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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

09 marzo 2016 | 10.12
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Vari autorevoli economisti propongono che in Italia il disavanzo di bilancio venga aumentato ben oltre il limite del 3%. Il governo sino ad ora non ha voluto andare oltre i (non pochi) decimali di punto che la flessibilità europea - forse - ci consentirà di attuare. Il presidente Renzi ha spiegato questa scelta, con la consueta incisività, quando ha affermato che dobbiamo far scendere già dal 2016 il rapporto debito/Pil e che lo facciamo non perché ce lo chiede l'Europa, ma perché lo dobbiamo a noi se stessi e ai nostri figli. Ovviamente se lasciassimo correre il disavanzo fino al 5% quest'obiettivo verrebbe ulteriormente procrastinato. Anche ipotizzando che i mercati ci diano fiducia per qualche tempo, prima o poi da quel 5% dovremmo necessariamente rientrare". Lo scrive Giampaolo Galli sul Sole 24 Ore.

"Una quantità di know how impressionante. E con Cingolani vogliamo partire subito mettendo 1/1,5 milioni di euro ciascuno per reclutare giovani ricercatori: con bandi nazionali e selezione a cura di commissioni sopra le parti, non locali. I vincitori potranno scegliere dove lavorare". Lo dichiara Massimo Inguscio da poco presidente del Cnr al Corriere della Sera, a proposito dell'accordo tra Cnr e l'Iit, Istituto italiano di tecnologia di Genova, diretto da Roberto Cingolani, che gestirà il nuovo polo di ricerca Human technopole progettato su parte dell'area Expo.(segue)

""Seicentomila italiani ricevono la pensione ogni anno grazie ai contributi versati dagli extracomunitari". A scriverlo non è un fan degli immigrati, ma Roberto Garofoli, oggi capo di gabinetto del Ministero dell'Economia, protagonista delle battaglie sulla legge anti-corruzione e sulle misure antimafia". Lo scrive su La Repubblica Liana Milella. "I dati relativi alle pensioni, agli stranieri in arrivo (153.842 a fine 2015), agli oneri conseguenti per sostenerne l'ingresso (ben 3,3 miliardi di euro nel 2015), ai benefici derivanti dalla loro presenza in Italia - come risulta dalle cifre del Mef - sono contenuti nella relazione che terrà domani all'Accademia dei Lincei".

Un tavolo di crisi chiesto a gran voce da aziende e sindacati. "Domani (oggi, ndr) lo riattiviamo". Così Teresa Bellanova, viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle crisi aziendali, parla con il Sole 24 Ore del tavolo di crisi per il settore dei call center. L'ultima convocazione risale a dicembre 2014. Un tempo infinito per un settore in cui si moltiplicano gli allarmi per la tenuta occupazionale. La Slc Cgil ha stimato in almeno 8mila i posti a rischio nei prossimi mesi. "Non è stato un periodo a vuoto. Nel frattempo sono stati messi in campo interventi specifici per il settore, è stata fatta la riforma degli ammortizzatori sociali, è diventata legge la clausola sociale negli appalti pensata anche e soprattutto per i call center".

Il ministro greco degli interni e dell'Immigrazione, Panayotis Kouroumplis dice al Fatto Quotidiano: "La Turchia ha un atteggiamento ricattatorio e ambiguo specialmente nei confronti di Atene, visto che geograficamente la Grecia è il confine esterno della Ue di fronte alle coste turche, ma confido che il 17 marzo abbasserà il livello delle sue richieste. Certo è che alcune richieste sono irricevibili, soprattutto lo scambio profughi-ingresso in Europa. Considerato il comportamento del governo turco, soprattutto per quanto riguarda la repressione della libertà di stampa e l'uso cinico dei profughi - per ogni profugo che si riprenderà, come se si trattasse di oggetti, un altro potrebbe avere l' opportunità di raggiungere l'Europa secondo una sorta di programma di insediamento - non ritengo i nostri vicini maturi e affidabili per poter entrare in Europa".

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