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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

03 febbraio 2017 | 10.46
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola la questione migranti e i conti pubblici.

In un'intervista al 'Corriere della sera', Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, afferma: "Noi siamo prima di tutto un’alleanza politica e lavoriamo in partenariato con la Nato, che è fondamentale per la sicurezza non solo degli europei. Ma stiamo rafforzando la difesa europea, presenterò dei primi risultati concreti in occasione delle celebrazioni per il Trattato di Roma a marzo. Gli europei spendono il 50% del budget Usa sulla difesa, ma il risultato è solo il 15% di quello americano, per il fatto che è diviso in 28 amministrazioni nazionali. Occorre creare un meccanismo di cooperazione e integrazione della difesa".

Sul fronte dei conti pubblici e dei rapporti con Bruxelles, al 'Mattino' Pierpaolo Baretta, sottosegretario all'Economia, spiega che la manovra correttiva "certo che ci sarà: l'importo è quello chiesto dall'Europa, lo 0,2% del Pil, ma la correzione la facciamo nei tempi e nei modi più congeniali alle nostre esigenze, questo è scritto nella lettera". "La lettera poi - puntualizza - non è nemmeno un compromesso tra la presidenza del Consiglio e il ministero del Tesoro, come è stato detto: è una mediazione tra l'Italia e l'Europa".

Per l'economista tedesco Clemens Fuest, presidente dell’Ifo di Monaco, interpellato dal 'Giorno', "il debito non è il primo problema dell’Italia". "Quale che sia il parere della Commissione, il governo e il Parlamento italiani - avverte - faranno quello che ritengono sia giusto per il Paese, anche in violazione dei trattati, così come la Germania e tutti gli altri Paesi dell’Unione. Abbiamo censito 168 violazioni delle regole europee che non hanno avuto alcuna conseguenza. Questo è il grande problema dell’Ue".

Sul fronte europeo, inoltre, interviene, con il 'Manifesto', il segretario generale del ministero del Lavoro greco, Andreas Nefeludis, definendo "le richieste del Fmi fuori dalla realtà, i diritti del lavoro sono quelli previsti dalla legislazione europea".

Intervistato dal 'Giornale', Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, dichiara: "Il problema strutturale della nostra economia è quello di una domanda interna debole. Abbiamo perso troppo in termini di consumi e, soprattutto, di investimenti. Serve un’accelerazione, un cambio di registro che per noi significa abbandonare la logica dei bonus, degli interventi spot e dei premi selettivi. È una politica che non funziona e infatti famiglie e imprese ancora non hanno toccato con mano una vera riduzione delle tasse".

'Mf' intervista Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: "L’industria cui pensiamo è ad alta intensità d’investimento, alta produttività e alto valore aggiunto. Il programma 4.0 servirà proprio ad accentuare queste caratteristiche, che consideriamo vincenti per le imprese italiane, le quali già si distinguono per la capacità di sviluppare bellezza. La politica di Confindustria, accolta dal governo, punta a premiare i fattori e non più i settori per consentire a tutti di poter concorrere al meglio, purché si abbia il coraggio d’innovare. La qualità del prodotto italiano non ha rivali nel mondo e dovremo difendere in una logica europea i valori del libero mercato".

La 'Stampa' intervista Paolo Scaroni, già ad dell’Eni e oggi vicepresidente della banca d’affari Rothschild, che si dice convinto che "il dibattito sul passaporto dei proprietari delle imprese sia una battaglia di retroguardia" e che, invece, "quel che conta è attrezzarsi per attirare nuove imprese e attività". "Molti Paesi, a partire dall’Irlanda, usano la leva fiscale per calamitare grandi gruppi e capitali. Creano le premesse perché le imprese scelgano di installarsi da loro. Perché questo accada, a parte il trattamento impositivo, serve un ambiente favorevole per le aziende; la giustizia deve essere efficiente e non far attendere anni; le rigidità nel mondo del lavoro devono essere ridotte", sottolinea.

A 'Libero' Gregorio De Felice, capo economista di IntesaSanpaolo, dice che "l’Italia prima di tutto deve migliorare la produttività: le priorità sono una maggiore efficienza del quadro normativo, della pubblica amministrazione, una chiara identificazione delle responsabilità e la riduzione del cuneo fiscale".

Con il 'Sole 24 ore' il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, parla della richiesta di modificare l’impianto del rating di impresa, sostenendo che non è un passo indietro: "Noi ci crediamo moltissimo. Lo consideriamo uno dei pilastri del nuovo codice. Per questo va fatto bene. Un sistema con poca capacità di incidere sul mercato rischia di far venir meno una delle innovazioni principali della riforma".

Il 'Fatto quotidiano' intervista Gianmario Verona, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese e rettore dell’Università Bocconi: "Le aziende si stanno sfilacciando, anche dal punto di vista organizzativo. E non solo in Italia. È la struttura stessa del tessuto industriale che sta cambiando, con la tecnologia. I grandi colossi non ci sono più. Anche nel settore privato. Ai miei tempi c’erano aziende come Procter Gamble e McKinsey che rappresentavano vere scuole di formazione e facevano crescere i neolaureati, oggi i percorsi sono molto meno lineari, più personali. Non ci sono più 'serbatoi' di classe dirigente a cui attingere, per questo è tanto più importante avere la capacità e l’apertura mentale di costruirsi opportunità e carriere personali. E l’università è decisiva nell’accompagnare in questo percorso".

'Libero' dedica un approfondimento alle politiche attive del lavoro e intervista Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl: "Crediamo nelle potenzialità delle politiche attive, le abbiamo messe anche nell’ultimo contratto. L’assegno di ricollocazione è sulla carta una proposta interessante. Bisogna però rodare il sistema. Soprattutto c’è da capire se i soggetti messi in campo funzionano".

Sempre a 'Libero' il giuslavorista Giampiero Falasca parla di "un’ottima idea, attuata in maniera imperfetta: dare l’assegno dopo quattro mesi di disoccupazione significa intervenire tardi, perché le prospettive di ricollocazione sono maggiori nei primi mesi, e far ruotare tutto il sistema intorno alle strutture pubbliche significa condannare questo strumento al fallimento".

Sul fronte delle libere professioni, il 'Sole 24 ore' intervista Massimo Miani, consigliere nazionale uscente che tra meno di due settimane si insedierà alla guida del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti: "Una categoria in difficoltà perché negli ultimi anni non si è compreso che appiattirsi sugli adempimenti avrebbe portato a un depauperamento. È urgente ridefinire il nostro profilo e accompagnare la professione in un processo di cambiamento".

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