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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

27 novembre 2015 | 10.55
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"La risposta dell'Europa all'estremismo islamico ha una dimensione emotiva, ma non per questo non può non essere razionale. Ho indicato tre campi: primo, la cooperazione fra le polizie e i servizi d' intelligence senza dover cambiare istituzioni o creare nuovi strumenti. Secondo, la protezione delle frontiere esterne dell'Europa. E infine, la politica estera e di sicurezza dell'Ue, ancora a livello embrionale. Su questi temi, occorre passare a un livello superiore di solidarietà concreta". Lo dice Pascal Lamy, già capo dello staff di Jacques Delors alla Commissione al Corriere della Sera.

"Nel 2015 sembrava partita una ripresa più netta che adesso può essere compromessa dal conflitto in tutta l' area mediorientale ampliata adesso a due Paesi (Russia e Turchia) molto importanti per le nostre esportazioni. Le stesse avevano già sofferto parecchio per le improvvisate sanzioni a Mosca dovute anche all'incapacità della Ue di svolgere un ruolo di mediazione che speriamo venga adesso attivato nel comune interesse politico ed economico europeo ed internazionale". Lo scrive Alberto Quadrio Curzio sul Sole 24 Ore.

"Sarebbe stato un errore mettere sul mercato il 40% della rete che invece resterà pubblica: sulla rete non dobbiamo distribuire dividendi ma fare investimenti". Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ribadisce con il Sole 24 Ore una posizione "forte" sulla privatizzazione Fs nel confronto dentro il governo. "Non dobbiamo fare cassa ma potenziare concorrenza e servizi". Quanto al ricambio al vertice, il vecchio management, dice, ha fatto un buon lavoro ma per cogliere le nuove sfide serve un management "coeso".

Matteo Marzotto, imprenditore e presidente dell'associazione Progetto Marzotto, parla con La Stampa delle start up Scent e Proxentia vincitori del Premio Marzotto. "I tre driver del Premio - e della vita di Gaetano Marzotto - sono la sostenibilità economica, l'innovazione e la ricaduta sociale sul territorio. È chiaro che il biomedicale è un' area molto stimolante, perché ha un impatto diretto sulla nostra qualità della vita. Noi vogliamo sempre premiare l' imprenditore, anche l'imprenditore che si sta formando, con attenzione al potenziale di esecuzione che ha l'idea". "Il mio è un parere da osservatore e da operatore: è chiaro che alcuni problemi italiani non si risolvono in pochi mesi", conclude.

In Italia parlare di "integrazione è una parola impegnativa, parlerei di inclusione", dice Fausto Bertinotti a L'Unità. "In Europa e in Francia sono state messe in atto politiche di integrazione, i figli di immigrati di seconda e terza generazione sono cittadini francesi. Ma questo non ha cancellato le differenze, dalla ghettizzazione che si vive "con" le banlieue alla differenza sociale "nelle" banlieue. Le rivolte di dieci anni fa non furono religiose o razziali, ma soprattutto sociali. In Italia integrazione e inclusione non sono compiute, ma non c' è una forma manifesta di odio o di violenza verso il musulmano. Semmai sui casi di criminalità ordinaria, si crea subito la scia che va dal rom all' immigrato, e con il rischio terrorismo questo avviene di più. Però, come dimostra il sondaggio, l'"avversione" verso uno straniero non nasce da una propensione quotidina, è il frutto di una visione ideologica e politica", conclude.

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