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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

02 ottobre 2014 | 09.52
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Dolcetta (Confindustria): "Al suo interno l'articolo 18 è un elemento di rigidità e come tale va considerato".

Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"L' articolo 18 è un problema, ma non è certo l'unico. Il tema vero è rendere più conveniente e più flessibile il contratto a tempo indeterminato. Al suo interno l'articolo 18 è un elemento di rigidità e come tale va considerato". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Stefano Dolcetta, vicepresidente di Confindustria per le relazioni industriali. "Serve un intervento serio -sostiene- sul costo del lavoro e sull'Irap che ci grava sopra. Bisogna poi mettere mano anche ad altro: salario aziendale, flessibilità delle mansioni, permessi. Tutti elementi altrettanto rigidi che bloccano la produttività e su cui anche i sindacati dovrebbero fare un passo avanti. Noi ci siamo, lo diciamo da tempo, siamo pronti a discutere".

"Non c'è alcun dubbio, voterò contro l'abolizione dell'articolo 18. Lo richiede la mia storia di sindacalista che si è sempre battuta per le tutele del lavoratore". Così, in un'intervista a 'Il Tempo', Renata Polverini, un passato di leader dell'Ugl, poi presidente della Regione Lazio e ora deputata di Forza Italia. "I sindacati hanno fatto l'errore -spiega- di non intercettare i bisogni delle nuove generazioni in presenza di norme che creavano una giungla contrattuale. Il sindacato si è mosso con lentezza a fronte dei mutamenti sociali. Non ha affrontato, ad esempio, la questione che le giovani generazioni saranno i poveri pensionati del domani con una previdenza molto più bassa dello stipendio e un'integrazione inesistente".

"La riforma non mi convince ma se davvero il governo sceglie la strada dell'allentamento dell'articolo 18, allora che le nuove regole valgano per tutti e non solo per i neo-assunti". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil. "Immagino che andrà a finire -fa notare- come in Spagna con un ricorso massiccio a licenziamenti economici pretestuosi. Gli imprenditori faranno i loro calcoli e troveranno conveniente pagare un prezzo piuttosto che cercare la strada del licenziamento disciplinare".

"La proposta presenta alcune problematiche: la prima è di natura educativa, perché noi invitiamo i nostri giovani ad usare una forma di protezione, il Tfr, per consumi correnti anziché per risparmiare, e questo significa distruggere 20 anni di fondi pensione". Così, in un'intervista a 'Libero', Alberto Brambilla, esperto di previdenza ed ex sottosegretario al Welfare. "Quindi questa mossa di Renzi -sostiene- distrugge un ammortizzatore sociale, quindi vorrà dire che lo Stato dovrà pensarci lui".

"Se vogliamo diminuire questi 2.200 miliardi di debito, dobbiamo diminuire la spesa pubblica. E per diminuire i grandi costi della pubblica amministrazione, bisogna dare qualche bastonata". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore, Natale Farinetti, fondatore della catena Eataly. "Defiscalizzare, abbassare le tasse generali alle imprese -auspica- che incrementano in quell'anno le proprie vendite all' estero. chi esporta di più, paga di meno, guardi la leva fiscale è l'unica roba seria che i politici devono usare per cambiare gli scenari ed è quella democratica".

"Se l'Italia e la Francia presentassero alla Germania una proposta precisa di unione politica con un parlamento comune e un'imposta comune sui benefici delle società, sarebbe molto difficile per la Germania rifiutare tutto. Il problema è che per ora non c'è nessuna proposta. Renzi e Hollande parlano di crescita, ma non c' è un piano di unione politica. Siamo ancora in tempo. Mi piacerebbe che Renzi, che è forse più coraggioso di François Hollande e Manuel Valls messi insieme, facesse una proposta di questo tipo". Così in un'intervista a 'Il Messaggero', Thomas Piketty autore del bestseller 'Il Capitale nel XXI secolo'.

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