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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

24 settembre 2014 | 09.53
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Padoan: "Penso che il modo in cui il governo sta impostando la riforma (del lavoro) vada nella direzione giusta".

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Servono misure capaci di rompere le barriere e di aumentare l'inclusione sociale. L'Italia è ancora un Paese senza equità, dove la diseguaglianza, che è frutto anche dell'evasione fiscale, è andata aumentando a causa della crisi". Così, in un'intervista a 'Avvenire', il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. "Il nuovo mercato post-riforma -spiega- offrirà più prospettive di lavoro, più prospettive di investimento e di crescita e soprattutto retribuzioni più elevate".

In un'intervista a 'La Repubblica, sempre il ministro Padoan avverte "penso che il modo in cui il governo sta impostando la riforma (del lavoro) vada nella direzione giusta. Ma uno dei temi del dibattito europeo è che ai Paesi ai quali si facilitano le condizioni finanziarie, poi manca l'incentivo a fare riforme". Alla domanda sulla possibile destinazione di 5 o 6 miliardi ricavati per la manovra, se questi cioè andranno più sul lavoro o sugli ammortizzatori, "i numeri -risponde il ministro- non ci sono ancora, ma penso sia importante favorire la ripresa degli investimenti privati. Sono la via maestra per creare lavoro. Dunque servono misure che stimolano gli investimenti, accanto a quelle che rendono il mercato del lavoro più semplice. Ecco perché la manovra finanziaria, di riforme strutturali e di sostegno agli investimenti sono tre componenti della stessa strategia. Poi il mix di tagli di imposte, sostegno agli ammortizzatori sociali nella nuova visione del mercato del lavoro e sostegni eventuali a investimenti in innovazione saranno messi a punto".

"Dalla società sale una richiesta di rinnovamento. E io ho deciso di raccoglierlo accelerando il rinnovamento della Cisl dimettendomi da segretario generale". Così, in un'intervista a 'Avvenire', il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "Ammetto che non mi sono mai trovato -sostiene- in una situazione in cui le rappresentanze sindacali fossero tanto poco considerate. Quel che mi interessa, ripeto, è raccogliere e rimandare i segni di cambiamento che salgono dalla società. Farebbero bene a farlo anche il governo e i politici, però, non solo i corpi intermedi".

"E' sbagliato inseguire l'articolo 18. Questa è sempre stata una bandiera della destra. Noi dovremmo concentrarci sulla crescita del Paese. E poi l'articolo 18 è stato cambiato solo da due anni e in modo assai significativo. Andrebbe fatto seriamente un monitoraggio della riforma Fornero". Così, in un'intervista a 'Il Fatto quotidiano', Cesare Damiano presidente della commissione Lavoro della Camera. "Il nuovo contratto a tutele crescenti spiega- deve fissare la durata della prova che proponiamo sia al massimo di tre anni. Al termine di questa, il datore di lavoro ha due possibilità: licenziare il lavoratore senza alcun contenzioso come se fosse un contratto a termine. Oppure assumerlo a tempo indeterminato con le regole attuali, quelle della legge Fornero. L'imprenditore sceglierà probabilmente la prima opzione. In cambio, però, noi proponiamo un bonus per il periodo di prova e un incentivo fiscale all'assunzione".

"L'editoria in crisi? Manco per niente. Le notizie portano ancora profitto. Io le vendo all'estero dove c'è un enorme voglia di conoscere l'Italia". Così, in u'intervista a 'Il Tempo' Marco Durante, presidente dell'agenzia stampa LaPresse che oggi a Roma presenta un accordo di partnership con quattro agenzie internazionali chele consentiranno di esportare Italia in tutto il mondo. "I giornalisti -fa notare- non scompariranno. A patto di cambiare il modo di vedere le notizie. Non più solo testo ma anche immagini e contenuti. Nell'attuale fase di cambiamento sono i più grandi alleati degli editori".

"Sull'articolo 18 non si può andare oltre quel che hanno già fatto i governi precedenti e si troverà alla fine un accrocchio". Così, in un'intervista a 'La Repubblica', Pierre Carniti, leader storico Cisl. "L'occupazione si crea -sostiene- con investimenti pubblici e privati. Ma il governo Renzi non ha oggettivamente spazi di manovra. Sulla politica economica deve vivere nei limiti imposti dall'Europa. Altrimenti potrebbe destinare 20 miliardi ad estendere a tutti la cassa integrazione e a far ripartire investimenti e consumi. Non avendo soldi non resta che far girare la manovella della macchina del fumo con l'articolo 18".

"Obiettivo della legge è dare diritti a chi non li ha. Miglioreremo la situazione di tutti: non ci sarà nessuno che potrà dire prima avevo questo, ora non ce l'ho più. Avranno tutti quello che avevano o di più". Così, in un'intervista a 'La Stampa' il ministro della Pa Marianna Madia riferendosi all'articolo 18. "Il meccanismo garantisce di essere pagati -chiarisce riferendosi al pagamento dei debiti della Pa- chi non è ancora stato pagato è perché non ha ancora avviato la procedura".

"Mi limito a ricordare che l'articolo 18 di cui si discute oggi non è quello dei tempi di Cofferati; la riforma Fornero l'ha già reso più flessibile. In ogni caso, credo sia essenziale proteggere tutti i lavoratori nei loro diritti, anche quelli che oggi non ne hanno, ma senza ideologismi; a cominciare proprio dal diritto al lavoro che non coincide con il diritto a uno specifico posto di lavoro". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera, il presidente del Senato Pietro Grasso.

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