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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

02 dicembre 2015 | 09.22
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Battaglie per creare equità all'Inps ce ne sarebbero: una macchina amministrativa migliore per gli utenti, lotta contro evasione e frode, procedure più semplici, gestione del personale che riduca il contenzioso tra dipendenti, ex dipendenti e Inps. Vuole l'Inps fare un'operazione di trasparenza? Pubblichi i dati economici sui contributi versati senza dare luogo a prestazione, pagati da milioni di silenti: lavoratori deceduti senza diritto a pensione o senza superstiti, stranieri rimpatriati con bassa contribuzione, disoccupati di lunga durata e donne che perdono il lavoro senza avere il diritto alla pensione, o prestazioni non riscosse. L'Inps non è un'assicurazione privata che applica aliquote di equilibrio, ma grazie ai trasferimenti dello Stato gestisce un'assicurazione sociale con aliquota contributiva sociale". Lo scrivono su 'Il Corriere della Sera', Alessandra Del Boca docente di Economia e consigliere di Sorveglianza Ubi e Antonietta Mundo attuario, ex coordinatore generale statistico attuariale dell'Inps.

"L'orario di lavoro? Poletti ha fatto bene a dire che ormai è un concetto superato. Anzi, per dirla tutta, il ministro si è accorto dell'enorme ritardo che c'è su tutto il tema della contrattazione ed è corso ai ripari lanciando una provocazione. Dobbiamo far crescere la contrattazione aziendale o di prossimità, premiando la produttività. E su questo impianto smart potremo innestare i cambiamenti necessari". Così, in un'intervista a 'Il Giornale' il giuslavorista Francesco Rotondi.

"Nella sentenza la Cassazione definisce questo principio "innegabile" e dice che al lavoro pubblico si applica la legge 300 con lo Statuto dei lavoratori. E quindi da questo punto di vista, si, toglie molti dubbi interpretativi. E dà ragione a chi ha sempre sostenuto la tesi che la riforma Fornero valeva anche per i dipendenti pubblici. Questo però non incide sulla situazione attuale. Il governo ha detto superiamo il dualismo del mercato del lavoro, tutelati e non tutelati. Invece sono stati creati due regimi paralleli che andranno avanti per vent' anni. Questo crea caos e confusione. Invece io ritengo che le regole devono essere uguali per tutti". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', il giuslavorista Michele Tiraboschi.

"Anche le imprese devono cambiare, su questo non c'è alcun dubbio. Alcuni paradigmi assoluti, ad esempio il classico 'piccolo è bello', vanno archiviati, ma dobbiamo farlo davvero. Anche rispetto alla finanza l'approccio si dovrà modificare, che ci piaccia o no. Se pensiamo di affrontare il futuro con gli strumenti del passato abbiamo perso in partenza". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Alberto Ribolla, presidente di Confindustria Lombardia.

"Tito Boeri, il presidente dell'Inps, anziché occuparsi dei vitalizi dei parlamentari, una questione che non lo riguarda, farebbe bene a occuparsi dell'Inps visto che garantire l'equilibrio del sistema pensionistico è un compito che spetta al governo e anche a lui. A me pare che siano tutti un po' in confusione. Per avere oggi un vitalizio servono almeno 5 anni di permanenza in Parlamento e 65 anni. E dal primo gennaio 2012 c'è il metodo contributivo pro rataper tutti. Il massimo del vitalizio oggi lo prendono quelli che hanno fatto 25-30 anni di vita parlamentare e si tratta di 5.900 euro netti al mese. Ma di media le cifre dei vitalizi sono di 3.000-3.500 euro al mese. Boeri quando interviene sui vitali zi lo fa in modo scorretto perché su questo il compito di decidere spetta alle Camere e alla Corte Costituzionale". Così, in un'intervista a 'Il Tempo', Gerardo Bianco presidente dell'associazione degli ex parlamentari.

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