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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

26 marzo 2014 | 10.30
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 26 mar. (Labitalia) - "Sì, credo di sì: ripartiremo. L'Italia ha doti profonde cui dobbiamo soltanto consentire di emergere". A dirlo, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', è Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda e di Techint.

Per Gianfelice Rocca la condizione - la principale, almeno - è che "ci liberiamo di vent' anni di equivoci e problemi non affrontati". Passi avanti però ne abbiamo fatti, dice, e se è vero che il prezzo è stato la Grande Crisi "ormai dell'emergenza siamo consapevoli".

Secondo Rocca "è il gap di fiducia che frena le nostre enormi potenzialità. Dopodiché, dobbiamo sicuramente "spurgare" vent'anni di ritardi, visioni tolemaiche, illusioni".

"Se non avessi ritenuto giusto il taglio al mio stipendio me ne sarei andato". E' quanto dice Domenico Arcuri, 50 anni, amministratore delegato di Invitalia, manager formatosi alla scuola dell'Iri, in un'intervista a 'La Repubblica'.

Per Arcuri "c'è da domandarsi innanzitutto in quale altro Paese ci sono 7.400 società partecipate dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni. Bisognerebbe riflettere quante di queste hanno una ragione d' essere".

E secondo Arcuri, "ina percentuale molto irrisoria, molto piccola, il 5 per cento, non di più. In ogni caso bisogna distinguere tra le società delle quali lo Stato è l' unico azionista e quelle in cui è l'azionista di riferimento. Per queste ultime è difficile fissare un limite retributivo, ma per le altre sta al governo stabilire un limite sulla base di criteri che valgano per tutti".

"Contiamo di presentarlo tra la fine di aprile e la prima metà di maggio". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero' Angelo Rughetti, sottosegretario del ministero della Pubblica amministrazione, sul piano di riforma della p.a..

"Abbiamo intenzione di utilizzare sia il meccanismo degli scivoli -spiega- che quello dei prepensionamenti per svecchiare la pubblica amministrazione e far entrare giovani".

Sui prepensionamenti Rughetti spiega: "intanto abbiamo iniziato ad applicare una norma già prevista dal governo Monti che consente ai Comuni con piani di esubero di effettuare prepensionamenti applicando le regole precedenti alla riforma Fornero. Il primo ad essere autorizzato è stato il Comune di Novara". E sui rapporti con i sindacati spiega "chiariamo. Non abbiamo i tempi per la concertazione lunga e rituale. I sindacati ci possono mandare le proposte e possiamo incontrarci, come abbiamo già fatto, informalmente. Il confronto rituale, quello è morto".

"Il 'dossier Milano' è nelle mani del governo che sta studiando le misure necessarie per l' Expo 2015: dalle risorse per ricapitalizzare la società di gestione al decreto sul trasporto pubblico locale fino ai 25 milioni promessi a Palazzo Marino ma privi di copertura finanziaria". Le rassicurazioni arrivano, in un'intervista a 'Il sole 24 ore' dal ministro all'Agricoltura Maurizio Martina, che nel governo Letta era sottosegretario con delega ad Expo e che ancora oggi continua a coordinare l'evento universale da Roma.

"A breve -spiega Martina- ci sarà un riepilogo complessivo delle deleghe, la formalizzazione è legata solo a questo. Si tratta di aspettare poco tempo".

"Ribadisco -spiega ancora Martina- l'impegno del governo. Renzi ha citato spesso Expo in molti suoi incontri ufficiali, anche nel bilaterale italo-tedesco di pochi giorni fa. È chiaro che Enrico Letta aveva una conoscenza dell'argomento dall'origine, avendo seguito persino la candidatura di Milano. Ma ora tutti i nuovi ministri, oltre a quelli tradizionalmente coinvolti, si stanno adoperando prendendo in mano il dossier. Per fare degli esempi, dal ministero alla Cultura fino a quello alla Giustizia".

"Prepensionamenti in cambio dell'assunzione di giovani? La prima cosa da fare è avere un piano industriale, altrimenti sono solo chiacchiere" Risponde così il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, in un'intervista a 'La Stampa', all'annuncio del ministro per la p.a., Marianna Madia.

"Bisogna capire -sottolinea- come organizzare le Regioni, i Comuni e gli altri gangli amministrativi. In modo da avere chiaro -conclude- dove serve il personale prima di ricollocarlo e così orientare bene i tagli della spending review".

"Il tema della velocità nell'azione di governo risponde a diverse esigenze, tra queste la principale sono le attese e i problemi del Paese. Il problema dunque non è la velocità ma cosa si sacrifica sul terreno della costruzione del consenso democratico". Così, in un'intervista a 'L'Unità', Guglielmo Epifani, deputato Pd, presidente della Commissione Attività produttive della Camera ed ex segretario del partito e della Cgil.

Con i sindacati, "credo che il governo debba mantenere un profilo di dialogo, e in fondo è quello che si sta facendo con Anci e Regioni. Lo stesso andrebbe fatto con chi rappresenta lavoro e impresa. Poi è ovvio che il governo ha la responsabilità della scelta finale. Del resto, nel programma del Pse il dialogo sociale è uno dei capisaldi. Il presidente Obama ha detto che senza i sindacati l'America sarebbe più povera e anche meno democratica. Lo stesso vale per l'Italia. Se l'Italia -conclude- ha superato la crisi senza gravi tensioni sociali, che pure ci sono state in Spagna, questo si deve anche alla responsabilità del sindacato".

"Uscire dalla moneta unica? Non si può, per l'Italia sarebbe una catastrofe". A dirlo, in un'intervista ad 'Avvenire', è l'economista Nicola Rossi.

"Chi propone questa fesseria -continua Rossi- dovrebbe anche avere il coraggio di dire che che mette una tassa insostenibile sulle famiglie italiane, specie le meno abbienti".

"Le imprese tifano per l'Italia come tutti gli italiani. Non faremo mai parte di quelli che non vogliono il bene e lo sviluppo del Paese: i sacrifici affrontati in questi anni lo dimostrano chiaramente". A dirlo, in un'intervista a 'Il Mattino', è Vincenzo Boccia, vice presidente di Confindustria nonché presidente del Comitato tecnico Credito e Finanza.

Per Boccia "Confindustria può anche non condividere tutti i punti del governo: di sicuro non negherà mai a Renzi il sostegno perché raggiunga i suoi obiettivi e ridia sviluppo al Paese. Noi vogliamo che l'Italia resti un Paese industriale. E per questo continueremo a lavorare".

"L'eliminazione della causalità per i contratti a termine va verso la buona flessibilità dei rapporti di lavoro rimuovendo, nei fatti, pratiche molto diffuse di aggiramento dei limiti della proroga. Inoltre, sono convinta che la permanenza in azienda per tre anni da più chance ai lavoratori che nel frattempo hanno acquisito una professionalità e sono inseriti fattivamente nel processo organizzativo". Per Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, come spiega in un'intervista a 'Il Sole 24 ore', le novità introdotte dal decreto legge 34 non sono però tutte positive.

Gli studi professionali sembrerebbero esclusi dalla possibilità di assumere un dipendente a tempo determinato se hanno fino a cinque dipendenti. "Mi rifiuto di pensare -spiega Calderone- che questa possa essere la lettura della norma e questo per almeno due motivi: il primo di equità, si creerebbe sul territorio una distinzione tra micro studi e aziende che non avrebbe un senso logico e si baserebbe solo su una lettura capziosa; la seconda è giuridica, oramai in Europa non c' è più una differenza in questo senso tra gli studi professionali e le imprese o aziende. Quindi mi aspetto anche su questo che il ministero del Lavoro ne prenda atto".

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