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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

08 giugno 2017 | 09.59
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola oggi la questione migranti e lo scenario europeo.

In un'intervista alla 'Stampa', Marianne Thyssen, commissaria Ue per l'Occupazione, afferma: "Bisogna riformare il sistema di istruzione per preparare le nuove generazioni alle competenze del futuro: 70 milioni di cittadini europei che non hanno la formazione di base per affrontare la rivoluzione digitale". Ricorda poi quanto fatto dalla Ue: "Abbiamo autorizzato gli Stati a spendere le risorse dei fondi strutturali, anche spingendo i nuovi cittadini europei a mettersi a lavorare in proprio. Abbiamo costruito un sistema di piccolo credito".

"Ogni paese europeo che accoglie un profugo - avverte - ha il dovere di dargli l’accesso al mercato del lavoro entro nove mesi, cancellando qualunque ostacolo burocratico. Abbiamo proposto di scendere a sei mesi, qualche Paese fa già meglio di sua iniziativa". Quindi, annuncia: "L’anno prossimo debutterà un enorme archivio digitale delle competenze. Anche quelle spicciole, professioni come panettiere e idraulico. Gli stranieri potranno raccontare chi sono: lingua, esperienze di lavoro, comprese quelle informali, capacità. L’obiettivo è capire chi abbiamo davanti. Vogliamo includere tutti, capire chi ha competenze preziose e necessarie. Aiuteremo anche chi non ha competenze specifiche, o chi non ne ha affatto, a costruirne di nuove".

Sul fronte bancario, la 'Stampa' intervista Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente di strategia alla Sda Bocconi: "Oggi le venete non sembrano avere un rischio liquidità a breve. Ciò si deve, secondo una stima di Fidentiis, a ben 6,5 miliardi di garanzie statali. Questo rende la ricapitalizzazione precauzionale, per quanto molto difficile, ancora teoricamente possibile, a condizione di trovare i capitali privati necessari a pulire i bilanci. Dico però un’altra cosa: fino a che punto possiamo chiedere al contribuente a farsi carico di questi costi? In Spagna, il governo si è vantato di non aver usato soldi pubblici per Banco Popular. Da noi, invece, quando Renzi e Padoan dicono 'non ci sono alternative al salvataggio', non danno un’informazione corretta. L’alternativa andava verificata a tempo debito".

Sul 'Sole 24 ore', Daniel Gros, direttore del Center for European Policy Studies, scrive: "L’esperienza dell’Eurozona ci dice che mentre lo stimolo fiscale concertato riesce a fare la differenza durante una recessione acuta, è preferibile abbandonare quello stimolo quando non è più vitale che mantenerlo all’infinito. Con l’austerità, ossia riducendo il disavanzo una volta finita recessione, la ripresa potrebbe richiedere più tempo prima di consolidarsi; ma una volta raggiunto lo scopo, la performance economica sarà persino più stabile, perché i conti del governo si troveranno in una posizione sostenibile".

Il 'Sole 24 ore' pubblica un intervento a firma di Valdis Dombrovskis e Jyrki Katainen, vicepresidenti della Commissione europea: "Nel corso di questo mese presenteremo una proposta che getterà le basi per il mercato europeo dei piani individuali pensionistici volontari. In questo modo potrebbero essere realizzate le economie di scala necessarie per ridurre i costi e offrire maggiore scelta a coloro che vogliono risparmiare per la pensione. Inoltre, avendo un orizzonte a lungo termine, i fondi pensione possono mobilitare più risparmi verso i mercati dei capitali e convogliare denaro verso investimenti produttivi".

Sul fronte delle libere professioni, il 'Sole 24 ore' intervista Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, in occasione dell’assemblea dei vertici di categoria. "Non sono pentito di aver sollecitato i sindacati, alla vigilia dell’insediamento del Consiglio nazionale, a desistere dallo sciopero contro l’amministrazione fiscale. Anche se, a distanza di quattro mesi, non è cambiato granché", ammette.

In materia di università, il 'Sole 24 ore' intervista Luigi Berlinguer, il 'padre' della riforma che ha aperto le porte in Italia al '3+2' e ai crediti formativi: "La riforma è frutto di un processo europeo che puntava a rendere uguale la durata dei corsi di studio. Un passaggio cruciale che oggi consente ai nostri giovani di farsi riconoscere il proprio titolo di studio all’estero e lavorare così in un altro Paese europeo. E poi era giusto introdurre lauree di primo livello più brevi e funzionali visto che allora ben il 70% degli iscritti si perdeva per strada".

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