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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

29 luglio 2015 | 09.58
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"L allarme lanciato dal Fondo monetario internazionale è tutt' altro che esagerato. Da tempo si ipotizza addirittura una 'stagnazione secolare' per l'Occidente e l' Europa in particolare. E se la bassa crescita si interseca con gli effetti della nuova rivoluzione industriale, il rischio che ci sia una crescita dell'occupazione limitata e insufficiente per riassorbire disoccupazione e inattività diventa concreto". Così, in un'intervista a 'Avvenire' Enrico Giovannini, ex ministro del Lavoro, già presidente dell'Istat e docente di Statistica economica all'università di Tor Vergata.

"I 'no all'euro' appaiono sempre più radicati nell'insofferenza verso la Germania e nel disprezzo nei confronti della Merkel. Ora, chi ha questa posizione deve stare ben attento. Se si pensasse che uscendo dall'euro, e magari dalla Ue, l'Italia si affrancherebbe d' incanto dall'influenza e dal potere della Germania, si commetterebbe un errore madornale. L'unica entità che disciplina e sottopone a regole comuni tutti gli Stati, compreso il più grande e il più potente, è proprio l'Ue, e in essa l'eurozona". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', l'ex premier Mario Monti.

"Mi rendo conto che è un'operazione complessa. Ma l'accordo poteva essere chiuso già a gennaio, avendo più tempo a disposizione per raggiungere il risultato. Sono stati proprio i governatori a prendere tempo in una trattativa andata avanti per mesi e poi sospesa per l'incombere delle elezioni regionali. Credo che avendo deciso le cose da tempo, tutti abbiano già fatto i conti". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

"Essenziale è tornare nei luoghi di lavoro. Anche la Cgil si è troppo rinchiusa nelle sedi, perdendo il gusto di stare nel territorio, in frontiera, a cercare e organizzare i lavoratori, utilizzando la nostra forza per parlare a tutti quelli che non ci conoscono, non ci vedono, e non ci considerano. Scegliere di tornare alle radici e al contrasto dei nuovi egoismi e delle solitudini per includere con la contrattazione davvero tutti, per dare a chi lavora tutela e dignità del e nel proprio lavoro. Se questo deve essere il nostro modo di essere, è anche indispensabile coinvolgere tutti sul tema della qualità del lavoro pubblico, in qualche caso della sua utilità. Non basta dire e lottare per ottenere lo sblocco dei contratti, serve che si riavvii il processo di privatizzazione del rapporto di lavoro nella pubblica amministrazione, che si sciolga quell'ambiguità fatta di tanto consociativismo, di tante scorribande politiche che poi diventano, nell'immaginario collettivo, la colpa e la corporativizzazione del sindacato". Lo scrive su 'Il Fatto quotidiano' la leader della Cgil, Susanna Camusso.

Molta della spesa privata attuale è pagata in contanti, non è efficiente e drena risorse delle famiglie all'economia. Organizzare un 'secondo pilastro' privato e integrativo può contribuire alla sostenibilità e alla piena esigibilità del diritto alla salute, bilanciare la composizione della spesa e rendere più efficiente il sistema sanitario nel suo complesso. La massa critica di consolidamento del modello che noi proponiamo può essere raggiunta con idonee politiche fiscali che favoriscano l'afflusso di risorse da parte delle famiglie e dei lavoratori verso il 'secondo pilastro' piuttosto che verso forme cash di spesa, nonché con un impegno crescente da parte delle imprese, compensato sul piano fiscale. Il costo di una tale politica per lo Stato può essere minimo o nullo. Si tratta di operare una revisione dei benefici fiscali già oggi esistenti in materia di spese sanitarie e di sfruttare i vantaggi connessi all'emersione di una quota di sommerso". Lo scrive su 'Il Messaggero', il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi.

"Il futuro del Mezzogiorno, come quello del Paese, è basato sull'industria. C'è una discreta densità di manifatturiero, puntiamo a nuovi investimenti e ad ampliamenti. Ecco perché sarebbe importante anche un utilizzo mirato dei fondi europei per la ricerca e innovazione, così come di meccanismi di risk sharing, per facilitare l'accesso al credito delle pmi meridionali". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore' Alessandro Laterza, vicepresidente di Confindustria con la delega per il Sud e le politiche di coesione.

"In questi primi tre mesi abbiamo avuto 363 visite di cariche istituzionali a Palazzo Italia con oltre 40 Capi di Stato, 188 delegazioni business. Sono 3.500 aziende registrate alla piattaforma online della Camera di commercio 'Expo Business Matching', con 600 meeting bilaterali tra aziende italiane e straniere di tutti i settori produttivi, 500 incontri grazie al progetto Ice 'Expo is Now' portato avanti in collaborazione con Assolombarda". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Diana Bracco, presidente di Expo 2015 spa e commissario generale per il Padiglione Italia.

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