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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

27 aprile 2016 | 09.58
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Da qui alla fine della legislatura, entro il 2018, il governo interverrà per sostenere le pensioni più basse. E’ ancora presto però per indicare la formulazione tecnica". Così, intervistato dal 'Messaggero', il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini.

E sulla flessibilità nel sistema delle pensioni sottolinea: "non è facile far quadrare i conti pubblici con interventi che aumentano la flessibilità in uscita. Stiamo ragionando su come farlo. Il problema è che un intervento di questo tipo -continua- ha costi di cassa di circa 5-7 miliardi: lo Stato infatti deve anticipare la pensione a chi va prima, poi recupera una parte di questi soldi con una penalizzazione, ma per la finanza pubblica c'è un costo di cassa per i primi 10-15 anni molto elevato".

Secondo Nannicini "l'unico modo per scendere sotto queste cifre è trovare una soluzione tecnica che non cambi nulla per il pensionato che chiede l'anticipo all'Inps. Ma in forza della quale una parte dell'anticipo viene intermediata dal sistema finanziario".

"Lo sciopero generale dei metalmeccanici è stato un successo. Mercoledì 20 aprile, al primo turno di lavoro, si è astenuto dal lavoro più del 75% degli addetti metalmeccanici ed il dato, diffuso da Federmeccanica, che tenta di ridimensionare quella percentuale al 24,6%, non fa che rafforzare la riuscita dello sciopero. Occorre, al più presto ritrovare la via del negoziato per il rinnovo del Ccnl di settore scaduto lo scorso 31 dicembre, ripartendo dal punto dove il confronto si era interrotto". E' quanto si legge in un intervento su 'L'Unità' del segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.

"Gli imprenditori metalmeccanici -continua Palombella- devono rivedere la proposta contrattuale che ci hanno finora presentato e riproposto anche prima e dopo la nostra mobilitazione. Quel testo così com' è non va, a partire dalla questione salariale. Federmeccanica ed Assistal hanno il dovere di riformulare la proposta in questione, perché lo chiedono i sindacati, i lavoratori che hanno scioperato, l' economia dello stesso Paese".

"Le principali autorità istituzionali del settore bancario in Italia ed Europa, solo per fare un esempio, da tempo sostengono che per aiutare la ripresa occorra incrementare i salari, una scelta utile per l' aumento dei consumi e da affiancare ad una concreta politica degli investimenti. Ignazio Visco e Mario Draghi, governatori della Banca d' Italia edella Banca Centrale Europea non hanno dubbi: per evitare avvitamenti deflazionistici -conclude- occorre allo stesso tempo rinunciare a generalizzate riduzioni degli aumenti retributivi".

"Nel 2014 il fatturato era arrivato a 1,34 miliardi e nello scorso anno siamo cresciuti a una cifra, in modo abbastanza uniforme in tutti i 100 Paesi in cui siamo presenti e, per la prima volta da molti anni, persino in Italia, che assorbe il 40% delle vendite". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 ore', Luigi Maramotti, presidente di Max Mara.

"Non essendo quotati -conclude Maramotti- possiamo permetterci di non dare dati al mercato ogni tre mesi, ma posso dire che siamo un gruppo sano, fortemente patrimonializzato e che continueremo a investire con logiche di medio-lungo termine, mai di breve".

"Mancano la progettualità, l’universalità e l’organicità che farebbero segnare una forte discontinuità rispetto al passato. Purtroppo, è prevedibile che un Def pensato in continuità con quelli degli anni precedenti non possa determinare una crescita vera e duratura né maggiori investimenti italiani ed esteri o un’occupazione stabile". Così, in un'intervista a 'Italia Oggi', il segretario generale della Confsal, Marco Paolo Nigi.

Per Nigi "per tutta una serie di fattori negativi endogeni la nostra crescita è comparativamente bassa rispetto all’Eurozona, né si vedono all’orizzonte provvedimenti capaci di correggere l’andamento di crescita".

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