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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

18 febbraio 2014 | 09.40
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Roma, 18 feb. (Labitalia) - "Sono in linea con il presidente Squinzi: siamo un Paese in declino e abbiamo bisogno di fatti, non di parole e continue navigazioni a vista. Senza considerare l'aspetto democratico: è il popolo che deve scegliere chi governa. Non si può continuare a cambiare governi senza restituire la voce ai cittadini. Così si perde di vista l'obiettivo comune. La politica deve essere al servizio del risultato e delle performance del Paese, non il contrario". Così, in un'intervista a 'Avvenire', Claudio Andrea Gemme, presidente di Anie, la federazione di Confindustria che rappresenta 1.200 aziende elettrotecniche ed elettroniche.

"Siamo pronti a sostenere Renzi se dimostrerà di avere coraggio nello sfidare la rendita, sbloccando i veri fattori che frenano gli investimenti (meno tasse, riduzione dei costi dell’energia, infrastrutture efficienti, giustizia civile più veloce, una pubblica amministrazione piu' snella e con meno dirigenti"). E' quanto scrive il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni in un intervento su 'L'Unita'. "L'alleanza tra il governo e le parti sociali - spiega - deve avvenire sul tema del lavoro per i giovani, su come avere salari e pensioni più dignitose, sugli investimenti nella scuola e nella ricerca. Una strada che stanno percorrendo i sindacati francesi con il governo Hollande, sull'esempio dei colleghi tedeschi che in questi anni sono stati meno nelle piazze e piu' nei tavoli della decisione".

"Noi siamo impegnati - aggiunge - a rilanciare la contrattazione aziendale e territoriale che deve diventare il terreno su cui il ruolo delle rappresentanze deve dimostrare nei fatti la sua vitalita' propositiva, favorendo i nuovi investimenti e organizzando la nuova rete dei servizi con la sussidiarietà' e la bilateralità. Noi faremo la nostra parte, insomma. L'orgoglio ed il coraggio si dimostrano solo firmando accordi e indicando alla società una prospettiva di sviluppo e riforme, anche impopolari. Questa è l'alta politica. Non la caricatura che la tv e gli altri mass media spesso ci ripropongono, talvolta diventando loro stessi gli untori del populismo in un paese che ha smarrito se stesso proprio perche' e' stato colpito da questa malattia".

"Se il nuovo governo avvierà con determinazione ed efficacia le riforme, potrà poi negoziare a Bruxelles un sostegno europeo". Così, in un'intervista a 'Avvenire', l'economista Guntram Wolff, direttore del think-tank Bruegel di Bruxelles, appena nominato il secondo miglior Centro studi economico al mondo. "Renzi, forte di importanti risultati sul fronte delle riforme, potrebbe chiedere - spiega - finanziamenti europeo, ad esempio attraverso la Bei (Banca europea per gli Investimenti) per finanziare importante opere che oltretutto sarebbero utili per tutta l'Europa".

"Quanto al deficit - fa notare - qualcosa potrebbe ottenere. Non di sforare la soglia del 3%, ma almeno il permesso di fare un po' più di disavanzo. Ripeto, però, tutto questo solo sulla scorta di una credibilità conquistata sul campo. Se invece il nuovo premier parte lancia in resta chiedendo fin da subito di poter fare più deficit, susciterà allarme e otterrà solo una grossa opposizione in Europa".

"La situazione politica non è delicata, ma delicatissima. La manifestazione però avevamo deciso di farla già dagli inizi di gennaio perché la situazione per le nostre imprese è veramente disperata. Abbiamo associati e famiglie che sono stremati da una crisi senza precedenti nella storia repubblicana". Così, in un'intervista a 'la Stampa', Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. "Ridurre la pressione fiscale -fa notare- è uno dei due obiettivi poiché siamo in testa alla classifica dell'Istat e abbiamo raggiunto un livello incompatibile con qualsiasi ipotesi di crescita e di sviluppo. Poi occorre semplificare il barocco sistema di pagamenti e adempimenti fiscali, che è terreno fertile per una tassa immorale che si chiama corruzione".

"Non nego che lo Stato sia spesso inadempiente. Ma la vera emergenza è quando aspettiamo un pagamento da un cliente. Spesso succede che passino mesi, oppure anni e citarlo in giudizio non porta da nessuna parte vista la lentezza inesorabile della giustizia civile". Così, in un'intervista a 'Il Corriere della Sera', Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato. "Noi piccole imprese -ricorda- non abbiamo mai visto un soldo e in fondo è meglio così: nessuno riesce a stimare la loro cifra complessiva perché si perdono in mille rivoli senza creare crescita e occupazione".

"Penso che Confindustria sia stata lenta nel riconcepire il suo ruolo in questo momento di grande trasformazione. Ho detto lenta non ho detto che non lo stia facendo. Con le riforme recenti, anche quella Pesenti, ha tentato di girare una pagina, credo che non sia ancora sufficiente e che il percorso sia ancora lungo". Così, in un'intervista a ì'Il Sole 24 Ore', l'imprenditore Guido Barilla. "Chi fa industria in Italia -osserva- è in grave difficoltà. C’è bisogno di una serie di riforme, bisogna rivedere la pressione fiscale perché non è sostenibile né per la grande né per la piccola impresa, e neanche per i cittadini. Il Paese deve comprenderlo".

"Sono necessarie misure di grande portata per bloccare la spirale che ci sta trascinando a fondo". Lo scrivono su 'La Repubblica' gli economisti Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini. "Ovviamente - spiegano - l'Europa può costituire il motore della ripresa economica e per questo bisognerà sfruttare almeno il semestre di presidenza europeo, ma nel frattempo dobbiamo prendere iniziative qui in Italia".

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