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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

10 agosto 2015 | 10.13
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola ancora il dibattito sul Sud e la manovra economica allo studio del governo.

Ai giovani si rivolge il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un colloquio con il 'Corriere della sera', in cui parla dell'importanza della lettura: "Potrei ripetere, con molto rispetto per le scelte di ciascuno, quel che dico ai miei nipoti adolescenti: i libri sono un giacimento sterminato per comprendere la vita e attraversarla. Cominciate con Dostoevskij, cari ragazzi". E racconta: "La mia formazione si richiama a quel filone che potrebbe essere definito montiniano (dal nome di Papa Paolo VI, la cui immagine fu schiacciata da giudizi troppo sommari di tormentato amletismo, mentre stava invece aprendo la Chiesa al mondo, ndr). Umanesimo integrale di Jacques Maritain è il testo che, tutt’ora, ritengo mi abbia maggiormente influenzato rispetto al senso della vita e della responsabilità personale. Ma da giovane ho letto molto".

Sul fronte sindacale, il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, in un'intervista a 'Repubblica', risponde allo scandalo dei mega stipendi all'interno del sindacato. "L’organizzazione aveva bisogno di nuove regole e se le è date con il regolamento approvato il 9 luglio che entrerà pienamente in vigore il 30 settembre. Escluse d’ora in poi le possibilità di cumulo delle indennità. Abbiamo imboccato la strada della trasparenza e la completeremo con l’assemblea di organizzazione di novembre". "Abbiamo infatti introdotto una norma - spiega - per cui se un sindacalista ottiene incarichi esterni, il compenso sarà versato direttamente all’organizzazione e non al diretto interessato. Del resto, lo stipendio da sindacalista è più che sufficiente ed è giusto che gli incarichi esterni producano introiti da destinare alle strutture della Cisl. Infine con una delibera di segreteria immediatamente esecutiva abbiamo provveduto e ridurre in modo drastico le indennità di vertice più alte".

Interviene sulla manovra allo studio del governo, in un'intervista al 'Messaggero', il leader della Uil, Carmelo Barbagallo: "La riduzione del costo del lavoro deve essere strutturale. Il taglio deve essere permanente perché bonus e una tantum, come si è visto, servono a poco. Anzi, spesso sono un boomerang. Del resto, se il governo sente l’esigenza di affrontare il nodo del costo del lavoro, e di farlo nella legge di stabilità, significa che le norme sul Jobs Act non hanno dato i frutti sperati. Cosa che il sindacato aveva segnalato sin dall’inizio". E aggiunge: "Credo quindi che a settembre serva un vero cambio di marcia che la legge di stabilità può dare con delle indicazioni chiare e coraggiose. Siamo disponibili al confronto, a dare un nostro contributo e non intendiamo esercitare nessun potere di veto. Ma va discusso anche il nuovo modello contrattuale".

Torna sulla questione meridionale, in un'intervista a 'Repubblica', Angelo Rughetti, sottosegretario alla Pubblica amministrazione: "Cambiare si può, se nelle istituzioni e nei partiti mettiamo persone che si oppongano a questa logica e che puntino a ricreare quel senso di comunità per cui i problemi non si risolvono a livello personale, ma intervenendo sul territorio comune, sapendo che tutti sono legati dallo stesso destino". Il sottosegretario afferma che occorre "selezionare la classe dirigente" e sul piano delle infrastrutture aggiunge: "Come ha detto Delrio bisogna scegliere progetti strutturali: strade, ferrovie, porti che facilitino lo sviluppo. Fino ad oggi non è stato cosi". E ancora, avverte: "Il Sud dovrà avere gli stessi asili nido, le stesse scuole, gli stessi teatri del resto del Paese. E l’accesso al bene comune che ti fa sentir parte di una nazione".

Al 'Corriere della sera' Carlo Trigilia, professore di Sociologia economica a Firenze, già ministro per la Coesione territoriale nel governo Letta, dice: "Da decenni i trasferimenti verso il Sud si aggirano sui 60 miliardi di euro annui, ma vanno ad alimentare spesa corrente, non sviluppo, non riducono il gap economico e di coesione sociale con il resto del Paese. Non c’è dubbio che il problema è nelle istituzioni, prima ancora che sul versante economico: la classe dirigente del Sud è stata orientata a una ricerca clientelare e assistenziale del consenso che ha solo drenato risorse e i governi nazionali lo hanno tollerato in cambio di voti".

Di Sud parla anche, in un'intervista al 'Mattino', Francesco Boccia, l’economista presidente Pd della commissione Bilancio della Camera: "Renzi vuol dire che il problema Sud va affrontato con gli strumenti della politica. E io condivido questo ragionamento. Ci sono due priorità a mio giudizio che vanno affrontate subito e sono entrambe molto pragmatiche: cosa deve fare la politica e in particolare il Pd sapendo che la questione meridionale è una sfida per tutto il Paese; e cosa significa lanciare nel Sud una grande, indispensabile stagione dei doveri".

Delle priorità del governo e dei problemi interni al Pd parla, con 'Repubblica', Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera: "Io renziano non sono. E sicuramente non lo diventerò. Il mio impegno è correggere gli errori, a volte grossolani, del governo. Non ho digerito quello commesso, purtroppo, sui licenziamenti collettivi".

Ribadisce la sua linea Matteo Salvini, leader della Lega Nord, intervistato dalla 'Stampa': "Per noi altrettanto importanti sono l’abolizione della legge Fornero e delle sanzioni alla Russia o l’uscita dall’euro. Sicuramente, il problema dell’immigrazione è sempre più drammatico. L’Italia sta per esplodere e forse Renzi e Alfano non si rendono conto che la gente è esasperata e inizia a farsi giustizia da sola. A meno che non sia proprio quel che vogliono".

In un'intervista alla 'Stampa', Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno con delega alla pubblica sicurezza, interviene sulle ultime tragedie in Romagna e in Salento: "La linea dura del governo non è contro le discoteche, ma contro la vendita di droga nei locali. Il ministro Alfano ha ribadito che fino a che i locali rimangono luoghi di divertimento, i gestori possono contare sulla collaborazione delle forze dell’ordine. La questione ci riguarda tutti, adulti e genitori. Da non minimizzare".

Sul fronte economico europeo, interviene sul 'Messaggero' l'economista Giulio Sapelli: "L’Europa da sola non può più salvare se stessa.E la sua sopravvivenza come istituzione può solo essere raggiunta con la completa trasformazione in senso confederale del suo trattato istitutivo, a iniziare dalla trasformazione della Bce secondo il modello Federal Reserve, con un Parlamento europeo più centrale rispetto a Commissione e Consiglio europeo. Occorre che Italia e Francia lavorino per dar vita a una conferenza internazionale sull’Europa e la sua riforma - a cui partecipino anche Usa, Russia e Cina - affrontando in tal modo anche le cruciali questioni del trattato Transatlantico Usa-Europa e senza dimenticare la riformulazione di una strategia militare complessiva. Contro il pericolo dell’Isis e contro la ripresa di una nuova guerra fredda tra Nato e Russia".

Si concentra sulla Germania il ragionamento che lo storico germanista Gian Enrico Rusconi fa con il 'Mattino': "Io trovo vergognoso che la Spd, il partito socialdemocratico tedesco, abbia rinunciato a qualunque proposta alternativa. La Spd ha barattato un po’ di buona politica sociale interna in cambio della politica rigorista della Merkel in ambito europeo. Dunque, più che un vertice di leader europei, sarebbe molto più opportuno un vertice di socialdemocratici europei, che magari si chiedessero che politica sta facendo Hollande o che cosa rappresenta Renzi in Italia o che fine ha fatto la Spd".

Al 'Messaggero' il politologo Gero Neugebauer, a lungo alla Freie Universitaet di Berlino, parla di "troppa fissazione sulle regole, poca vera comunicazione tra la Germania e gli altri europei".

Sempre al 'Messaggero' l'economista Jean Paul Fitoussi dichiara: "Il gioco è finito. O i Paesi europei decidono di battere finalmente i pugni sul tavolo, oppure si avvererà l’incubo dell’Europa tedesca". E aggiunge: "Ho perso la voce dicendo che gli altri Paesi devono farsi sentire. Dovrebbe essere esercitata una leadership Italia-Francia, che invece non si sente. Ma mi rendo conto che un po’ per tutti i Paesi è cambiato l’obiettivo: non più costruire l’Europa ma i poteri".

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