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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

20 giugno 2017 | 11.53
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Vedo un grande pericolo di disordini sociali. Molto dipenderà dalla risposta del governo. C' è già molta rabbia fra la gente dopo l' incendio alla Grenfell Tower: che è innanzitutto una tragedia politica, per come quelle persone sono state trattate e per l' inadeguatezza della reazione da parte delle autorità". Lo dice al Corriere della Sera Hanif Kureishi, scrittore anglopachistano che è stato negli ultimi trent' anni il cronista e il cantoredella Gran Bretagna multiculturale. Ma alla fine non rinuncia all' ottimismo. "Dopo l' incendio della settimana scorsa, accaduto poco lontano da dove vivo, ho visto una grande solidarietà fra la gente, una grande unità multiculturale, una consapevolezza di che cosa ci unisce. Ecco, un attacco come quello di stamattina (ieri, ndr ) è anche una reazione al fatto che in questa città, Londra, ci amiamo veramente. Chi fa queste cose non ha posto qui a Londra".

"Noi vogliamo diventare il brand asiatico più importante in Europa, entro il 2021" precisa al Corriere della Sera Thomas A. Schmid, 56 anni,dal 1 aprile 2015 chief operating officer di Hyundai Europa, dopo aver occupato diverse posizioni in altre caseautomobilistiche, tra cui Fiat. "Supereremo i giapponesi. I coreani sono molto ambiziosi, si contano 400 anni di guerra tra le due nazioni, ancora oggi cerchiamo di essere migliori di loro. Hyundai produce dove vende, questo è il nostro punto forte, le auto vengono progettate, costruite e vendute in Europa . Nello stabilimento della Repubblica Ceca se ne assemblano 400.000, in quello turco 200.000, un totale di 600.000 vetture all' anno che occupano oltre 7.000 dipendenti diretti e 155.000 dell' indotto, posti di lavoro creati grazie alla nostra presenza nel Continente".

"L'approvazione del Jobs Act autonomi ha riacceso il dibattito su concorrenza e professioni. Tutto ciò a distanza di qualche anno dalle liberalizzazioni che, nelle intenzioni, avrebbero dovuto dare una spinta decisiva all' economia. Nonostante le difficoltà oggettive nel poter rintracciare utilità effettiva delle liberalizzazioni già intervenute, c' è chi continua a sostenere che le professioni necessitano di una sana concorrenza". Lo scrive sul Sole 24 Ore Marina Calderone, presidente del Cup.

"Se è vero che la concorrenza va fatta sulla qualità e quindi anche sull' investimento del professionista su se stesso, allora è arrivato il momento di sgombrare il campo da ogni dubbio e puntare sul rispetto della dignità del lavoro professionale", aggiunge. "Per rendere effettiva la linea di intervento intrapresa dalla legge è necessario che il legislatore inserisca nell' ordinamento il principio di "equo compenso" anche per tutte le professioni, dopo averlo fatto per i giornalisti nel 2012. D' altronde, il principio è già presente nella Costituzione che tutela il lavoro in tutte le sue forme e applicazioni. E se il lavoratore nella Costituzione è il termine con cui ci si riferisce a tutti coloro che lavorano e non a una sola classe sociale, allora è di tutta evidenza che anche il professionista ha diritto a un compenso che sia correlato alla qualità e alla quantità del lavoro, in base all' articolo 36".

"Non c'è dubbio, comunque, che il tema Formazione, nelle sue complesse articolazioni (Regioni, piani operativi nazionali Occupazione ed Istruzione, innovazioni più o meno recenti come l' alternanza scuola lavoro, gli Its e, ovviamente, i Fondi per Formazione continua) va modernizzato e ridisegnato sia rispetto alla connessione con un vero e forte sistema di politiche attive, sia come strumento essenziale per, appunto, rafforzare l' occupabilità delle persone prima e durante l' esperienza professionale e lavorativa. Ma ciò rischia di apparire scontato (ed un po' rituale) se non si colloca questa esigenza in un contesto che vede, gradualmente ma rapidamente , trasformare il nostro sistema produttivo ( non solo strettamente industriale): quella che Michele Tiraboschi chiama "la grande trasformazione"". Lo scrive sul Sole 24 Ore Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil.

"Potrebbe sembrare nulla ma per chi ha perso tutto è tanto pagare per una cosa che non abbiamo più. Sì, è umiliante sapere che il governo non se n' era accorto. Per l' Aquila l'avevano fatto, bastava più attenzione. Amarezza ma si va avanti. Il problema è che non sappiamo neanche quando la ricostruiranno la nostra casa. E nemmeno come, dove... Non sappiamo se il terreno sarà idoneo, dopo che avranno fatto le prove. È tutto ancora da capire". Lo dice a QN Amalia Casini. Ad Amatrice - l' altro cuore del sisma -, aveva una lavanderia; il marito Rinaldo faceva il barbiere. "Tutto distrutto. Adesso? Siamo costretti a non fare nulla. Aspettiamo il nuovo centro commerciale per riaprire le nostre attività. Sono dieci mesi che stiamo così disoccupati".

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