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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

09 novembre 2017 | 10.21
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

La separazione tra pensioni e sanità "dovrebbe finire. E lo dico in totale sintonia con Boeri: la separazione deve finire". Così, intervistato dal 'Corriere della Sera', il presidente dell'Istituto superiore della Sanità, Walter Ricciardi.

"Soprattutto -continua- per conoscere e poi allocare le risorse".

"Circa un diplomato su due lavora in modo stabile (per almeno sei mesi) nei due anni successivi al diploma, pur con le prevedibili differenze fra il Nord e il Sud del Paese". E' quanto scrive, in un intervento su 'La Stampa', Andrea Gavosto della Fondazione Agnelli, riportando dati di Eduscopio.it, portale della Fondazione dedicato al confronto fra gli istituti sulla base degli esiti universitari e lavorativi dei loro diplomati.

"Negli anni a venire, questi dati, resi disponibili dai ministeri dell’Istruzione e del Lavoro, permetteranno -continua Gavosto- di sviluppare analisi approfondite sulla transizione dai banchi di scuola al mondo del lavoro. In particolare, sarà interessante esaminare se e come i percorsi di alternanza scuola-lavoro abbiano incrementato le chance occupazionali dei nostri ragazzi, rendendoli più consapevoli di come funziona il mondo esterno alle mura scolastiche".

"Un’Italia che ha tanti leader tecnologici di nicchia può aspirare ad avere leader tecnologici di sistema. Bisogna rischiare e vincere su dimensioni globali". Ne è convinto Francesco Caio, già ad di Poste e oggi consigliere del presidente del Consiglio per le politiche industriali, intervistato dal 'Sole 24 ore', secondo il quale la digitalizzazione spingerà il consolidamento in molti settori.

"Mi aspetto nell’automotive -continua- una rivoluzione come quella avvenuta con gli smartphone: chi sviluppa e controlla i sistemi operativi vincerà la partita del futuro".

"Elettricità e guida autonoma non sono affatto appannaggio del manipolo degli innovatori che non provengono dall’industria dell’auto; in molti credono che quest’ultima abbia in sé tutte le competenze per vincere una sfida così difficile, destinata non soltanto a impegnare mezzi enormi, ma a sollecitare una completa revisione degli schemi progettuali dell’automobile". E' quanto scrive, in un intervento sul 'Sole 24 ore', l'economista Giuseppe Berta.

"Di sicuro si è aperta -continua Berta- una concorrenza tale da coinvolgere i produttori tradizionali come quelli nuovi, in una gara dagli esiti attualmente imprevedibili, che modificherà i tradizionali confini di settori. L’industria italiana non può restare assente da questo confronto, sebbene Fiat Chrysler sia tra i soggetti meno coinvolti nell’elettrico. Ma per il sistema della fornitura e, in generale, delle imprese che si muovono sulla frontiera tecnologica quella per l’auto elettrica costituisce una partita irrinunciabile".

"L’economia non è una disciplina facile essendo basata sull’utilizzo di metodi quantitativi sia nell’approccio teorico sia in quello empirico, come l’econometria, e richiede un forte esercizio di astrazione e di ragionamento logico deduttivo. Gli studenti spesso non amano la matematica, ma i concetti economici senza la matematica sono ancora più difficili da “digerire”. Buone basi di economia standard (cioè “pillole” di ottimizzazione e razionalità) permetteranno allo studente di ridurre la complessità dei fenomeni economici e di riuscire a “trattarli” - quindi riuscire a proporre soluzioni teoriche". E' quanto scrive, in un intervento sul 'Sole 24 ore', l'economista Giorgio Coricelli.

"L’assunto di razionalità -continua- non è poi così distante dalla realtà, e il cervello umano è molto più razionale di quanto si pensi. L’economia comportamentale e la neuroeconomia aiutano a far capire come il concetto di razionalità sia più ampio di quanto rappresentato nell’economia tradizionale. In conclusione, proporrei di non cambiare l’insegnamento di base dell’economia nelle nostre università e di esporre gli studenti a nuove discipline solo in corsi avanzati, quando avranno gli strumenti per integrare tali discipline e l’economia".

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