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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

01 ottobre 2014 | 10.13
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Molti i commenti al Jobs Act e alle decisioni prese dalla direzione del Pd.

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Una finalità senza dubbio condivisibile che però suscita alcuni dubbi, da dissolvere in fretta". Lo scrivono sul 'Corriere della Sera' Massimo Fracaro e Nicola Saldutti a proposito della possibilità di anticipare la quota del Tfr direttamente in busta paga. "La coperta del Tfr (Trattamento di fine rapporto o liquidazione) non può, infatti, bastare a servire due padroni: i consumi e i risparmi degli italiani. Addirittura tre se si considera che, in base alla legislazione attuale, il Tfr è considerato il principale strumento di finanziamento della previdenza integrativa. Pochi l'hanno utilizzato a questo scopo. Se il fine è quello di mettere più soldi in busta paga, la strada maestra resta quella di ridurre le tasse".

Giuliano da Empoli,sociologo, economista e scrittore, parla con 'Il Corriere della Sera' del Jobs Act e dice: "Nella sinistra italiana è successo qualcosa di storico: l'articolo 18 era l'ultimo tabù e Renzi lo ha abbattuto. Ha osato ciò che fece Blair quando abolì la "clausola IV" dello statuto dei laburisti, che come obiettivo prevedeva di arrivare alla "proprietà collettiva dei mezzi di produzione". Era un residuo ideologico, ma quando fu cancellato scoppiò una rivolta interna, così come oggi contro Renzi".

"Una scatola vuota? No, non è così il disegno di legge delega per la riforma del Terzo Settore", replica così all'intervento del Corriere, Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali. "Non è una scatola vuota con una copertura finanziaria insufficiente - sostiene Bobba - e poco coraggio nell'innovazione"."I principi di delega esplicitati contengono numerose e importanti novità sia circa la disciplina degli enti di Terzo Settore che sulla normativa fiscale relativa al non profit . Il Governo intende separare il grano dal loglio, premiare i soggetti che generano un' effettiva utilità sociale, ricondurre ad unità una normativa troppo frammentata, rendere trasparente il meccanismo del 5x1000, potenziare in modo rilevante il servizio civile arrivando nel 2017 ad impegnare circa 100.000 giovani", dice Bobba.

"Giusto prevedere anche la reintegrazione nel caso dei licenziamenti disciplinari ingiustificati". Il giuslavorista e senatore di Scelta civica Pietro Ichino con 'Avvenire', non giudica un passo indietro l'apertura del premier Renzi alla direzione del Pd. "È giusto differenziare il caso del licenziamento disciplinare rispetto agli altri, perché esso porta con sé uno stigma negativo sulla persona licenziata. Per questo motivo nel progetto del Codice semplificato abbiamo previsto la possibilità della reintegrazione nel posto quando risulti che il fatto contestato non sussiste. Con facoltà, però, per ciascuna delle parti di optare per l' indennità di 15 mensilità, sostitutiva della reintegrazione. Questa è la soluzione che ci avvicinerebbe di più, per questo aspetto, all' esperienza tedesca", aggiunge.

"Mi è sembrata una foto in bianco e nero della realtà, l' idea che ci siano ancora i padroni della ferriera e la classe operaia è una cosa ridicola. Lo Statuto dei lavoratori è del 1970, nel frattempo il mondo è cambiato, ma lo Statuto è rimasto lo stesso. Io con i miei dipendenti condivido le ferie, usciamo insieme a cena, facciamo la stessa battaglia. Non dormo di notte, come ogni imprenditore che si rispetti, per le preoccupazioni che tutto vada al meglio, le stesse che hanno i miei collaboratori. Quest' anno cinque di loro si sposano. Lo fanno perché si sentono tranquilli perché andiamo tutti nella stessa direzione, non perché si sentono tutelati da un giudice". Lo dice, a proposito delle frasi di D'Alema sui 'padroni', al 'Giornale' Angelo Petrosillo, fondatore di Blackshape Aircraft.

"Renzi sfugga dalla "sindrome Fornero", il ministro che partì per andare a Milano e si ritrovò a Caltanissetta, invece di fare un mercato del lavoro più flessibile lo fece più rigido, grazie alla combinazione tra le rigidità certe in entrata e le flessibilità incerte in uscita". Lo dice al 'Sole 24 Ore', il relatore in commissione lavoro al Senato del Jobs act Maurizio Sacconi (Ncd). "La legge Fornero è un caso di scuola - sostiene - il risultato è che ha bruciato posti di lavoro, anche se non erano queste le intenzioni originarie". "Il documento Pd può produrre esiti diversi, -aggiunge- sta a come si declina nei criteri della delega e nei decreti delegati. Nel dettaglio si nascondono angeli e demoni. Le variabili entro lo stesso documento sono molte. Se si riapre la discussione, nei criteri di delega o in sede di decreto delegato possono essere riconsiderati diversi aspetti anche per i contratti in essere, attraverso un' interpretazione più certa delle norme vigenti, con una definizione inequivoca del licenziamento economico che deve riguardare ogni esigenza organizzativa senza che il magistrato possa entrare nel merito della scelta dell'imprenditore".

Si individueranno "casi estremi" di licenziamenti disciplinari illegittimi dove rimarrà il reintegro nel posto di lavoro. La tutela reale sarà invece completamente eliminata nei licenziamenti economici. Al suo posto, per i nuovi assunti con il contratto a tempo indeterminato a protezione crescente, verrà introdotto un indennizzo monetario calcolato in base all' anzianità di servizio. Questo perché "vogliamo dare certezze alle imprese sui costi di separazione, superando, al tempo stesso, la discrezionalità dei giudici". "Forme di flessibilità in ingresso resteranno. Spariranno solo le false collaborazioni a progetto. Ma saranno estesi i sussidi e le politiche attive cambieranno verso, con uno sguardo rivolto all'Olanda". Lo dice al 'Sole 24 Ore' Tommaso Nannicini, economista all' università Bocconi di Milano e tra i più stretti consiglieri di Matteo Renzi, sul Jobs act.

Matteo Renzi sull'articolo 18 e sui sindacati "ha fatto passi avanti», spiega Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro della camera, a 'Italia Oggi'. "Passi avanti, anche se non risolutivi", puntualizza Damiano, ex segretario della Fiom- Cgil e poi ministro del lavoro nel governo Prodi. I miglioramenti "sono due e sostanziali -spiega- nella relazione alla direzione del partito, Renzi ha detto che riaprirà la sala verde di Palazzo Chigi, quella della concertazione, e sfiderà i sindacati su contrattazione decentrata, rappresentanza sindacale e compenso minimo orario. Una buona cosa". La seconda novità è che l'ordine del giorno approvato dalla direzione del Pd "prevede, oltre ai licenziamenti discriminatori, il reintegro sul posto di lavoro anche per quelli di natura disciplinare. È il risultato della pressione nostra e di coloro che hanno puntato sull' ascolto e il confronto piuttosto che sull' intransigenza".

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