che il Wwf Italia sta compiendo per consentire a questo magnifico animale di tornare a solcare i cieli dell’isola - aggiunge l'associazione - Nonostante la Sardegna presenti un elevato livello di idoneità ambientale per la specie, fenomeni deprecabili come il bracconaggio continuano a rappresentare una vera e propria piaga per animali rari e protetti, per la cui protezione vengono investite ogni anno importanti risorse pubbliche, sia a livello internazionale sia nazionale".

L’Aquila di Bonelli è un rapace estremamente raro e protetto, che si nutre prevalentemente di piccoli mammiferi e uccelli, innocuo per gli allevatori perché incapace di sollevare da terra animali di grossa taglia. Questa specie è scomparsa dalla Sardegna nel secolo scorso a causa di uccisioni e furto di pulcini dai nidi.

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