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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

15 gennaio 2016 | 10.35
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"La legge sugli appalti affida all'Autorità anticorruzione un ruolo importante, centrale, con molti nuovi poteri regolatori, ma voglio dire subito che noi non cerchiamo coccarde o medaglie. Ci interessa invece avviare una collaborazione con il mondo dell'Università, gli studiosi e gli esperti di diritto". E' il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone ad affermarlo a "Il Sole 24 Ore". "Ci interessa -continua Cantone- continuare in un confronto assolutamente positivo con le imprese e gli attori del mercato".Cantone, inoltre evidenzia che "giovedì 21 faremo una riflessione su come riorganizzarci, necessario forse un potenziamento". E riguardo gli arbitrati per le banche, il presidente dell'Anac esprime "soddisfazione per essere stati chiamati, lavoriamo con il Mef ai criteri per i ristori".

"Il ruolo dell'Italia nel dibattito nell'Ue sui migranti "deve essere quello di promuovere e perseguire maggiore integrazione, a partire dall'immigrazione. Un fronte sul quale abbiamo fatto molto, delineando anche una nuova strategia di reale condivisione delle responsabilità, anche se poi si resta condizionati dall'anacronistico accordo di Dublino". Lo afferma il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, intervistato da 'La Stampa'. "L'Italia -aggiunge- si deve battere per un regime comune europeo di immigrazione ed asilo, ponendosi così in linea con la propria migliore tradizione europeistica. Ma davvero non vorrei, in generale, che si arrivasse a una esaltazione delle divergenze nazionali in seno a una già molto scossa Unione Europea".

"La fotografia dell' avanzamento digitale del Paese è diversa rispetto a un anno fa. C'è molto più fermento, molta più consapevolezza". Lo dice Elio Catania, presidente di Confindustria digitale al Sole 24 Ore. "Purtroppo -aggiunge- il gap con gli altri Paesi rimane. Dobbiamo solo augurarci che gli investimenti crescano a doppia cifra - replica Catania - perché dagli investimenti nel digitale dipende la crescita del Paese". "L' Ict ha visto un cambio di segno nei ricavi per la prima volta dopo cinque anni. Indicazione importante, ma occorre un cambio di marcia", spiega.

L' industria dell' auto, così come l' abbiamo conosciuta, "ha raggiunto ormai il suo punto limite. Anche gli scandali di questi mesi raccontano che siamo alla vigilia di un profondo cambiamento". Lo dice a La Repubblica Giuseppe Berta, storico dell' industria e docente alla Bocconi. "Premetto che si tratta di verificare se le accuse sono fondate. Anche se vedo che in Francia hanno ammesso di avere livelli di emissioni di CO2 superiori ai limiti di legge. In generale si può dire che è al capolinea un modello". "Nel senso che oltre certi limiti le emissioni non si possono abbattere e oltre certi livelli il mercato dell'auto tradizionale non può salire. Penso che abbiano ragione coloro che ipotizzano un mercato in diminuzione. Un po' perché le nuove generazioni hanno un rapporto più distaccato con l' automobile e un po' perché dopo una lunga fase di stagnazione i giovani di oggi, quelli che chiamiamo Millennials, sono meno propensi a consumare, sono più formiche di noi, nati durante il boom economico e l' inflazione a due cifre. E certo i ragazzi di oggi, senza certezze e con un welfare precario, hanno difficoltà ad acquistare un bene costoso come l' automobile".

L'area Schengen rischia davvero. "Senza la difesa dei confini esterni e la ridistribuzione dei rifugiati avremo problemi seri», ammette con La Stampa Martin Schulz, certo che in assenza di interventi concreti europei "la pressione crescerà ogni giorno di più sui governi". La sua convinzione è che in alcune capitali "ci sarà qualcuno contento", eppure - assicura il socialista che guida l' Europarlamento - "credere che la reintroduzione di controlli permanenti alle frontiere interne sia la soluzione all' emergenza migranti, o alla tutela della sicurezza, è un errore". Sarebbe un tradimento delle aspirazioni su cui è fondata l' Ue. E "se accettiamo di mettere in dubbio i nostri diritti davanti alla minaccia del terrorismo, allora abbiamo perso".

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