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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

21 maggio 2014 | 09.48
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 21 mag. (Labitalia) - "Ormai il 2014 è chiaro che va così. L'obiettivo dev'essere quello di minimizzare i danni e le difficoltà operative per i cittadini. Occorre però costruire per il 2015 una vera imposta sui servizi, che era poi il progetto originario del governo Letta e che si è snaturato strada facendo". Così, in un'intervista a 'Avvenire', Enrico Zanetti sottosegretario al ministero dell'Economia riferendosi alla Tasi. "Bisogna evitare - fa notare - questo obbrobrio della Tasi e del suo incrocio-convivenza con l'Imu sulle seconde abitazioni".

"Quello che ci sembra è che la crescita senza i pagamenti della Pa iniziati dal governo precedente e proseguiti da questo sarebbe stata ancora più debole. Purtroppo la debolezza strutturale dell'economia italiana è più elevata di quello che si pensava. Queste misure stanno comunque compensando questa debolezza. So bene che alla fine sembra che non sia successo nulla, ma in realtà è successo qualcosa: si è impedito che la situazione peggiorasse ancora. Il settore manifatturiero mostra chiari segni di miglioramento. Questa è una notizia molto buona perché a fronte di un miglioramento del manifatturiero ci sarà nel futuro non lontano un miglioramento dell'occupazione". Così, in un'intervista a 'L'Unità', il ministro dell'Economia Padoan.

"La nostra proposta si articola su cinque punti: una grande scuola di formazione pubblica; un ruolo unico della dirigenza; percorsi di carriera basati su incarichi a tempo determinato; positiva osmosi con il settore privato; omogeneità delle regole della dirigenza statale e locale". Così, in una lettera a 'Il Messaggero' Marianna Madia ministro Funzione Pubblica. "Al rilancio della formazione e al ruolo unico - avverte - intendiamo affiancare un cambiamento radicale nei percorsi di carriera che passa per il superamento dell'attuale sistema delle fasce (dirigenti di I e II livello). L'attuale sistema ingessa la carriera di un dirigente e la rende indipendente dai risultati effettivamente prodotti. Pensiamo invece che la carriera di un dirigente debba essere sempre mobile, sia verso l'alto che verso il basso, con l'assunzione di incarichi per un tempo determinato anche con l'inevitabile risoluzione del rapporto per quei dirigenti che rimangano per molto tempo privi di incarico".

"Quest'anno la nostra voce conterà più che in passato: per la prima volta la potremo impiegare per influire significativamente sulla scelta di chi guiderà la Commissione europea verso il futuro. Allo stesso tempo, i nuovi membri del Parlamento europeo avranno una responsabilità crescente nell'ambito del processo di formazione delle leggi. Ciò che faranno sarà importante per tutti noi e per ciascuno di noi europei. Siamo in larga maggioranza consapevoli dei vantaggi, concreti e quotidiani, che ci vengono dall'appartenenza all'Unione europea". Così l'appello al voto del presidente Giorgio Napolitano e dei presidenti di Germania e Polonia, Joachim Gauck e Bronislaw Komorowski pubblicato su 'Il Messaggero. "Combattere la disoccupazione e ristabilire le condizioni per una crescita sostenibile - spiegano - costituiscono il nostro obbiettivo comune. Lavorando ed interagendo gli uni con gli altri acquisiamo infatti la capacità di plasmare insieme il nostro comune destino".

"L'Europa oggi vive una fase di difficoltà che è evidente agli occhi dei cittadini che percepiscono quanto sia alto il rischio di una forte affermazione di partiti populisti e antieuropeisti. Ma questo tipo di evidenza va oltre il cittadino comune e arriva persino a quei politici di tutto il mondo che hanno sempre visto nel nostro continente un modello e un punto di riferimento". Così, in un intervento su 'Il Tempo', il premier Matteo Renzi. "Noi non abbiamo paura a confrontarci - dice - con nessuno sui numeri, non abbiamo paura a confrontarci con nessuno sui dati, non abbiamo paura a confrontarci con nessuno sul rispetto dei parametri europei. Sappiamo di avere una grande zavorra, anche in questo caso culturale prima ancora che economica, che è quella del debito pubblico e del rapporto con il Pil. Abbiamo proposto al Parlamento di avere il coraggio di cambiare se stesso per cambiare l'Europa e di affrontare temi che sono nell' agenda politica da ventanni".

"Se saremo in grado di realizzare quello di cui abbiamo parlato - osserva - dalla riforma costituzionale, istituzionale ed elettorale al cambio di politica economica, legata a una visione non incentrata sull'austerity, ma incentrata sulla crescita e sullo sviluppo, che combatta la disoccupazione non a parole, ma attraverso un cambio di paradigma, allora anche il passaggio politico del 25 maggio non sarà un derby tra europeistie antieuropeisti. Chi immagina di dare tutte le colpe all'Europa non inganna se stesso, inganna i propri elettori. C'è un unico modo per avere più euro in tasca: avere più Europa dentro le nostre istituzioni. Chi sostiene che l'euro è di tutti ha quindi ragione. Dobbiamo convincere i cittadini che è davvero così".

Non c'è solo la stangata sulle seconde case. A pagare l'aliquota massima della Tasi saranno pure le attività produttive. "Un rincaro insostenibile" lancia l'allarme Lorenzo Tagliavanti, direttore della Cna e vicepresidente della Camera di commercio: "In questo momento rischia di essere mortale per centinaia di migliaia di piccole e medie imprese". "Ma non si può sempre far cassa sulle imprese - rimarca - siamo ormai a un punto di rottura: non è possibile che un imprenditore romano fino al 29 settembre lavori per lo Stato e solo dal 30 settembre in poi per la sua azienda e la sua famiglia. Piuttosto si ottengano risultati dall'efficientamento della pubblica amministrazione, si eliminino gli sprechi, il governo smetta di essere distratto e rimborsi Roma per il suo ruolo di capitale".

"La ripresa non si fa per decreto. Certo bisogna favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e la nascita delle imprese. Ma è necessario sciogliere i lacci burocratici che strozzano la voglia di fare". Così, in un'intervista a 'Libero' Marco Gay, neo presidente dei Giovani industriali di Confindustria, che vede nell' Expo 2015 una formidabile occasione "per farci conoscere". E "tornare a crescere". "Possiamo vantare delle importanti e riconosciute - dice - eccellenze. Vanno solo fatte crescere. Quelle che oggi sono grandi imprese, solo 30, 40 anni fa erano delle strat up. Un miracolo che possiamo ripetere se solo venissero sciolti i lacci burocratici".

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