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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

11 febbraio 2016 | 11.06
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Oggi il problema dell’economia dell’Unione non è il superministro, ma la direzione. Perché — questa è la tesi del nostro Governo — negli ultimi anni l’Europa ha sbagliato strada. E se vogliamo bene alle istituzioni europee, dobbiamo far sentire la nostra voce: lo facciamo per l’Europa, non per l’Italia". Così, in una lettera a 'Repubblica', il premier Matteo Renzi.

"Molto sinteticamente: negli otto anni di presidenza democratica, gli Stati Uniti hanno puntato su crescita, investimenti e innovazione. L’Europa su austerity, moneta, rigore. A livello economico gli Stati Uniti stanno meglio di otto anni fa -conclude Renzi- l’Europa sta peggio di otto anni fa".

"No.Non dimentichiamo che siamo usciti da una fase nella quale sono state soprattutto le esportazioni a mantenere a galla il nostro sistema economico,visto che i consumi interni erano molto bassi.Oggi c’è una condizione diversa: la domanda interna è migliorata e dunque se guardiamo il dato qualitativo non si può che essere ottimisti". Così, intervistato dal 'Mattino' il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

"L’effetto del Jobs act, degli 80 euro e delle altre misure messe in campo dal governo -spiega Poletti- si fa sentire". Secondo il ministro del Lavoro sulle pensioni ci sarà un intervento nel 2016. "Ci stiamo lavorando nella consapevolezza che ogni eventuale intervento dovrà sempre tenere conto dell’attenzione di Bruxelles che considera l’attuale sistema previdenziale un pilastro fondamentale dei nostri conti pubblici".

"Ecco perché sono molto prudente: non credo -conclude Poletti- che bisogna accrescere aspettative, già adesso molto forti, prima di avere maturato una proposta precisa e percorribile".

Sulla proposta di un ministro delle Finanze europeo "sono molto scettico. Chi lo propone ha ragione quando sostiene che, con poteri di intervento adeguati sui bilanci nazionali, possa aiutare a far rispettare il Patto di stabilità". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Lars Feld, direttore del Walter Eucken Institut, uno dei “cinque saggi“ che consigliano Angela Merkel e il governo tedesco sull’economia.

"Ma l’esperienza con gli Stati federali -continua Feld- dimostra che questi poteri di intervento funzionano male. E i Paesi membri difficilmente si lasciano limitare nella loro autonomia fiscale".

"Abbiamo alle spalle cinque anni di crescita lenta, quasi asfittica, che negli ultimi mesi ha tra l'altro perso ulteriore vigore. A questo si aggiungono poi le tensioni che provengono da una locomotiva cinese in raffreddamento, un crollo della valutazione del petrolio e la stagnazione delle economie europee". Così, intervistato dal 'Messaggero', l'economista americano James Galbraith sulla crisi economica.

"In questo clima l'America -spiega- non può che registrare l'affanno dell'economia globale, e aggiungere la sua dose di nervosismo per i segnali di rallentamento che pure sono evidenti, anche se non ammontano ancora ad una recessione".

"Le politiche attive per il lavoro sono un pilastro fondamentale del Jobs Act. La sfida più grande sarà operare una vera e propria rivoluzione culturale qui in Italia, creando un sistema virtuoso di rete tra pubblico e privato a vantaggio di chi deve ricollocarsi". Ha le idee chiarissime, intervistato dal 'Sole 24 ore', Maurizio Del Conte, professore di diritto del Lavoro all’Università Bocconi di Milano, consigliere giuridico del presidente del Consiglio Matteo Renzi e da una manciata di mesi presidente dell’Anpal, l’agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro introdotta dalla nuova legislazione di settore.

Parte da una fotografia dell’esistente, nella consapevolezza che, conclude, "quello che si è fatto fino a oggi non ha funzionato fino in fondo" perché "mancavano i presupposti a far sì che accadesse". Ma "cambiare strada adesso è possibile".

"E' bene ricordare che la proposta di riforma dei contratti avanzata dai sindacati confederali a Confindustria non è risultata gradita a quest’ultima, ma ha ricevuto il via libera da tutte le categorie di Cgil, Cisl, Uil. La logica in cui è stato rinnovato il contratto degli alimentaristi risponde alla “ratio” della riforma accettata dall’intero sindacato, nessuno escluso". Così, in un intervento su 'L'Unità', il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.

"Quindi, ora più che mai -conclude Palombella- dobbiamo insistere sulla strada intrapresa  e rinnovare bene il contratto nazionale dei metalmeccanici, rispettando i due livelli contrattuali e dando una adeguata risposta salariale ai lavoratori".

"Se la risposta di politica economica deve essere coordinata, non dobbiamo utilizzare questa incertezza come scusa per rallentare il percorso di correzione dei nostri deficit strutturali. Mentre chiediamo coordinamento, dobbiamo continuare ad offrire riforme". Così, in un intervento su 'L'Unità', il responsabile economia e lavoro del Pd, Filippo Taddei.

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