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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

22 luglio 2016 | 10.08
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Finalmente il quadro non è più teorico. Il presidente della Bce Mario Draghi parla di eventuale paracadute pubblico per le banche ma lo circostanzia in casi eccezionali che sono previsti dalla normativa e che erano stati messi in secondo piano da un’interpretazione restrittiva". Così, intervistato dal 'Corriere della sera', il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli.

"Draghi -conclude Patuelli- dà un'interpretazione autentica: non è la via principale ma è possibile in casi eccezionali di assoluta necessità".

"Se dobbiamo riconoscere che il sindacato ha il dovere di cambiare, dobbiamo anche ricordarci che nelle aziende senza sindacato si sta peggio.Ci sono imprenditori che sostengono di fare, da soli, anche la parte del sindacato, capireparto che promettono che penseranno a tutto, ma alla prima difficoltà questo paternalismo si sgretola e con esso il minimo rispetto per il lavoratore". Così, in un intervento su 'Libero', il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli.

"Questa -conclude Bentivogli- non è una novità. Il paternalismo padronale della metà dell’Ottocento sosteneva l’inutilità del sindacato e della contrattazione".

"Dopo mesi di trattativa eravamo arrivati a una conclusione concordata al 90 per cento, abbiamo rotto sui requisiti". Così, intervistato da 'Qn', il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turri, sulla trattativa con il Miur sulla chiamata diretta degli insegnanti da parte dei presidi.

"Era stato risolto -continua Turri- il problema della chiamata diretta che non era più tale, c’erano equilibrio e oggettività nel passaggio dagli ambiti alle scuole, ma poi loro hanno iniziato a dire che volevano aumentare, secondo me a dismisura, i requisiti per la ‘chiamata’ dei docenti".

La sentenza della Consulta sull'Eternit "è straordinaria. E ne sentivamo davvero il bisogno dopo la sentenza della Cassazione nel primo processo Eternit che aveva dichiarato prescritto il reato di disastro". E' quanto dice, intervistato da 'La Stampa', Raffaele Guariniello, procuratore che ha istruito il processo Eternit ed è andato in pensione l'anno scorso.

"E anche dopo -conclude Guariniello- l’ordinanza del gup che aveva rinviato le carte alla Consulta. Due provvedimenti che avevano gettato nello sconforto chi attendeva l’esito delle indagini relative all’Eternit".

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