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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

28 maggio 2014 | 09.56
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 28 mag. (Labitalia) - Il dopo-elezioni sempre al centro dei giornali in edicola.

In un'intervista a 'Repubblica', il capo dell'Eurogruppo, il laburista olandese Jeroen Dijsselblom, pone il lavoro fra le priorità: "I milioni di senza lavoro, soprattutto giovani, aspettano una svolta fatta di politica per l'occupazione e di serie riforme. E ribadisce: "Dobbiamo concentrarci sulla creazione di posti di lavoro. Dopo quei risultati, l'alto numero di disoccupati, specie giovani, e anche cinquantenni qualificati e bravi mandati improvvisamente a casa sono realtà che mi appaiono ancor più inaccettabili di prima. Non sono sicuro che stiamo facendo abbastanza per l'occupazione, ci vuole un nuovo approccio".

Sempre sul fronte europeo, a dare un giudizio sul premier, Mattero Renzi, e sul risultato raggiunto alle elezioni, in un'intervista al 'Messaggero', è Hannes Swoboda, presidente dei Socialisti&Democratici: "Lo vedo non tanto come leader del fronte anti-austerità, ma di una terza via: quella che serve per ridurre deficit e debito in modo più progressivo, con una politica lungimirante di investimenti e riforme. Renzi è un buon esempio di come si possono combinare in modo progressista politiche di risanamento orientate alla modernità".

Sul fronte interno, alla 'Stampa', Filippo Taddei, responsabile economia del Pd, dice: "Il dibattito pubblico europeo in questi anni si è concentrato sul pilastro dell'austerità. Ora occorre parlare del secondo pilastro, la politica per la crescita. In Europa ha anche un nome: 'horizon 2020' per la ricerca e 'industrial compact'. Sono strumenti fondamentali per aumentare il potenziale dell'economia europea".

Facendo un bilancio della campagna elettorale e dell'esito del voto, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al 'Corriere della sera', racconta: "Ho verificato sul territorio lo stato del welfare, dalle zone iper-virtuose a quelle dannate. Mi servirà molto per la riforma sanitaria che ho avviato. E ho toccato con mano come costruire questo partito con giovani straordinari, che vengono da esperienze anche diverse dal Pdl".

A sua volta intervistato dal 'Corriere della sera', Antonio Tajani, uno dei fondatori di Forza Italia, al Parlamento europeo dal '94, appena rieletto, e nella precedente legislatura commissario Ue per l'Industria, afferma: "Dobbiamo tornare ad essere la forza propositiva che siamo sempre stata sui temi che interessano davvero agli italiani: il lavoro, che non c'è; l'abbassamento delle tasse; la riforma della giustizia, a partire da quella amministrativa. Dobbiamo tornare ad essere il punto di riferimento principale di imprenditori, partite Iva, perché sarà il privato a dare lavoro in futuro, non possiamo contare solo sul pubblico".

Parla dei rapporti tra Matteo Renzi e il sindacato, in un'intervista al 'Corriere della sera', l'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: "Renzi deve capire che l'ha votato una parte di quelli che ce l'hanno con la Cgil, ma l'ha votato pure la Cgil. Glielo testimonio io. Superare i ritualismi della concertazione è sacrosanto. Ma l'Italia non può essere un'orchestra felliniana: bisogna parlarsi. Sa come nascono le uniche due leggi che oggi creano un po' di lavoro? Il bonus per le ristrutturazioni edilizie, che ho voluto io, me lo suggerirono gli artigiani della Cna: non ci sarei mai arrivato. E la legge Sabatini sui macchinari industriali recupera una norma del 1965. Quando si governa ci vuole umiltà".

Sul tema interviene anche l'ex ministro dello Sviluppo economico del governo Monti, Corrado Passera, intervistato dalla 'Stampa': "Tutti i leader della sinistra si sono scontrati con Cgil, perfino D'Alema. E comunque Renzi, in questo simile a Berlusconi, non sopporta tutto ciò che si intromette nel suo rapporto diretto, populistico, con la gente. L'opposto di una visione moderna e matura della democrazia".

Sul 'Messaggero', fa un'analisi del voto l'economista Giulio Sapelli: "Non dobbiamo mai dimenticare che la straordinaria vittoria di Matteo Renzi è innanzitutto una vittoria europea. Non solo perché europee erano quelle elezioni, ma perché europeo è stato il messaggio che il primo ministro ha voluto dare al Paese e perché europee sono state sin da subito le indicazioni di lavoro, comunicate allo staff di governo e ai media".

Per Massimo Ammaniti, docente ordinario di Psicopatologia dello Sviluppo all'Università 'Sapienza' di Roma, intervistato dal 'Corriere della sera', "ci sono molti fattori che hanno spinto la famosa quota di indecisi a votare all'ultimo momento per lui: come ripeto, già sapendolo ma non dicendoselo": "E' giovane, è l'uomo nuovo, ha capacità di iniziativa e vitalità, sa prendere decisioni rapide. In questo senso, è rassicurante: la sua abitudine di promettere date certe, di indicare scadenze sottrae ansia. Non la aumenta, come può capitare a molti ascoltando i discorsi di Grillo".

Dà un giudizio al 'Corriere della sera' anche Marco Tarquinio, direttore di 'Avvenire', che vede come carta vincente del premier "l'attenzione che ha saputo dare ai poveri d'Italia": "Ha dato loro letteralmente 'credito'. Conosco tante persone che vivono con 750-800 euro al mese, e il bonus di 80 euro per loro costituisce il 10% del reddito: due settimane di spesa per molte famiglie. Mi piace la svolta a favore del Terzo settore e aspetto di vedere come sosterrà le famiglie con figli".

Sulla vicenda Ilva, il 'Sole 24 ore', intervista Claudio Riva, azionista di maggioranza dell'azienda: "Con il governo Renzi in questi ultimi giorni è stato avviato un dialogo che con il governo Letta era totalmente mancato. Per noi si tratta di un passo in avanti non irrilevante. Essere trattati da interlocutori credibili e non da criminali in contumacia è già qualcosa. All'Ilva sono riconducibili direttamente o indirettamente un punto di Pil e un quinto della produzione industriale italiana. La sua chiusura sarebbe un gesto di autolesionismo. Il primo obiettivo di questo governo, ci pare, è salvare l'Ilva. Insieme ad altri, sia come azionisti sia come gestori, con un piano industriale credibile, noi ci siamo".

Sull'inchiesta Unipol-Fonsai interviene, in un'intervista alla 'Stampa', il presidente della Consob, Giuseppe Vegas: "La Consob ha il compito di rendere il mercato trasparente, ma anche di assicurare che il mercato ci sia. La vigilanza è importantissima, ma il fine ultimo di questa Authority, come delle altre, è far sì che ci sia un po' di sviluppo nel Paese. Io non direi che c'è stata una difesa di sistema, intesa come interessi consolidati di alcune imprese; tanto è vero che l'attività di Consob sta contribuendo a scardinare il cosiddetto salotto buono. Al contrario, abbiamo difeso gli interessi dei risparmiatori, e se vuole anche degli assicurati e dei dipendenti delle compagnie".

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